Il magnifico viaggio - volume 1

Ciappelletto rassicura i fratelli chiedendo loro di chiamare un confessore 90 95 Giunge al capezzale di Ciappelletto un frate anziano e venerato 100 105 La confessione di Ciappelletto 110 115 120 Ser Ciappelletto, il quale, come dicemmo, presso giacea là dove costoro così ragionavano, avendo l udire sottile, sì come le più volte veggiamo aver gl infermi,71 udì ciò che costoro di lui dicevano; li quali egli si fece chiamare e disse loro: «Io non voglio che voi d alcuna cosa di me dubitiate né abbiate paura di ricevere per me alcun danno. Io ho inteso ciò che di me ragionato avete e son certissimo che così n averrebbe come voi dite, dove così andasse la bisogna come avvisate:72 ma ella andrà altramenti. Io ho, vivendo, tante ingiurie fatte a Domenedio, che, per farnegli io una ora in su la mia morte, né più né meno ne farà;73 e per ciò procacciate di farmi venire un santo e valente frate, il più74 che aver potete, se alcun ce n è; e lasciate fare a me, ché fermamente io acconcerò75 i fatti vostri e miei in maniera che starà bene e che dovrete esser contenti . I due fratelli, come che molta speranza non prendessono di questo,76 nondimeno se n andarono a una religione77 di frati e domandarono alcuno santo e savio uomo che udisse la confessione d un lombardo che in casa loro era infermo; e fu lor dato un frate antico78 di santa e di buona vita e gran maestro in Iscrittura79 e molto venerabile uomo, nel quale tutti i cittadini grandissima e speziale divozione aveano, e lui menarono.80 Il quale, giunto nella camera dove ser Ciappelletto giacea e allato postoglisi a sedere, prima benignamente il cominciò a confortare, e appresso il domandò quanto tempo era che egli altra volta confessato si fosse. Al quale ser Ciappelletto, che mai confessato non s era, rispose: «Padre mio, la mia usanza suole essere di confessarsi ogni settimana almeno una volta, senza che81 assai sono di quelle che io mi confesso più; è il vero che poi che io infermai, che son passati da otto dì, io non mi confessai tanta è stata la noia82 che la infermità m ha data . Disse allora il frate: «Figliuol mio, bene hai fatto, e così si vuol fare per innan83 zi; e veggio che, poi sì spesso ti confessi, poca fatica avrò d udire o di dimandare . Disse ser Ciappelletto: «Messer lo frate, non dite così: io non mi confessai mai tante volte né sì spesso, che io sempre non mi volessi confessare generalmente84 di tutti i miei peccati che io mi ricordassi dal dì che io nacqui infino a quello che confessato mi sono; e per ciò vi priego, padre mio buono, che così puntalmente d ogni cosa mi domandiate come se mai confessato non mi fossi; e non mi riguardate85 perché io infermo sia, ché io amo molto meglio di dispiacere a queste mie carni che, faccendo agio loro, io facessi cosa che potesse essere perdizione dell anima mia,86 la quale il mio Salvatore ricomperò87 col suo prezioso sangue . e forse (per avventura) non solo ci deruberanno dei beni ma, oltre a ciò, ci toglieranno (ci torranno) la vita (le persone): perciò (di che) noi in ogni caso (in ogni guisa) siamo in una brutta situazione. 71 sì come gl infermi: come spesso si vede nei malati. 72 dove come avvisate: se la faccenda andasse come pensate. 73 ne farà: ne terrà conto. 74 il più: il più santo e valente ( di valore ). 75 acconcerò: sistemerò. 76 come che di questo: benché non sperassero molto in questa trovata di Ciappelletto. 77 una religione: un convento. 78 antico: anziano. 79 in Iscrittura: nello studio delle Sacre Scritture. 80 menarono: condussero a casa loro. 81 senza che: senza tenere conto che. 82 noia: sofferenza. 83 si vuol fare per innanzi: bisognerà fa- re in futuro. 84 generalmente: è la cosiddetta confessione generale , quella in cui si elencano tutti i peccati commessi durante l intera vita (dunque anche quelli già confessati in precedenza). 85 non mi riguardate: non abbiate riguardo verso di me. 86 ché io amo dell anima mia: poiché io preferisco assai (amo molto meglio) creare un disagio (dispiacere) alla mia persona (a queste mie carni) piuttosto che, usandole riguardo (faccendo agio loro), compiere un atto che possa essere causa di dannazione (perdizione) della mia anima. Ciappelletto afferma cioè di essere pronto a superare qualsiasi senso di timore o di vergogna nel confessare tutti i peccati da lui commessi piuttosto che rischiare, tacendone qualcuno, di commettere un sacrilegio che potrebbe condannarlo per l eternità. Di fatto, però, si comporterà nel modo esattamente opposto. 87 ricomperò: riscattò. L AUTORE / GIOVANNI BOCCACCIO / 575

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento