Il magnifico viaggio - volume 1

135 Il dì s appressa, et non pote esser lunge, sì corre il tempo et vola, Vergine unica et sola, e l cor or conscientia or morte punge. Raccomandami al tuo Figliuol, verace homo et verace Dio, ch accolga l mio spirto ultimo in pace. Congedo: ultima preghiera a Maria 131-137 Si avvicina il giorno [della morte], e non può essere lontano, tanto velocemente (sì) il tempo corre e vola, o Vergine unica e sola [per le tue straordinarie qualità], e ora la consapevolezza (conscientia) [dei peccati commessi] ora la paura della morte [mi] opprimono (punge) il cuore. Raccomandami a tuo figlio [Gesù], vero uomo e vero Dio, affinché accolga nella sua pace il mio ultimo respiro (spirto). DENTRO IL TESTO Lode, rimorso e speranza di salvezza I contenuti tematici Possiamo dividere la canzone in due parti. Nella prima (vv. 1-78) il poeta innalza lodi alla Vergine e, insieme, la invoca affinché abbia compassione di lui e lo aiuti. Nella seconda parte (vv. 79-137) l autore ricorda la figura di Laura ed esprime il proprio pentimento per avere troppo a lungo occupato l anima con il vagheggiamento di una bellezza mortale che ora è terra (v. 92); la passione per Laura e l eccessiva attenzione alle cose umane lo hanno reso insensibile alla dimensione spirituale e trascendente; ora egli chiede a Maria di riempire il suo cuore di lacrime di contrizione, affinché possa giungere, con la morte, alla salvezza eterna. Il ricordo di Laura Laura, protagonista del Canzoniere, torna anche nell ultimo componimento della raccolta, sebbene qui in posizione secondaria, e senza essere mai indicata con il suo nome, poiché si allude alla sua persona soltanto con espressioni generiche: Mortal bellezza (v. 85), tale (v. 92), Medusa (v. 111). In questa canzone è rappresentata tuttavia in termini più positivi che altrove. Per esempio ai vv. 94-97 il poeta giustifica indirettamente la freddezza e indifferenza di Laura rispetto alla sua sofferenza d amore, mentre in altri componimenti del Canzoniere, soprattutto nelle Rime in vita , le aveva definite crudeli: al termine di questo lungo viaggio esistenziale la virtù della donna si è rivelata per lui provvidenziale, in quanto lo ha tenuto lontano dal peccato e dalla dannazione. anche vero, tuttavia, che il poeta descrive gli effetti destabilizzanti della sua bellezza: Laura era come Medusa, la creatura della mitologia che trasformava in pietra chiunque la guardasse in volto. Un bilancio sofferto D altra parte, se è vero che Petrarca mette nelle mani di Maria il pesante bagaglio della sua vita, è anche vero che il bilancio conclusivo è ben lontano dal risolversi in una svolta mistica. Come si vedrà più avanti dai riscontri stilistici, la condizione psicologica del poeta viene ribadita: la guerra interiore, lo stato di incertezza, l angoscia e il dolore si manifestano semmai con autenticità ancora più sofferta e sconsolata. In ciò sta il grande valore, umano e letterario, della canzone, che non è «un frigido monumento di retorica che resta, poco o tanto, estraneo all intima ispirazione di Petrarca, ma è precisamente il testo che la riassume e la ripropone con accenti di confessione, a fronte dell imminente appuntamento con la morte (Fenzi). La struttura liturgica Le scelte stilistiche L andamento del testo, ampio e solenne, è di tipo liturgico: ogni strofa inizia con la parola Vergine, un vocativo che, in tutte le strofe, viene ripetuto poi al nono verso. Del linguaggio liturgico sono caratteristici i numerosi epiteti formulari riferiti alla Madonna. Conforme a questo tono è anche il congedo, nel quale il poeta non si rivolge, com era consuetudine, alla propria canzone, ma continua invece a parlare a Maria, concludendo con la richiesta più importante, quella di una morte nella grazia di Dio. L ultima parola del componimento, pace, è quella che meglio di ogni altra può dar voce all anima inquieta dell autore, con la sua perenne aspirazione a una serenità per lui molto difficile da raggiungere. L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 507

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento