Il magnifico viaggio - volume 1

65 70 75 80 85 90 ove l fallo abondò, la gratia abonda. Con le ginocchia de la mente inchine, prego che sia mia scorta, et la mia tòrta via drizzi a buon fine. fallo abondò), ora è grande la grazia divina. Con l animo prostrato (Con le ginocchia de la mente inchine), ti prego che tu sia la mia guida (scorta), e che raddrizzi verso il bene (drizzi a buon fine) la mia strada sviata (la mia tòrta via). Vergine chiara et stabile in eterno, di questo tempestoso mare stella, d ogni fedel nocchier fidata guida, pon mente in che terribile procella i mi ritrovo sol, senza governo, ed ò già da vicin l ultime strida. Ma pur in te l anima mia si fida, peccatrice, i nol nego, Vergine, ma ti prego che l tuo nemico del mio mal non rida: ricorditi che fece il peccar nostro prender Dio, per scamparne, humana carne al tuo virginal chiostro. Solo Maria può impedire il naufragio di Francesco Vergine, quante lagrime ò già sparte, quante lusinghe et quanti preghi indarno, pur per mia pena et per mio grave danno! Da poi ch i nacqui in su la riva d Arno, cercando or questa et or quel altra parte, non è stata mia vita altro ch affanno. Mortal bellezza, atti et parole m ànno tutta ingombrata l alma. Vergine sacra et alma, non tardar, ch i son forse a l ultimo anno. I dì miei più correnti che saetta fra miserie et peccati sonsen andati, et sol Morte n aspetta. Rimorso per i peccati e presagio della morte Vergine, tale è terra, et posto à in doglia lo mio cor, che vivendo in pianto il tenne et de mille miei mali un non sapea: Laura è ormai lontana e il poeta è pronto ad accogliere l aiuto di Maria 62 gratia: il perdono che Dio riserva al peccatore pentito. 63 Con inchine: letteralmente, con le ginocchia della mente piegate . 67 questo mare: la vita terrena. 71 strida: il poeta grida disperato poiché vede avvicinarsi il naufragio, cioè la morte, con la conseguente dannazione, se Maria non lo aiuterà a purificarsi dal peccato. 78 virginal chiostro: metafora (il seno della Vergine è spesso rappresentato così nella liturgia); il chiostro, che indica generi- 66-78 Vergine luminosa ed eternamente stabile, stella per questo mare tempestoso, affidabile (fidata) guida per ogni navigatore (nocchier) che abbia fede in te (fedel), considera in quale terribile tempesta (procella) io mi ritrovo da solo, senza timone (governo), e ho già vicini (da vicin) gli ultimi gridi di disperazione. Ma nonostante ciò la mia anima si affida a te, un anima peccatrice, io non lo nego, o Vergine, ma ti prego che il tuo nemico [il demonio] non si rallegri (rida) della mia dannazione (del mio mal): ricordati che i nostri peccati fecero assumere a Dio la natura umana (humana carne) nel tuo grembo di vergine (al tuo virginal chiostro) per salvarci (per scamparne). 79-91 O Vergine, in passato (già) quante lacrime ho versato invano (indarno), quante lodi (lusinghe) e quante preghiere d amore, soltanto per mia sofferenza (pena) e grave danno spirituale! Dopo che nacqui sulle rive dell Arno, percorrendo ora questo ora quell altro luogo, la mia vita non è stata altro che sofferenza (affanno). La bellezza, gli atteggiamenti e le parole mortali [di una donna, Laura] hanno completamente occupato la mia anima (alma). O Vergine santa (sacra) che dai la vita (alma), non tardare [a venire in mio aiuto], poiché sono forse nell ultimo anno di vita. I miei giorni se ne sono (sonsen ) fuggiti via più veloci (correnti) di una freccia, fra miserie e peccati, e solo la morte ci aspetta. 92-104 O Vergine, è ormai polvere e ha tenuto nel dolore (posto à in doglia) il mio cuore una donna [Laura], tale che finché visse (vivendo) lo tenne nel pianto e non conosceva nessuno dei miei infiniti mali: e se anche lo avesse saputo camente un luogo chiuso, qui allude alla raccolta dimora della vita contemplativa. 82 in su la riva d Arno: perifrasi per indicare Firenze. In realtà Petrarca è nato ad Arezzo, ma vuole qui ricordare le origini fiorentine della sua famiglia. 94 mille miei mali: mali dell anima, desideri impuri; si sottolinea la castità di Laura. Le parole valgono procella Oggi parleremmo di tempesta o di una tremenda burrasca che si abbatte sul mare: chi ama le parole eleganti, magari con un gusto un po rétro, può usare invece procella, un termine che mostra la sua furia impietosa già nell etimologia (dal latino pro, avanti , e cellere, spingere , battere ). Come tutti i venti impetuosi, anche procella ha assunto un significato metaforico e può essere utilizzato per riferirsi alle procelle della vita. Per indicare gli avvenimenti dolorosi esistono numerosi sinonimi. Individua quale tra questi è fuori luogo: calamità; iattura; slavina; flagello. L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 505

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento