Il magnifico viaggio - volume 1

Uno spirito splendente e immutabile Il poeta paragona la donna a uno spirito paradisiaco e a un sole splendente. Poco importa che con il passare degli anni la bellezza di Laura possa essere sfiorita. L epigrafica sentenza di Petrarca, che estende l insegnamento dal caso personale a un piano generale, è chiarissima: anche se l arco si allenta, la ferita provocata dalla freccia d amore che esso ha scoccato rimane aperta e dolente (piagha per allentar d arco non sana, v. 14). In una pagina del Secretum, Petrarca chiarisce il medesimo concetto: «Quanto più ella [Laura] è avanzata nell età, che è la rovina inevitabile della bellezza fisica, tanto più io sono rimasto fermo nel mio pensiero; poiché, sebbene con il passare del tempo il fiore della giovinezza appassisse, con gli anni cresceva la bellezza dell anima; e come essa diede principio al mio amore, così mi fece perseverarvi dopo che l ebbi concepito. Diversamente, se fossi stato attratto dal corpo, già da molto tempo sarebbe convenuto cambiare idea . Il tema dello scorrere del tempo Rispetto a una semplice poesia di lode (si vedano gli esempi stilnovistici, Tanto gentile e tanto onesta pare di Dante, T6, p. 279, o Chi è questa che vèn, ch ogn om la mira di Cavalcanti, T3, p. 174), Petrarca introduce dunque una novità: il trascorrere del tempo. Se gli Stilnovisti lodano la donna al presente, come se si trovasse di fronte a loro nello stesso momento in cui ne parlano, Petrarca lo fa al passato (un verbo all imperfetto, Erano, apre il sonetto, e altri imperfetti chiudono i versi 2, 3, 6 e 7: avolgea, ardea, parea, avea), filtrando la descrizione attraverso la soggettività del proprio ricordo. Però, a un certo punto, al piano temporale del passato si aggiunge quello del presente, che diventa non il tempo della lode, ma quello della disillusione. Ora gli occhi di Laura sono privi della luce che avevano quando era una giovane bellissima (di quei begli occhi, ch or ne son sì scarsi, v. 4) e il poeta è consapevole di quanto oggi essa sia diversa: per delicatezza attenua l affermazione con il tono dubitativo et se non fosse or tale (v. 13) , ma il concetto è chiaro. Così, la poesia di Petrarca guadagna in complessità e il ritratto di Laura in concretezza e umanità. Dallo Stilnovo a una nuova visione della donna Tipicamente petrarchesco è il motivo della caducità della bellezza e della fragilità delle cose umane, che compare già nel sonetto proemiale al v. 14 ( T6, p. 457): «quanto piace al mondo è breve sogno . Perciò l aspetto angelico andrà considerato al pari di una semplice iperbole elogiativa, depotenziata di ogni implicazione metafisica, ancora presente in Dante e negli Stilnovisti. Gli stessi aggettivi mortale e humana, che chiudono rispettivamente i vv. 9 e 11 e dunque sono posti in posizione di rilievo, smentiscono l impressione di quelle caratteristiche sovrumane percepite al momento dell innamoramento. Anche l espressione fu quel ch i vidi (v. 13) sottolinea, più che un dato di fatto, una valutazione soggettiva. L accumulo di metafore Le scelte stilistiche L intera descrizione è giocata sulle metafore: i capelli di Laura sono d oro (v. 1); il poeta ha nell animo l ésca amorosa (v. 7; letteralmente, materia infiammabile , per indicare la sua intima disposizione ad amare) e l innamoramento è descritto come un prendere fuoco (arsi, v. 8); Laura è un vivo sole (v. 12); l amore è una ferita (piagha, v. 14). Il senhal L espressione a l aura (v. 1) richiama chiaramente, attraverso un bisticcio, il nome della donna, quasi come un senhal, lo pseudonimo utilizzato già dai trovatori provenzali al fine di celare, per discrezione, la vera identità della donna (nel manoscritto del Canzoniere l aura è sempre scritto senza apostrofo, cioè come laura ; dunque l identificazione è ancora più evidente). I capelli come «lacci d Amor Del resto, poiché l immagine della donna, sottratta all azione corrosiva del tempo, rimane affidata soltanto alla dimensione soggettiva della memoria, essa si condensa in pochi dettagli significativi, rievocati attraverso la sineddoche: prima i capelli, poi la luce degli occhi e infine il colore del viso. Ma è soprattutto la chioma bionda sparsa al vento (dove si può cogliere un eco virgiliana: dederatque comam diffundere ventis, e aveva lasciato la chioma spargersi al vento , Eneide, I, 319) a imprimersi nella memoria di Petrarca, e in quella del lettore, essendo collocata nella posizione rilevata del primo verso del sonetto. Gli stessi nodi (v. 2) dei capelli rimandano allusivamente ai lacci d Amore . Un tono sospeso Il tono del componimento è sospeso, quasi a rendere lo stupore che coglie il poeta di fronte alla visione dell amata: sul piano retorico collaborano alla resa di tale sospensione i numerosi iperbati presenti in tutti i versi delle quartine e gli enjambement, come quello tra i vv. 3-4 474 / IL TRECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento