T11 - Erano i capei d’oro a l’aura sparsi

/ T11 / / Lo scorrere del tempo e la caducità della bellezza / Erano i capei d oro a l aura sparsi Canzoniere, 90 In questo sonetto il poeta ricorda una visione di Laura: era così bella che non è stato possibile non innamorarsene. Sebbene ora il tempo sia trascorso e anche la bellezza di Laura sia sfiorita, l intensità dell amore che il poeta nutre nei suoi confronti è la medesima. Il testo è stato composto fra il 1330 e il 1340. Audio LETTURA METRO Sonetto con schema di rime ABBA ABBA CDE DCE. 1-4 I capelli biondi (d oro) erano sparsi al vento (a l aura), che li (gli) avvolgeva in mille dolci nodi, e la bella luce (vago lume) di quegli occhi che ora ne sono così privi (scarsi) ardeva oltre l immaginabile (oltra misura); 8 e l viso di pietosi color farsi, non so se vero o falso, mi parea: i che l ésca amorosa al petto avea, qual meraviglia se di sùbito arsi? 5-8 e non so se ciò accadde veramente o fu soltanto una mia illusione (se vero o falso) il suo viso mi sembrava animarsi di pietà (di pietosi color farsi): dunque come stupirsi che io, che ero ben disposto verso l amore (ésca amorosa al petto avea), immediatamente (di sùbito) mi accesi di passione (arsi)? 11 Non era l andar suo cosa mortale, ma d angelica forma; et le parole sonavan altro, che pur voce humana. 9-11 Il suo incedere (l andar suo) non era qualcosa di terreno (cosa mortale), ma era proprio di uno spirito angelico (angelica forma); e le sue parole avevano un suono diverso (sonavan altro) da quello di una semplice voce umana. 14 Uno spirto celeste, un vivo sole fu quel ch i vidi; et se non fosse or tale, piagha per allentar d arco non sana. 12-14 Ciò che vidi fu uno spirito celeste, un sole splendente (vivo); e se anche [Laura] non fosse più così, la ferita non guarisce per il solo fatto che l arco si è allentato. 2 mille: iperbole. 3 vago: bello, ma anche, letteralmente, vagante , mobile . 4 son sì scarsi: da notare l allitterazio- ne in s. 7-8 ésca amorosa di sùbito arsi: di nuovo l allitterazione in s, che rende quasi fonicamente lo sprigionarsi delle fiamme. ésca: è la materia infiammabile su cui si facevano cadere le scintille prodotte con una pietra focaia per accendere il fuoco. qual meraviglia: è una domanda retorica, perché ovviamente non c è nulla di cui meravigliarsi, dato che il poeta era già predisposto all amore. 9 Non mortale: litote per sottolineare il carattere sovrannaturale delle qualità della donna. 13 non tale: non avesse più tali caratteristiche di straordinarietà. 14 piagha: d Amore. Le parole valgono celeste «Volta celeste , «corpi celesti , «fenomeni celesti : tutto ciò che appartiene al cielo è celeste, anche il colore dell aria serena che PARAFRASI 4 Erano i capei d oro a l aura sparsi che n mille dolci nodi gli avolgea, e l vago lume oltra misura ardea di quei begli occhi, ch or ne son sì scarsi; brilla nelle giornate d estate. Ma non basta: caelestes erano in latino gli abitatori del cielo, cioè gli dèi, ecco perché celeste è anche tutto ciò che riguarda Dio, gli spiriti beati e la loro sede. Se definiamo celeste qualcosa, sappiamo che è lontana, forse irraggiungibile e perfino ineffabile, ma allo stesso tempo ci procura un infinita dolcezza: può essere l armonia celeste della natura che ci avvicina al Paradiso. Da celeste deriva un altro aggettivo, celestiale, che però ha una sfumatura di significato ben precisa. Inventa una frase di senso compiuto con l aggettivo celestiale. DENTRO IL TESTO Una donna angelicata I contenuti tematici Il poeta rievoca una visione del passato. Nelle due quartine Laura, con i capelli biondi scompigliati dal vento e gli occhi splendidi e luminosi, sembra per un attimo impietosirsi del poeta, ed è proprio tale accenno di compassione a far improvvisamente divampare in lui il sentimento amoroso. Nelle terzine, di impostazione stilnovistica, Laura viene descritta come una creatura angelica, il suo passo e la sua voce hanno parvenze celesti, più che umane. L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 473

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento