Il magnifico viaggio - volume 1

C O L A D I R I E N ZO Girolamo Masini, Statua di Cola di Rienzo, 1877. Roma. L anno precedente, nel 1342, Petrarca aveva conosciuto ad Avignone Cola di Rienzo , un colto popolano inviato presso papa Clemente VI come ambasciatore del governo popolare romano, e ne aveva condiviso il progetto di rilanciare il ruolo di Roma come capitale del mondo cristiano. Dal punto di vista politico, il pensiero di Petrarca è lontano dai particolarismi: spera in una Roma di nuovo al centro della cristianità, così come critica con durezza le lotte fra gli Stati italiani e auspica che venga ristabilita l autorità imperiale in Italia. Un uomo che non vuole passare inosservato Quanto al suo modo di rapportarsi con gli altri, sappiamo che ambiva a piacere. In una lettera scritta a un amico, rievocando il tempo della giovinezza, ricorda: «Che dirò dei miei abiti, dei miei calzari? Tutto è cambiato; non uso più quel mio modo di vestire, e dico mio perché raramente altri l usano, per il quale, salva l onestà e il decoro, mi piaceva di distinguermi dai miei pari (Familiares, XIII, 8). Era dunque un personaggio cui stava a cuore presentarsi vestito in maniera raffinata, attento alla propria immagine pubblica. Petrarca è tra i sostenitori del progetto politico di Cola di Rienzo. Figlio di un taverniere, cresciuto con il mito della Roma imperiale, capo di un insurrezione popolare al termine della quale si impadronisce del Campidoglio, tribuno finito male, ucciso dalla stessa folla che lo aveva idolatrato durante una sommossa suscitata dalla stirpe nobiliare dei Colonna: questo e molto altro è Cola di Rienzo, una figura eccezionale e contraddittoria che sfugge a ogni precisa classificazione. Il suo mito torna in auge all indomani dell Unità d Italia. Questa statua, collocata vicino al Campidoglio, celebra il più leggendario tra i suoi talenti: arringare le folle. Nel 1347 Cola si autoproclama tribuno della libertà e occupa il Campidoglio, sperando di istituire a Roma una repubblica e di sottrarre la città alle lotte delle diverse famiglie nobiliari. Petrarca sostiene con entusiasmo l impresa, fiducioso che essa possa costituire il primo passo verso il ritorno del papa a Roma. Il poeta si mette dunque in viaggio per Roma, ma nel frattempo l azione di Cola di Rienzo fallisce e il tribuno è costretto a fuggire. Appresa la notizia, Petrarca si ferma a Parma. La sua adesione al progetto ha determinato infatti la rottura definitiva con la famiglia Colonna, fermamente contraria all ipotesi repubblicana. Il poeta risiede in città per un breve periodo e qui viene raggiunto, nel 1348, dalla notizia della morte di Laura e del cardinale Colonna a causa della peste. Del terribile flagello della morte nera Petrarca offre una testimonianza diretta: «Grande tutt ora infuria e fa strage la peste. Odi dovunque gemiti e pianti, e dovunque tu volga lo sguardo ti stanno di fronte ancora caldi i cadaveri; le strade sono ingombre di cortei funebri; e ad ogni istante vedi per ogni dove cadere colpite da implacabile morte le vittime del contagio desolatore (Seniles, III, 9). Nel 1349 riprende i suoi viaggi spostandosi prima a Padova, poi in diverse altre città. Nel 1350, mentre si reca a Roma per il Giubileo, Petrarca sosta a Firenze, dove conosce Giovanni Boccaccio. Tra i due scrittori nasce una profonda amicizia, attestata dalle diverse lettere che si scambieranno negli anni successivi. Così si esprime Petrarca, scrivendo all amico, sul loro rapporto: « una cosa veramente L AUTORE / FRANCESCO PETRARCA / 417

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento