D6 - Elogio della città borghese

DOCUMENTO 6 Elogio della città borghese Bonvesin de la Riva, De magnalibus urbis Mediolani Audio LETTURA Il profilo del cittadino milanese medio si fissa sul tratto dell onesta moralità, che traspare quasi fisiognomicamente dalle caratteristiche fisiche e somatiche. Tipica autorappresentazione della borghesia, che con grande ottimismo valorizza il proprio stile di vita liberale e dinamico. La ricchezza della città si può misurare con le sue dimensioni e con la crescita demografica della sua popolazione. 1 professi: chi ha pre- so i voti ed è entrato in un ordine religioso. Nato a Milano intorno al 1240, Bonvesin de la Riva è maestro di grammatica e frate dell ordine degli Umiliati. Tra i più importanti interpreti della letteratura didattica e religiosa del Duecento, è noto soprattutto per il Libro delle tre scritture, poemetto in quartine in cui descrive le pene infernali (Scrittura nera), la redenzione (rossa), le gioie del Paradiso (dorata). autore, tra l altro, di una sorta di galateo in lingua volgare, nonostante il titolo in latino, sul modo di comportarsi mentre si mangia (De quinquaginta curialitatibus ad mensam, Le cinquanta cortesie a tavola) e dell opera da cui abbiamo tratto il brano antologizzato: il trattato in latino De magnalibus urbis Mediolani (Le meraviglie di Milano), in cui esalta i fasti civili e religiosi della sua città. Muore a Milano fra il 1313 e il 1315. L autore Uno dei modi con cui la borghesia celebra sé stessa è la lode morale, civile e politica della città in cui essa vive e opera e che rivendica con orgoglio di aver reso ricca, prospera e vivace. Nel 1288 Bonvesin de la Riva elogia lo splendore di Milano, i suoi abitanti, la sua libertà e la sua bellezza. Considerata in rapporto ai suoi abitanti, Milano, rispetto a tutte le altre città del mondo, mi sembra la più splendida. I nativi di Milano di ambo i sessi sono di giusta statura; hanno aspetto sorridente e piuttosto benevolo; non ingannano; non usano malizia con i forestieri, così che sono distinguibili anche più degli altri dalle restanti popolazioni. Vivono con decoro, ordine, larghezza, dignità, indossano vesti onorevoli; dovunque si trovino, in patria e fuori, sono piuttosto liberi nello spendere, onorano e fanno onore, e sono urbani nel loro modo di comportarsi e di vivere. Come il loro idioma, tra le diverse lingue, si parla e si capisce più facilmente di ogni altro, così essi stessi, tra qualsiasi gente, sono riconoscibili dal solo loro aspetto. Sono religiosi più di tutti gli altri [ ]. Non son dunque, tra tutte le genti, i più degni di stima? [ ] Tanto nella città quanto nel contado, ovvero distretto, ogni giorno diventa più grande la già grande popolazione e la città si estende con i suoi edifici. E perché, dove si vive splendidamente, la popolazione non dovrebbe essere feconda? Perciò, contando cittadini e gente di fuori d ogni condizione, si calcolano, in totale, più di duecentomila gli uomini che si ritengono ciascuno in grado di essere valente come singolo combattente in guerra. In questo numero non vengono contati gli uomini esenti [dalla giurisdizione secolare] delle diverse categorie: monaci, canonici e altri chierici e religiosi, sia professi1 sia viventi in casa propria con i loro servi. Il loro numero complessivo potrebbe bastare a una provincia, qualunque essa fosse. Milano all epoca di Bonvesin de la Riva, da Historia Ordinis Humiliatorum, 1431. Milano, Biblioteca Ambrosiana. L EPOCA E LE IDEE / 39

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento