INTELLETTUALE & SOCIETÀ - Religiosi, giullari e cortigiani

intellettuale & società RELIGIOSI, GIULLARI E CORTIGIANI Il periodo che stiamo prendendo in esame è troppo ricco di cambiamenti perché l immagine dell intellettuale e il suo rapporto con la società e con il pubblico possano essere illustrati in modo univoco. L evolversi delle strutture politiche ed economiche, il mutare delle mentalità e delle visioni del mondo, le trasformazioni sociali, culturali e religiose si riflettono sul ruolo, sull identità e sulle idee degli uomini di cultura. Per comodità, ma anche per non generare confusione, possiamo distinguere due diverse fasi dell attività letteraria, coincidenti con altrettanti momenti della storia e della civiltà medievale: l età cortese , che esprime i valori dell etica feudale, e quella in cui si affermano in Italia le istituzioni comunali. Il chierico e il giullare Fino all anno Mille, la figura dell intellettuale coincide con quella dell uomo di Chiesa: il chierico viene formato nelle scuole ecclesiastiche, dove impara le Sacre Scritture e la teologia. La fonte principale della sua formazione è la Bibbia, studiata nella traduzione latina di san Girolamo (347-420), detta Vulgata (cioè diffusa, divulgata tra il popolo ). Il latino è infatti la lingua della cultura: non più il latino classico di Cicerone, ma una lingua modificata nel lessico e nella sintassi. Religiosi anch essi, ma ai margini dell istituzione ecclesiastica, sono i clerici vagantes, così chiamati in quanto non aggregati a una diocesi né destinati a una chiesa, e che pertanto vivono un esistenza errabonda. Privi di mezzi e irrequieti nello spirito, si esprimono anch essi in latino, ma per parodiare nei loro canti goliardici i valori ufficiali, rovesciando le leggi e i costumi dominanti. Per questo atteggiamento trasgressivo sono assimilabili ad altre figure intellettuali, per così dire, irregolari : i giullari. Il nome viene dal latino ioculares, cioè buffoni : si tratta di saltimbanchi, giocolieri, attori che hanno sostituito il teatro decaduto con la fine dell Impero romano con la piazza, il mercato e la corte. in questi luoghi che il giullare intrattiene e diverte il pubblico, recitando canzoni e poesie, ballando e cantando, spesso inviso alla Chiesa, che giudica le sue espressioni artistiche turpi e pericolose per le anime pure dei credenti. L intellettuale a corte Nell XI secolo assistiamo alla diffusione della scrittura anche in ambienti non appartenenti al clero: le corti aristocratiche, che si sviluppano prima in Francia e poi, nel Duecento, an- 40 / LE ORIGINI E IL DUECENTO che in Italia, più precisamente in Sicilia intorno alla figura dell imperatore Federico II. Questo nuovo ceto intellettuale si esprime in volgare e si rivolge a un pubblico selezionato, che condivide precisi modelli (cavallereschi e cortesi). Per la prima volta nel Medioevo la letteratura diventa sinonimo di svago e intrattenimento, rituale mondano di una società elegante che ama divertirsi in banchetti e feste. Il letterato che sia un funzionario, collaboratore del sovrano, o un chierico colto sa cogliere le possibilità di fama e di guadagno che questa nuova realtà gli propone: protetto dal signore, ne asseconda i gusti e le aspettative, sperimentando nei confronti del potere una condizione cortigiana, destinata a diventare una costante nei secoli a venire. Nei conflitti delle città Nel Duecento l emergere del Comune determina un cambiamento radicale del ruolo del letterato, che ora è pienamente integrato nella realtà cittadina, coinvolto nei conflitti sociali e politici del proprio tempo. Notai, studiosi di diritto, medici, mercanti: sono diverse le figure professionali che svincolano la cultura dagli interessi signorili e dai valori cortesi, rappresentando l ascesa di ceti sociali emergenti. Il nuovo intellettuale interpreta le esigenze di una classe o di una fazione economica o politica, candidandosi a indirizzare l intero processo culturale della società in cui vive. La dimensione letteraria si affianca quindi a quella civile e pubblica: l una non può essere concepita senza l altra. Se capiamo questo connubio tra interesse intellettuale e passione politica, ispirazione artistica e impegno morale, comprendiamo anche l esperienza biografica e letteraria dell interprete più significativo di quest epoca, Dante Alighieri. Il predicatore e il missionario I monasteri non hanno più il monopolio della cultura. Tuttavia, alla figura tradizionale del chierico si affianca quella del frate, inserito all interno degli ordini mendicanti: non più il monaco, concentrato nel severo studio dei classici, ma il predicatore (per lo più appartenente all ordine dei Domenicani) o il missionario (seguace dell esempio francescano), che scelgono di calarsi nella brulicante realtà del proprio tempo per invocare, nelle piazze o nelle università, il ritorno alla povertà, smarrita da un clero arricchito e corrotto, e il rispetto dell ortodossia teologica, minacciata dalle eresie.

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento