Il magnifico viaggio - volume 1

DENTRO IL TESTO Lo sdegno verso il traditore di Montaperti I contenuti tematici In Inferno, XXXII, 73-111 (T24) ci troviamo fra i traditori politici. Il senso del contrappasso è chiaro: il ghiaccio (che è l opposto del fuoco di carità) rimanda alla freddezza con cui costoro hanno tradito chi si fidava di loro. Un dannato si lamenta di essere stato urtato da Dante e ricorda la sconfitta dei guelfi a Montaperti. Il poeta gli si avvicina invitandolo a rivelare la propria identità. Poiché questi si rifiuta, Dante lo afferra per i capelli in modo minaccioso, finché un altro ne rivela il nome: Bocca degli Abati. Qui Dante partecipa così intensamente all azione da non attendere come è solito fare l assenso di Virgilio al colloquio con l anima di Bocca e da lasciarsi andare a comportamenti decisamente violenti nei confronti del dannato. «Tale acredine [ ] è giustificata dal ricordo bruciante della sconfitta guelfa e fiorentina, dalla passionalità con cui Dante inscena la materia politica che lo tocca personalmente (Pasquini-Quaglio). In altre parole, Dante-personaggio è qui completamente coinvolto in prima persona. La partecipazione purgatoriale di Dantepersonaggio Se con i dannati dell Inferno l atteggiamento di Dante può essere di umana pietà (Paolo e Francesca, Brunetto Latini) o di polemica contrapposizione (si veda lo stesso episodio di Bocca degli Abati), nel Purgatorio il poeta si trova a condividere il cammino di espiazione delle anime. Dante-personaggio, cioè, partecipa al percorso di purificazione che lo renderà come recita l ultimo verso della cantica «puro e disposto a salire a le stelle . Nelle varie cornici purgatoriali Dante prende sempre parte, indirettamente, alle pene e alle preghiere delle anime. Ma in alcuni casi più, in altri meno: in base a quanto sente di essere incline e cedevole nei confronti del particolare vizio che vi si espia. Evidentemente, conscio del proprio valore e del proprio talento, Dante rimproverava a sé stesso il peccato di superbia. L affetto per Oderisi, superbo pentito Quando in Purgatorio, XI (T25) il poeta incontra Oderisi e ne tesse le lodi, questi con un umiltà della quale confessa non sarebbe stato capace in vita, dominato com era da uno smodato desiderio di eccellere, risponde che Franco Bolognese lo ha superato nell arte di miniare le pergamene. Tale è la sorte della effimera gloria umana: così anche Cimabue è superato da Giotto nella pittura e Guido Guinizzelli (oppure, secondo un altra interpretazione, Guittone d Arezzo) da Guido Cavalcanti (o Guido Guinizzelli) nella poesia, e forse è già nato chi a sua volta li supererà entrambi. L onore del mondo è volubile come vento che muta nome a seconda che spiri da un lato o dall altro dell orizzonte. Non rimane alcuna differenza tra uno che sia morto vecchio e un altro che sia morto bambino, quando siano passati mille anni. Uno spazio di tempo che ci sembra lunghissimo, se paragonato all eternità non è più che un batter di ciglia. In questa riflessione Dante è parte attiva (non a caso partecipa all espiazione: tutto chin con loro andava, v. 78), in quanto è toccato personalmente dal dramma della brevità della vita di fronte all eternità e dal rischio, che ancora sussiste per lui che è vivo, di inorgoglirsi per la fama senza considerarne la caducità. La libertà interiore raggiunta dal pellegrino Quando Dante era entrato nel Purgatorio, l angelo portiere gli aveva proibito di voltarsi. Adesso invece Beatrice lo spinge a guardare indietro. Ciò significa che il pellegrino ha conquistato una prospettiva sicura, grazie alla quale voltarsi indietro non rappresenta più, per lui, un pericolo. In altre parole, Dante ha raggiunto una libertà interiore dal peccato che lo mette al riparo dalle tentazioni terrene. Si tratta di un passaggio cruciale, quello dai cieli planetari, condizionati dalla Storia, a una zona celeste legata alla dimensione dell eternità. Così, purificatosi dalle proprie colpe e con lo sguardo libero da condizionamenti materiali, egli è in grado di vedere la Terra nella sua giusta dimensione: un puntino nell universo (anche se per l uomo medievale quel puntino è al centro dell universo stesso). La Terra vista dal cielo Dante riprende qui un topos classico già presente nel Somnium Scipionis (Il sogno di Scipione) dello scrittore latino Cicerone (I secolo a.C.), l unica parte nota nel Medioevo (capitoli 9-29 del VI libro) del trattato De republica (Sullo Stato): Scipione l Africano (il vincitore di Annibale a Zama nella Seconda guerra punica) mostrava in sogno al nipote, Scipione Emi- 374 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento