T26 - Invocazione alla costellazione dei Gemelli

108 pria che passin mill anni? ch è più corto spazio a l etterno, ch un muover di ciglia al cerchio che più tardi in cielo è torto. [ ] . gio infantile [cioè se fossi morto bambino], anche prima che siano trascorsi mille anni? che, in relazione all eternità (a l etterno), è un tempo più breve che un battito (muover) di ciglia rispetto al cielo (cerchio) che nei cieli si volge (è torto) più lentamente (più tardi). 108 cerchio torto: è il cielo delle stelle fisse, che impie- ga 100 anni per ogni grado, quindi 360 secoli per compiere l intera rivoluzione. Invocazione alla costellazione dei Gemelli / T26 / Paradiso, XXII, 112-138; 151-154 / Il poeta e la consapevolezza del proprio valore intellettuale / Sin da giovane precocemente consapevole del proprio talento, Dante ne scruterà i segni anche in cielo, credendo come la maggior parte degli uomini medievali nel potere delle stelle, nello zodiaco, cioè in quella che oggi chiamiamo astrologia. Nel canto XXII del Paradiso ricorda di essere nato sotto la costellazione dei Gemelli, alla quale indirizza un invocazione. Poi contempla dall alto, con distacco, la Terra che, vista da lì, appare sotto tutto un altro aspetto: decisamente meno grandiosa e imponente. 117 con voi nasceva e s ascondeva vosco quelli ch è padre d ogne mortal vita, quand io senti di prima l aere tosco; 120 e poi, quando mi fu grazia largita d entrar ne l alta rota che vi gira, la vostra reg on mi fu sortita. 123 A voi divotamente ora sospira l anima mia, per acquistar virtute al passo forte che a sé la tira. 112 lume: è la costellazione dei Gemel- li, che si credeva predisponesse coloro che nascevano sotto di essa agli studi e alle arti, cioè ad attività che portavano alla gloria. 115 vosco: letteralmente, con voi (dal latino vobiscum). 117 quand io tosco: Dante sarebbe dunque nato nel periodo in cui il Sole si trova nella costellazione dei Gemelli, cioè tra il 21 maggio e il 21 giugno. 119 vi gira: letteralmente, vi fa ruotare . 372 / LE ORIGINI E IL DUECENTO 112-120 O stelle apportatrici di gloria (glor ose stelle), o costellazione (lume) ricca di grande valore, alla quale riconosco il merito del mio ingegno, per quanto poco esso possa valere (qual che si sia), nel vostro segno (vosco) sorgeva e tramontava il sole, che genera ogni forma di vita terrena, quando io respirai per la prima volta (senti di prima) l aria toscana; e poi, quando mi fu elargita la grazia di entrare nel cielo (alta rota) che presiede al vostro movimento circolare (vi gira), mi fu assegnata in sorte (mi fu sortita) la vostra zona celeste (reg on). PARAFRASI 114 O glor ose stelle, o lume pregno di gran virtù, dal quale io riconosco tutto, qual che si sia, il mio ingegno, 121-123 La mia anima ora innalza devote preghiere (divotamente ora sospira) a voi, perché possa acquisire le capacità (virtute) necessarie all importante (forte) passo che la impegna completamente (a sé la tira). 120 la vostra sortita: salito all ottavo cielo, Dante-personaggio giunge proprio nella regione occupata dalla costellazione dei Gemelli. Il poeta interpreta tale circostanza non come una semplice coincidenza, bensì come il segno di un alta predestinazione e di una preziosa occasione per una profonda rinascita spirituale. Sortita assume qui il significato di assegnata , predestinata . 121-122 A voi l anima mia: Dante-autore invoca le proprie stelle per ricevere la vir- tù necessaria ad affrontare il passo forte del verso successivo. 123 passo forte: secondo la maggior parte dei commentatori è l arduo cimento che consiste nella rimanente descrizione del Paradiso. Secondo altri sarebbe invece la morte: Dante, che ha avuto l assistenza della costellazione dei Gemelli all inizio della sua vita e a metà di essa, quando è salito in Paradiso, si augura che possa essere così anche nel momento estremo della vita, cioè in punto

Il magnifico viaggio - volume 1
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Dalle origini al Trecento