Il magnifico viaggio - volume 1

82-84 Egli disse: «Fratello, oggi più risplendono (ridon) le carte miniate da Franco Bolognese; ora l onore è tutto suo, e mio soltanto in parte. 84 «Frate , diss elli, «più ridon le carte che pennelleggia Franco Bolognese; l onore è tutto or suo, e mio in parte. 87 Ben non sare io stato sì cortese mentre ch io vissi, per lo gran disio de l eccellenza ove mio core intese. 85-87 Certamente (Ben) io non sarei stato così benevolo (cortese), mentre ero in vita, a causa del grande desiderio (disio) di eccellere, al quale il mio cuore era tutto proteso (ove mio core intese). 90 Di tal superbia qui si paga il fio; e ancor non sarei qui, se non fosse che, possendo peccar, mi volsi a Dio. 88-90 Qui si paga la pena (il fio) per questo genere (tal) di superbia; e non sarei ancora qui, se non fosse successo che mi convertii a Dio, quando avevo ancora la possibilità di peccare. 93 Oh vana gloria de l umane posse! com poco verde in su la cima dura, se non è giunta da l etati grosse! 91-93 Oh quanto è vano gloriarsi delle forze (posse) umane! quanto poco la gloria rimane (dura) verde sulla cima, se essa non è sopraggiunta da età di decadenza (grosse)! 96 Credette Cimabue ne la pittura tener lo campo, e ora ha Giotto il grido, sì che la fama di colui è scura. 94-96 Cimabue credette di primeggiare (tener lo campo) nella pittura, ma (e) ora la celebrità (il grido) è tutta di Giotto, al punto che la fama del primo è stata oscurata (è scura). 99 Così ha tolto l uno a l altro Guido la gloria de la lingua; e forse è nato chi l uno e l altro caccerà del nido. 97-99 Così il secondo Guido ha tolto al primo Guido la gloria nella poesia in volgare (la gloria de la lingua); e forse è già nato chi caccerà entrambi dal loro primato (del nido). 102 Non è il mondan romore altro ch un fiato di vento, ch or vien quinci e or vien quindi, e muta nome perché muta lato. 100-102 La celebrità terrena (mondan romore) non è altro che un alito di vento, che spira ora da una parte (quinci) ora dall altra (quindi), e cambia nome perché cambia direzione (lato). 105 Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il pappo e l dindi , 103-108 Avrai forse una fama maggiore (Che voce avrai tu più) se morirai vecchio (se vecchia scindi da te la carne) di quella che avresti avuta se fossi morto prima di abbandonare il linguag- 82 Frate: fratello. il modo tipico con cui si chiamano a vicenda le anime del Purgatorio, a sottolineare i sentimenti di fraterna solidarietà. 83 Franco Bolognese: su questo miniatore non possediamo molte informazioni. Possiamo ipotizzare, con Oderisi, un divario generazionale oppure una differente affiliazione di scuola (cioè una diversità di stile). 85 sì cortese: così generoso e benevolo da riconoscere la superiorità del collega. 86-87 lo gran disio de l eccellenza: il grande desiderio di gloria e di fama. 90 possendo peccar: vale a dire quando era ancora in vita, quindi in tempo per salvarsi. 92 cima: quella della pianta della fama (metafora). 94 Cimabue: soprannome del pittore fiorentino Giovanni (o Cenni) di Pepo, nato intorno al 1240 e morto attorno al 1302. 95 Giotto: Giotto di Bondone (1265 ca - 1337), allievo di Cimabue, è uno dei massimi pittori dell epoca di Dante (di cui era coetaneo). 97 l uno a l altro Guido: l interpretazione tradizionale vede nei due personaggi, rispettivamente, Guido Cavalcanti e Guido Guinizzelli. C è però chi ha fatto notare alcune incongruenze: Guinizzelli sarà salutato, in Purgatorio, XXVI, 97-99, come «padre / mio e de li altri miei miglior che mai / rime d amore usar dolci e leggiadre , cioè come maestro di poesia; il che poco si accorderebbe con un declassamento come quello prospettato da un identificazione con lui del primo Guido. Inoltre sembra strano che Dante assegni la supremazia poetica a Cavalcanti, che in tutta la Commedia è ricordato soltanto per l eccessiva fiducia nella propria «altezza d ingegno (Inferno, X, 59) e mai come maestro di poesia. Muovendo da tali perplessità, alcuni interpreti hanno formulato un ipotesi alternativa: il primo Guido sarebbe in realtà, per ipocorismo (cioè per la modificazione fonetica di un nome di persona), Guittone d Arezzo e il secondo Guido Guinizzelli. 98-99 e forse è nato del nido: secondo la maggior parte dei commentatori, Dante alluderebbe qui a sé stesso. Nido indica il «seggio d onore (Casini-Barbi) occupato in sequenza dai due poeti citati in precedenza. 102 muta nome perché muta lato: come il vento cambia nome a seconda della direzione da cui spira, «così la fama si chiama ora Cimabue, Guinizzelli, domani Giotto, Cavalcanti (Bosco-Reggio). 103-104 se vecchia scindi da te la carne: letteralmente, se stacchi il corpo (carne) da te quando esso sarà vecchio . 105 pappo dindi : Dante indica qui il lessico puerile, evocato attraverso due termini che, nel linguaggio dei bambini, significavano pane e denaro . L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 371

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Dalle origini al Trecento