T25 - Oderisi da Gubbio

105 Io avea già i capelli in mano avvolti, e tratto glien avea più d una ciocca, latrando lui con li occhi in giù raccolti, 108 quando un altro gridò: «Che hai tu, Bocca? non ti basta sonar con le mascelle, se tu non latri? qual diavol ti tocca? . 111 «Omai , diss io, «non vo che più favelle, malvagio traditor; ch a la tua onta io porterò di te vere novelle . 105 latrando lui: costruzione sul model- lo dell ablativo assoluto latino. L uso del verbo latrare aggiunge un tratto addirit- / T25 / / L incontro con un vecchio amico e la caducità della fama mondana / 103-108 Io avevo già avvolti i capelli nella mano e gliene avevo già strappata qualche ciocca, mentre lui continuava a gridare (latrando lui) con gli occhi rivolti in basso (in giù raccolti), quando un altro dannato gridò: «Che cos hai, Bocca? Non ti basta fare rumore battendo i denti (sonar con le mascelle), senza dovere anche gridare? che diavolo ti prende (tocca)? . 109-111 Dissi: «Ormai non voglio che tu parli (favelle) oltre, malvagio traditore; poiché, a tua infamia, io porterò sulla Terra notizie certe (vere novelle) su di te . tura animalesco a un personaggio già privo di qualsiasi umanità. 110 onta: vergogna, disonore. 111 io porterò di te vere novelle: Dante, cioè, riferirà sulla Terra la notizia certa della dannazione di Bocca. Oderisi da Gubbio Purgatorio, XI, 73-108 Nel canto XI del Purgatorio ci troviamo tra i superbi, che devono camminare circolarmente lungo la cornice, piegati sotto il peso di enormi macigni: i sassi abbassano, letteralmente, la tendenza all esaltazione di sé, tipica del superbo. Il canto si apre con la recita del Padre nostro da parte delle anime purganti, alla quale Dante-personaggio assiste. Mentre anch egli va chino con gli altri (seppure il suo capo non sia gravato da alcun masso), dialoga con alcuni di loro. Tra questi, un famoso miniatore del Duecento, Oderisi da Gubbio, morto nel 1299. 78 e videmi e conobbemi e chiamava, tenendo li occhi con fatica fisi a me che tutto chin con loro andava. 81 «Oh! , diss io lui, «non se tu Oderisi, l onor d Agobbio e l onor di quell arte ch alluminar chiamata è in Parisi? . 73 chinai in giù la faccia: per ascoltare meglio, ma il gesto indica anche un atteggiamento di umiltà. 74 questi che parlava: è il nobile Omberto Aldobrandeschi, protagonista del colloquio precedente a quello con Oderisi. 75 il peso che li mpaccia: il macigno che impedisce i loro movimenti. li: il pronome 370 / LE ORIGINI E IL DUECENTO 73-78 Ascoltando chinai in basso il viso; e uno di loro, non colui che parlava, si voltò (si torse) sotto il peso che impedisce loro i movimenti (li mpaccia), mi vide, mi riconobbe e mi chiamò, tenendo gli occhi fissi (fisi) con fatica su di me che andavo tutto chino insieme a loro. PARAFRASI 75 Ascoltando chinai in giù la faccia; e un di lor, non questi che parlava, si torse sotto il peso che li mpaccia, 79-81 Gli dissi: «Oh, non sei tu forse Oderisi, colui che ha dato lustro (l onor) a Gubbio (Agobbio) e a quell arte che a Parigi (Parisi) è chiamata miniare (alluminar)? . si riferisce a tutti i superbi della cornice. 78 che andava: va rilevata la forte allitterazione in c (che chin con). 79 Oh!: l interiezione indica lo stupore di Dante nell incontrare Oderisi in questa cornice. Oderisi: fu un miniatore di rilievo nel Duecento. Nato a Gubbio intorno al 1240, fu attivo a Bologna e forse anche a Roma. 81 alluminar: è termine tecnico che de- riva dal francese enluminer, che significa miniare . Il francesismo e il riferimento a Parigi sono giustificati dal fatto che probabilmente Oderisi aveva appreso l arte della miniatura proprio in quella città, dove all'epoca fioriva un importante scuola di miniaturisti.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento