Il magnifico viaggio - volume 1

DENTRO IL TESTO I contenuti tematici L odio dei diavoli arrabbiati Il breve episodio tratto dal canto XXII dell Inferno (T18) mette in scena un litigio tra due diavoli, Calcabrina e Alichino. Il primo artiglia il secondo e, così uniti, piombano entrambi nel fossato di pece bollente, finché Barbariccia manda altri quattro demòni in loro soccorso. un episodio in sé comico, quanto al contenuto, ma come ha notato la critica è un comico senza sorriso e senza gioia. L Inferno è infatti il regno dell odio e della divisione (questo significa, del resto, il termine greco diàbolos: colui che divide ), e tali sentimenti negativi riguardano anche gli stessi demòni: tra loro non c è accordo né amicizia, bensì feroce violenza e cieca aggressività. La dolcezza del canto di Casella Il brano del canto II del Purgatorio (T19) descrive l incontro tra Dante e un amico di gioventù, Casella. Si tratta di un musico (insieme musicista-compositore ed esecutore-cantore), ma di questo personaggio non sappiamo molto: all incirca contemporaneo del poeta, dovette morire prima della primavera del 1300, cioè prima del viaggio dantesco immaginato nella Commedia. possibile (ma non certo) che Casella avesse musicato i versi di Dante. Il loro è un incontro tutto improntato a sentimenti di amicizia e di tenerezza. Il sorriso di Casella, così discreto, mostra l affetto nei confronti del poeta. Egli parla con pacatezza di voce e di gesti: si notino la dolcezza e la premura che vibrano nell avverbio soavemente (v. 85). Il canto di Casella si innalza dolce e consolatore per l angoscia di Dante. Ed egli canta così piacevolmente, suscitando tanta commozione, che tutti fanno cerchio attorno a lui, dimentichi di ogni cosa, della morte e della stessa necessità di espiazione. Subito dopo, infatti, le anime verranno richiamate dal guardiano Catone al dovere del cammino. Lo splendore del fiume di luce Nel canto XXX del Paradiso (T20) Dante e Beatrice passano dal Primo Mobile all Empireo, il cielo immateriale di pura luce che è sede di Dio ed è quindi fuori dal tempo e dallo spazio. La luce intellett al, piena d amore del v. 40 è la luce di Dio, motore e ordinatore dell universo; l anima che vi penetra è investita dalla grazia illuminante. Beatrice spiega al poeta che quella grande luce è il modo consueto con cui l Empireo accoglie coloro che vi entrano, per prepararli alle visioni che li attendono. Dante vede così un fiume di luce che sembra scorrere tra due rive fiorite; ne è abbagliato, ma riesce comunque a scorgere miriadi di scintille che prima si posano sui fiori delle rive e poi ritornano nel fiume. Le scelte stilistiche Lessico basso e sonorità aspre Nel rappresentare i diavoli del canto XXII dell Inferno (T18), Dante si attiene all immaginario medievale sui demòni, basato su una lunga tradizione iconografica: gli angeli caduti erano rappresentati come esseri mostruosi e dai caratteri animaleschi. Dante vi aggiunge però altri elementi grotteschi, come una certa deformazione caricaturale che ne connota i gesti e i movimenti. Quanto alle scelte lessicali, possiamo notare vocaboli bassi (qui, nello specifico, legati alla terra e al mondo animale) e di uso quotidiano, come zuffa (v. 135), artigli (v. 137), fosso (v. 138), sparvier grifagno (v. 139), bogliente stagno (v. 141), inviscate (v. 144), raffi (v. 147), cotti e crosta (v. 150). Molti di essi, inoltre, sono termini dalle sonorità aspre (si noti l insistenza sui fonemi r e s). La tonalità elegiaca Rispetto al brano dell Inferno, in quello del canto II del Purgatorio (T19) è possibile cogliere un deciso innalzamento del tono poetico. In tale direzione va un preciso rimando classico: il tentativo, fallimentare, di abbracciare Casella compiuto da Dante richiama un celebre passo dell Eneide di Virgilio (VI, 700-701), dove Enea inutilmente cerca di abbracciare l ombra del padre Anchise: Ter conatus ibi collo dare bracchia circum, / ter frustra comprensa manus effugit imago ( Tre volte cercò di circondargli il collo con le braccia, / tre volte invano afferrata l immagine sfuggì dalle mani ). Non è ancora la tonalità sublime (che troveremo soprattutto nel Paradiso), ma quella media o elegiaca. Essa è funzionale alla resa dei temi prettamente purgatoriali, come quelli della memoria del passato e dell amicizia. Il lessico dolce rimanda all esperienza comune che aveva unito, nella giovinezza, Dante e Casella, lo Stilnovo: abbracciarmi e affetto (v. 77), soavemente (v. 85), amai (v. 88), amo (v. 89), amoroso canto (v. 107), dolcemente (v. 113), dolcezza (v. 114). 350 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento