Il magnifico viaggio - volume 1

DENTRO IL TESTO Una speranza nell anima dell esule I contenuti tematici Condannato all esilio, Dante non cessa mai di sperare che un imperatore possa ristabilire l autorità e la pace nella penisola. Nel canto I dell Inferno aveva profetizzato l arrivo di un «veltro , un cane da caccia che allude allegoricamente a un uomo inviato dalla Provvidenza a sconfiggere i mali che affliggono il mondo. Nell autunno del 1310 un evento imprevisto ma a lungo auspicato accende la speranza nell animo del poeta: Arrigo VII di Lussemburgo, incoronato ad Aquisgrana nel gennaio dell anno precedente, decide di scendere in Italia con un esercito per ribadire la sua autorità. Anche il papa Clemente V pare favorevole, tanto che nella bolla Exultet in gloria proclama Arrigo rex iustus et pacificus (re portatore di giustizia e di pace) invitando tutte le città della penisola ad accoglierlo con onore. Contro Firenze Gli auspici di Dante si scontrano però ben presto con la realtà. Molti centri italiani infatti si ribellano: a guidarli è proprio Firenze, dove i guelfi neri intimano al papa, intanto trasferitosi ad Avignone, di schierarsi contro l imperatore. Il poeta reagisce con una violentissima epistola scritta nel marzo 1311 indirizzata Agli scelleratissimi Fiorentini che vivono tra le mura di Firenze, nella quale annuncia loro con tono apocalittico l imminente castigo divino. Risale invece al mese successivo l epistola di cui abbiamo proposto la parte conclusiva: Dante si rivolge direttamente ad Arrigo VII, gli ribadisce fiducia e devozione, ma al tempo stesso lo incoraggia a rompere gli indugi e a marciare contro il covo della ribellione, ossia Firenze, definita la causa di questo tumore purulento (r. 12). L amaro disincanto In effetti, qualche mese dopo, l imperatore cingerà d assedio Firenze, ma con mezzi insufficienti, senza ottenere risultati apprezzabili. Per Dante, intanto escluso da un amnistia generale che favorisce molti altri fuoriusciti guelfi, sarà l ennesima delusione politica: il sogno imperiale che lo aveva sorretto negli anni dell esilio svanirà definitivamente poco dopo, quando nell agosto del 1313 Arrigo VII morirà per un attacco di malaria. La rabbia dell invettiva Le scelte stilistiche La lettera costituisce un esempio assai significativo di che cosa rappresenta per Dante la politica: una passione bruciante da vivere con l intensità del militante. Vibra infatti nel testo l indignazione accesa e vendicativa tipica delle invettive: con un tono elevato, il poeta inanella una serie di similitudini mitologiche, naturalistiche e bibliche che investe l oggetto del suo astioso risentimento, Firenze. La città natale è prima paragonata a un idra pestifera (r. 2) dalle molte teste, che richiama il mostro sconfitto da Ercole, e poi viene definita come una piccola volpe (r. 15) che si abbevera all Arno e con un immagine evangelica come una pecora malata (r. 19) che diffonde il contagio infettando l intero gregge. La stessa eloquenza vigorosa e polemica sostiene le altre rappresentazioni di Firenze, ora accostata alle scellerate Mirra e Amata (colpevole la prima di incesto, la seconda di essersi opposta al fato e alle nozze di Enea e Lavinia), ora assimilata a una vipera che tenta di mordere la propria madre, cioè Roma. VERSO LE COMPETENZE con tanta insistenza alla personificazione della città di Firenze? COMPRENDERE 1 Quali accuse muove l autore al suo destinatario e quale invito gli rivolge? ANALIZZARE 2 Aiutandoti con la nota, spiega che cosa intenda dire Dante con la metafora dell idra di Lerno. INTERPRETARE 3 Per quale motivo in tutta la lettera Dante ricorre 4 Perché l autore fa riferimento anche all episodio del gigante Golia? SCRIVERE PER... ARGOMENTARE 5 Prova a rovesciare il punto di vista di Dante e omaggia la tua città con un testo celebrativo di circa 20 righe. L AUTORE / DANTE ALIGHIERI / 321

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento