T11 - Così nel mio parlar voglio esser aspro

/ T11 / / Amore e rabbia / Così nel mio parlar voglio esser aspro Rime Composta intorno al 1296, questa è la più celebre delle cosiddette rime petrose , dedicate a una donna refrattaria all amore. Alla durezza della materia corrisponde quella della forma, violenta anch essa e capace di rappresentare con grande efficacia lo scoppio di una passione profonda e irrazionale. METRO Canzone di 6 strofe di 13 versi ciascuna (endecasillabi e settenari) con schema di rime ABbC, ABbC, CddEE. Il congedo segue lo schema della sirma. 10 15 20 25 30 1-13 Nelle mie parole voglio essere aspro come lo è nei suoi gesti (ne li atti) questa bella donna di pietra, la quale racchiude in sé (impetra) una sempre (ognora) maggiore durezza e una natura più crudele, e ricopre (veste) il suo corpo (persona) di un diaspro tale che, per il suo influsso (per lui) o del fatto che lei (perch ella) si tira indietro (s arretra), non esce mai dal mio arco (di faretra) una freccia che la colpisca (colga) indifesa (ignuda); anzi (ed) lei uccide, e non serve (non val) che uno (ch om) si protegga (si chiuda) o si allontani (si dilunghi) dai suoi colpi mortali, che, come avessero le ali, raggiungono chiunque (altrui) e spezzano ogni armatura: cosicché io (sì ch io) non so e non posso difendermi (atarme) da lei. Non trovo scudo ch ella non mi spezzi né loco che dal suo viso m asconda: ché, come fior di fronda, così de la mia mente tien la cima. Cotanto del mio mal par che si prezzi quanto legno di mar che non lieva onda; e l peso che m affonda è tal che non potrebbe adequar rima. Ahi angosciosa e dispietata lima che sordamente la mia vita scemi, perché non ti ritemi sì di rodermi il core a scorza a scorza com io di dire altrui chi ti dà forza? 14-26 Non trovo uno scudo che lei non mi spezzi, né un rifugio (loco) che mi nasconda dal suo sguardo (viso): perché, come un fiore di un ramo (di fronda), così lei sta in cima alla mia mente. Sembra curarsi (par che si prezzi) delle mie sofferenze tanto quanto una nave [si cura] di un mare che non solleva (lieva) un onda; e la sofferenza ( l peso) che mi abbatte (m affonda) è tale che nessuna rima potrebbe esprimerla (adequar) in modo adeguato. Ahi, angosciosa e spietata lima [d Amore] che consumi (scemi) silenziosamente (sordamente) la mia vita, perché non ti trattieni (non ti ritemi) dal mangiarmi il cuore strato dopo strato (a scorza a scorza), come io [mi trattengo] dal rivelare il nome (di dire altrui) di chi ti dà forza? Che più mi triema il cor qualora io penso di lei in parte ov altri li occhi induca, per tema non traluca lo mio penser di fuor sì che si scopra, 27-39 Infatti (Che) mi trema maggiormente il cuore quando (qualora) penso a lei in un luogo (in parte) dove altre persone (ov altri) possono vedermi, per il timore (per tema) che traspaia (traluca) all esterno (di fuor) il 5 diaspro: censita dai lapidari medie- vali, era una pietra preziosa in grado di difendere chi la indossasse. Per tale ragione, veniva considerata un simbolo di castità. 9 om: impersonale. 294 / LE ORIGINI E IL DUECENTO 13 atarme: da atare, variante antica del verbo aiutare . 21 è tal rima: il motivo dell inadeguatezza delle parole a descrivere l amore ricorre spesso nella produzione lirica dantesca. 26 com io forza: il poeta nasconde il PARAFRASI 5 Così nel mio parlar voglio esser aspro com è ne li atti questa bella petra, la quale ognora impetra maggior durezza e più natura cruda, e veste sua persona d un diaspro tal che per lui, o perch ella s arretra, non esce di faretra saetta che già mai la colga ignuda; ed ella ancide, e non val ch om si chiuda né si dilunghi da colpi mortali, che, com avesser ali, giungono altrui e spezzan ciascun arme: sì ch io non so da lei né posso atarme. nome della donna rispettando il topos cortese della discrezione. Altrui ha valore indefinito. 28 di: dal latino de (che introduce il complemento di argomento). li occhi induca: letteralmente, porti gli occhi .

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento