2- Un mondo di simboli e allegorie

| 2 | UN MONDO DI SIMBOLI E ALLEGORIE L immutabile orizzonte della realtà Come ha scritto lo storico francese Jacques Le Goff (1924-2014), l uomo medievale si vede inscritto all interno di un orizzonte invariabile, circondato da «una rete di dipendenze terrene e celesti : ogni gesto compiuto sulla terra ha una rispondenza in cielo, nell ambito di un preciso ordine unitario ed eterno. Per quanto molteplici e frammentarie appaiano le manifestazioni e le forme della realtà, esse riconducono all autorità divina, a cui tutto è subordinato. Lo spazio e il tempo si mantengono immutati e gli eventi, invece che disporsi in una successione scandita cronologicamente, sono inseriti in una prospettiva morale, che assorbe tutte le diverse esperienze dell umanità. Anche i saperi rientrano in un sistema precostituito, indiscutibile e universale: non vanno dunque approfonditi sulla base di un criterio settoriale e specifico, ma organizzati in una dimensione globale e collocati in un fittissimo reticolo simbolico, entro il quale nulla può essere considerato separatamente. Per questo motivo, la cultura medievale può dirsi enciclopedica , in quanto tendente a includere e fondere l intero scibile umano in una visione coerente e unitaria: l intellettuale non si specializza nella singola disciplina, ma compendia tutte le conoscenze per intraprendere quel cammino graduale che porta all intelligenza perfetta, cioè a Dio. possibile il connubio tra fede e ragione? Questo tentativo di riunire tutti gli aspetti della vita in un quadro organico e religioso viene teorizzato dal domenicano Tommaso d Aquino (1225-1274), massimo interprete della filosofia cristiana medievale, la Scolastica. Adattando il pensiero del filosofo greco Aristotele ai dogmi religiosi e conciliando fede e ragione, Tommaso concepisce un ordine gerarchico dell universo, in cui vengono raccolti e sistemati i saperi e le attività umane. Di diverso orientamento è invece la lettura promossa dai filosofi dell ordine francescano (tra questi, va ricordato Bonaventura da Bagnoregio, 1217 ca- Sandro Botticelli, Sant Agostino (particolare), 1480. Firenze, Chiesa di Ognissanti. 28 / LE ORIGINI E IL DUECENTO 1274), secondo i quali il rapporto con Dio può essere coltivato a pieno solo con la fede e non con la ragione: la devozione è più importante della speculazione, l amore più della scienza, la grazia divina più del pensiero. Il rapporto con la classicità Come abbiamo visto, nel Medioevo la forma con cui appaiono fenomeni, oggetti, animali, pietre e alberi cela sempre una verità trascendente: il mondo è una sterminata foresta di segnali soprannaturali, che rimandano alla volontà divina. L interpretazione simbolica non si limita però al mondo naturale, ma si estende anche alla lettura dei libri antichi. In quanto espressione di una cultura pagana, i classici venivano letti dai primi intellettuali cristiani della tarda antichità in un ottica negativa. Per portare un esempio illustre di questa profonda diffidenza, basta citare il giudizio di san Girolamo (347-420), il Padre della Chiesa che aveva tradotto in latino la Bibbia, il quale condannava l opera dei poeti e dei retori greci e latini come «cibo del diavolo . Più aperto al dialogo con il mondo classico era stato invece sant Agostino (354430), che rintracciava nelle opere pagane anche «utilissimi precetti morali , sempre se integrati con le illuminanti verità della fede cristiana.

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento