3 - La visione politica

I grandi temi la filosofia sia da lui rappresentata come una donna virtuosa. Dante concepisce la cultura come un elemento essenziale della società e del benessere collettivo, uno strumento di ordine e pace che l intellettuale deve rivendicare per sé insieme all amore verso il prossimo insegnato dalla predicazione cristiana. FORMAZIONE INTELLETTUALE DI DANTE DAI TEMI ai testi: T13 > p. 302 T20 > p. 348 influenza di Brunetto Latini lettura degli autori classici (Aristotele, Cicerone e Boezio) lettura degli autori cristiani (Agostino, Tommaso) sincretismo delle fonti e dei modelli cultura come strumento di moralità individuale e pace sociale | 3 | La visione politica Prima e dopo l esilio Eletto ad assemblee e magistrature, ambasciatore presso molte città e infine, nel 1300, priore, massima carica comunale: l impegno politico vissuto in prima persona fa di Dante uno dei protagonisti della vita civile di Firenze negli ultimi anni del Duecento. In questo periodo egli difende l autonomia della città dalle ingerenze della Chiesa, militando tra i guelfi, nella fazione moderata dei bianchi. Come abbiamo visto nella biografia, la presa del potere da parte dei neri e i conseguenti processi sommari a carico degli avversari politici lo portano lontano dalla patria, in un esilio che segnerà il resto dei suoi giorni. Pur escluso dalla vita attiva di Firenze, costretto a peregrinare di corte in corte, Dante non rinuncia a coltivare il proprio pensiero politico, che si indirizza sempre più verso il rifiuto della frammentazione causata dall esperienza dei Comuni e l affermazione di un modello universalistico. Tale orientamento è ben visibile al tempo dell elezione imperiale di Arrigo VII e del viaggio da lui intrapreso nel 1310 in Italia per riaffermare i suoi diritti: in quest occasione il poeta scrive tre Epistole in lingua latina in cui esorta i principi e i popoli d Italia a sottomettersi e l imperatore a punire i ribelli. L entusiasmo per Arrigo Infatti all annunciata discesa di Arrigo, volta a restaurare il decaduto potere imperiale in Italia, Dante reagisce con un rinnovato interesse per la vita politica e con nuove speranze nella rifioritura del potere dell imperatore. La rinata attenzione di quest ultimo nei confronti dell Italia, «il giardino dell Impero , è voluta, secondo Dante, direttamente da Dio, che ha dotato l umanità di due guide: una che conduca l individuo verso la felicità oltremondana (il papa) e un altra (l imperatore, appunto) che mostri la strada per raggiungere la felicità terrena. Nella concezione dantesca, infatti, la restaurazione del potere imperiale farà sì che anche il Papato, impoverito spiritualmente a causa del suo potere mondano, possa ritrovare il proprio ruolo di guida spirituale, laddove invece gli ultimi pontefici (soprattutto Bonifacio VIII) 254 / LE ORIGINI E IL DUECENTO

Il magnifico viaggio - volume 1
Il magnifico viaggio - volume 1
Dalle origini al Trecento