2. LA FAVOLA

I generi UNIT 1 La fiaba e la favola 2. LA FAVOLA L intento morale La favola, che viene spesso impropriamente confusa con la fiaba, è un genere autonomo. Anzitutto va sottolineato che essa ha sempre un intento morale: si propone, cioè, di fornire un insegnamento edificante sulla natura dell uomo, sui casi della vita e sui comportamenti più saggi e virtuosi da adottare all interno della società e nelle relazioni con il prossimo. Anche la fiaba ha una valenza pedagogica, ma i suoi contenuti, a differenza di quanto avviene nella favola, non si appellano soltanto alla riflessione razionale. Nella fiaba, infatti, tutto rimane più misterioso e allusivo, dal momento che i contenuti non hanno sempre un risvolto simbolico riconoscibile e oggettivo. La brevità Una caratteristica formale imprescindibile della favola è la brevità: il testo riduce al massimo tutti gli elementi che potrebbero rallentare l azione, come descrizioni dettagliate, narrazioni psicologiche, ricostruzioni del contesto ecc. Tale rapidità è necessaria all efficacia pedagogica del testo: il suo intreccio scarno ed essenziale ci colpisce con forza, imponendoci di riflettere sulla morale, che spesso è posta in chiusura sotto forma di una breve sentenza o di un proverbio, in modo da imprimersi con efficacia nella mente del lettore. L universo della favola I protagonisti delle favole sono per lo più animali antropomorfi, cioè con caratteristiche umane. Ciascuno di essi personifica qualità fisiche e soprattutto morali facilmente individuabili: il leone è il possente re degli animali e incarna, al massimo grado, la forza e il potere; l agnello, invece, è il debole per eccellenza; il lupo è sempre avido e affamato, e così via, fino alla volpe astuta e al pavone vanitoso. Paola Pivi, Senza titolo (asino), 2003. 70

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa