Specchi incantati - volume A

Gli autori UNIT 2 30 35 40 45 50 55 60 «Madonna santa! vero! , pensò. La sera avanti, qualche ora prima che arrivasse la telefonata di Gegè Gullotta ad armare tutto il mutupèrio14 Gegè era un piccolo spacciatore di roba leggera e organizzatore di un bordello all aperto conosciuto come la mannara15 il commissario stava leggendo un romanzo giallo di uno scrittore barcellonese che l intricava assai e che portava lo stesso cognome suo, ma spagnolizzato Montalb n.16 Una frase l aveva particolarmente colpito: «la pistola dormiva con il suo aspetto di lucertola fredda . Ritirò la mano tanticchia17 schifato, richiuse il cassetto lasciando la lucertola al suo sonno. Tanto, se tutta la storia che stava per cominciare si fosse rivelata un trainello, un imboscata, aveva voglia a portarsi appresso la pistola, quelli l avrebbero spirtusato18 come e quando volevano a colpi di kalashnikov, e tanti saluti e sono. C era solo da sperare che Gegè, in ricordo degli anni trascorsi l uno allato all altro sullo stesso banco delle elementari, amicizia continuata poi magari quando s erano fatti grandi, non si fosse risolto, per interesse suo, a venderlo come carne da porco, contandogli una minchiata qualisisiasi19 per farlo cadere nella rete. No, qualisisiasi proprio no: la facenna, se vera, sarebbe arrisultata cosa grossa e rumorosa. Tirò un profondo sospiro e pigliò ad acchianare20 lento, un pedi leva e l altro metti,21 lungo uno stretto viottolo sassoso tra ampie distese di viti. Era uva da tavola, di chicco rotondo e sodo, detta, va a sapere pirchì,22 «uva Italia , l unica che pigliasse su quei terreni, perché quanto ad altra racìna23 per fare vino, sempre su quei terreni era meglio sparagnarsi la spesata e il travaglio.24 La casuzza a un piano, una càmmara sotto e una sopra, stava proprio in pizzo25 alla collinetta, seminascosta da quattro enormi ulivi saraceni che la circondavano quasi per intero. Era come Gegè gliel aveva descritta. Porta e finestre inserrate e scolorite, nello spiazzo davanti c era una gigantesca troffa26 di càpperi e poi c erano troffe più piccole di cocomerelli serbatici, di quelli che appena si toccano con la punta d un bastone schizzano in aria spandendo simenza, una seggia di paglia sfondata e messa a gambe all aria, un vecchio cato27 di zinco per pigliare l acqua reso inservibile dalla ruggine che se l era mangiato a pezzi. L erba aveva coperto il resto. Tutto concorreva a dare l impressione che da anni il loco fosse disabitato, ma era apparenza ingannevole e Montalbano per spirenzia s era fatto troppo sperto per lasciarsi persuadere, anzi era convinto che quarcheduno se ne stesse a taliarlo dall interno della casuzza, giudicando le sue intenzioni dai gesti che avrebbe fatto. Si fermò a tre 14. armare tutto il mutupèrio: imbastire tutta la manovra. 15. la mannara: letteralmente indica un recinto per animali. 16. Montalb n: Manuel V zquez Montalb n (1939-2003), scrittore spagnolo. Fu amico di Camilleri, che lo omaggia battezzando Montalbano il suo personaggio più celebre. Il romanzo 602 dal quale proviene la citazione è I mari del Sud. 17. tanticchia: un po . 18. spirtusato: sforacchiato. 19. una minchiata qualisisiasi: una stupidaggine qualunque. 20. acchianare: salire. 21. un pedi leva e l altro metti: un passo alla volta. 22. pirchì: perché. 23. racìna: uva. 24. sparagnarsi la spesata e il travaglio: risparmiarsi la spesa e la fatica. 25. in pizzo: in cima. 26. troffa: cespuglio. 27. cato: catino, secchio.

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa