T2 La vita nel lager (da Se questo è un uomo)

La vita nel lager T2 TRATTO DA Se questo è un uomo, 1947 memorialistica Per non soccombere entro pochi giorni dall arrivo al campo, bisogna imparare tempestivamente le complesse e insensate norme che ne regolano la vita. Il brano, tratto dal secondo capitolo del libro, intitolato Sul fondo, descrive la topografia di Auschwitz e presenta l inumana routine di privazioni e immani fatiche cui sono quotidianamente sottoposti i deportati. Audio LETTURA rr. 1-8 Il narratore descrive l orrore vissuto rinunciando all enfasi e alle impennate emotive, con l intenzione di rendere la verità oggettiva del lager in cui è stato internato. es. 6 5 10 15 rr. 18-23 I primi tre capoversi del brano si aprono con la ripetizione 20 della stessa forma verbale (abbiamo imparato): un modo efficace per evidenziare il graduale apprendimento, da parte dell internato, delle assurde regole che disciplinano la vita 25 del lager. es. 7 Abbiamo ben presto imparato che gli ospiti del Lager1 sono distinti in tre categorie: i criminali, i politici2 e gli ebrei. Tutti sono vestiti a righe, sono tutti H ftlinge,3 ma i criminali portano accanto al numero, cucito sulla giacca, un triangolo verde; i politici un triangolo rosso; gli ebrei, che costituiscono la grande maggioranza, portano la stella ebraica,4 rossa e gialla. Le SS ci sono sì, ma poche, e fuori del campo, e si vedono relativamente di rado: i nostri padroni effettivi sono i triangoli verdi, i quali hanno mano libera su di noi, e inoltre quelli fra le due altre categorie che si prestano ad assecondarli: i quali non sono pochi. Ed altro ancora abbiamo imparato, più o meno rapidamente, a seconda del carattere di ciascuno; a rispondere «Jawohl ,5 a non fare mai domande, a fingere sempre di avere capito. Abbiamo appreso il valore degli alimenti; ora anche noi raschiamo diligentemente il fondo della gamella6 dopo il rancio,7 e la teniamo sotto il mento quando mangiamo il pane per non disperderne le briciole. Anche noi adesso sappiamo che non è la stessa cosa ricevere il mestolo di zuppa prelevato dalla superficie o dal fondo del mastello,8 e siamo già in grado di calcolare, in base alla capacità dei vari mastelli, quale sia il posto più conveniente a cui aspirare quando ci si mette in coda. Abbiamo imparato che tutto serve; il fil di ferro, per legarsi le scarpe; gli stracci, per ricavarne pezze da piedi; la carta, per imbottirsi (abusivamente) la giacca contro il freddo. Abbiamo imparato che d altronde tutto può venire rubato, anzi, viene automaticamente rubato non appena l attenzione si rilassa; e per evitarlo abbiamo dovuto apprendere l arte di dormire col capo su un fagotto fatto con la giacca, e contenente tutto il nostro avere, dalla gamella alle scarpe. Conosciamo già in buona parte il regolamento del campo, che è favolosamente complicato. Innumerevoli sono le proibizioni: avvicinarsi a meno di due metri dal filo spinato;9 dormire con la giacca, o senza mutande, o col 1. Lager: parola tedesca che significa campo , utilizzata per indicare il Konzentrationslager, cioè il campo di concentramento. 2. politici: cioè i detenuti per motivi politici. 3. H ftlinge: parola tedesca che significa prigionieri . 4. stella ebraica: la stella a sei punte, detta di David, che i prigionieri ebrei del campo di 578 TESTO ESEMPLARE La lingua e lo stile concentramento dovevano portare come segno distintivo. 5. Jawohl: avverbio tedesco che significa sì , sissignore . 6. gamella: recipiente di latta utilizzato dai soldati per mangiare. 7. rancio: il pasto distribuito ai soldati. 8. mastello: recipiente in legno dalla forma conica. 9. filo spinato: il campo era recintato da filo spinato elettrificato.

Specchi incantati - volume A
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Narrativa