Specchi incantati - volume A

Il mondo fra le righe SPECCHI di CARTA Nella lingua italiana, l' ultimo arrivato , l espressione che dà il titolo al romanzo di Balzano, significa la persona meno importante , o il meno capace di tutti . una definizione che possiamo riferire a Ninetto, il piccolo siciliano trapiantato al Nord da solo, senza né scuola né famiglia ad assisterlo nella crescita. La sua educazione infatti matura mediante l esperienza diretta e attraverso l impatto con le inflessibili leggi dell economia e della realtà degli adulti: con la leggerezza di bambino, egli affronta la dura realtà di ogni giorno, nell Italia di non molti decenni fa. Quanti sono i ragazzi, in diverse aree del mondo, ancora oggi costretti a lavorare per vivere? A quanti sono negati i fondamentali diritti dell infanzia: la scuola e un istruzione adeguata, la protezione adatta a garantire l armonico sviluppo delle loro personalità? Anche se il fenomeno dei giovanissimi, spinti dal bisogno negli ingranaggi produttivi, non è più così evidente nelle nostre città, l Agenda 2030 se ne occupa esplicitamente e fissa, tra gli obiettivi prioritari per lo sviluppo sostenibile del mondo, la fine del lavoro minorile in ogni sua forma. GUIDA ALLA LETTURA Un monello vivace e tenerissimo Un bambino solo, in una città che non conosce, circondato da estranei e trattato con sufficienza o con disprezzo. Eppure Ninetto si presenta come un monello vivace ed esuberante: trasferitosi a Milano dopo aver vissuto l infanzia in un remoto paese del Mezzogiorno, ha imparato sulla sua pelle, esperienza dopo esperienza, ad approfittare delle occasioni offertegli dal caso. Così si appropria, con furbizia, di un cappello utile per proteggersi dal freddo, sbircia con curiosità le vetrine dei negozi affacciati sul corso, mente con abilità al colloquio con la padrona della lavanderia, affrontando ogni avventura quotidiana con vitalità quasi sfacciata, come se non gli pesassero il traumatico impatto con la metropoli, il freddo (r. 69) e il disagio di un posto a lui estraneo. Un epoca di rapido progresso e di acute contraddizioni La voce narrante rievoca anni di fervido dinamismo, di mutamenti rapidi, di florida crescita economica. Milano si offre nel suo spettacolo di botteghe, ricche di oggetti nuovi e affascinanti, di bar, pizzerie, ristoranti pieni di clienti e camerieri. Un attività frenetica percorre la città, che vive alla fine degli anni Cinquanta uno sviluppo produttivo straordinario e quindi concede a tutti una possibilità, anche a Ninetto che trova lavoro facilmente. Il progresso inarrestabile non è tuttavia privo di ombre. Nell epiteto napulì che il ragazzo si sente rivolgere affiora la dura discriminazione degli agiati cittadini verso gli ultimi arrivati, vittime di diffidenza e pregiudizi. Nell alveare (r. 70) squallido, in cui si affollano lavoratori giunti da ogni dove, si coglie l altra faccia della medaglia: le condizioni di vita reali e la fatica di adattarsi delle migliaia di uomini e donne che hanno abbandonato la propria terra per cercare un occupazione. L entusiasmo di Ninetto, che accetta poche lire come un tesoro e sfreccia pericolosamente in mezzo al traffico in sella a una bicicletta troppo grande per lui, non può nascondere il suo stato di minorenne sfruttato, privo di diritti e sicurezza, inadeguatamente salariato. Incontri e scontri di culture diverse Nelle sue scorribande su e giù per il corso, il piccolo emigrante entra in contatto con una realtà molto diversa da quella da cui proviene. Vistose differenze linguistiche e culturali lo disorientano, al punto che rimane colpito dalla lingua strana (r. 15) delle persone cui rivolge la parola. Un po stordito dalla novità, e con l ingenuità della sua età, equivoca il significato di napulì e non capisce la parola caparra (r. 44), estranea al linguaggio al quale è abituato. Ninetto, infatti, usa come normali le parole del dialetto, dà del voi invece di usare il lei, si av- 363

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Narrativa