Specchi incantati - volume A

Il mondo fra le righe 90 95 100 difendono la città, ma al contrario la città difende le mura. Non ci sono eserciti di scaricatori, né romantiche plebaglie da porto. Ci si immagina il porto come luogo del fracasso, dell andirivieni di uomini, di cicatrici e lingue impossibili,16 frenesia di genti. Invece impera un silenzio da fabbrica meccanizzata. Al porto non sembra esserci più nessuno, i container, le navi e i camion sembrano muoversi animati da un moto perpetuo. Una velocità senza chiasso. Al porto ci andavo per mangiare il pesce. Non è la vicinanza al mare che fa da garante di un buon ristorante, nel piatto ci trovavo le pietre pomici,17 sabbia, persino qualche alga bollita. Le vongole come le pescavano così le giravano nella pentola. Una garanzia di freschezza, una roulette russa d infezione. Ma ormai tutti si sono rassegnati al sapore d allevamento che rende simile un totano a un pollo. Per avere l inde nibile sapore di mare bisognava in qualche modo rischiare. E questo rischio lo correvo volentieri. Roberto Saviano, Gomorra. Viaggio nell impero economico e nel sogno di dominio della camorra, Mondadori, Milano 2006 16. impossibili: incomprensibili. COME CONTINUA 17. pietre pomici: pietre porose di origine magmatica. Al porto Saviano trova un alloggio in af tto. In cambio si impegna a scaricare pacchi per un ambiguo imprenditore cinese, Xian. Compie così il primo passo che lo porta a contatto con l economia sommersa di Napoli. In seguito ne conoscerà il volto più brutale, incontrando balordi, killer, boss, drogati, funzionari corrotti, ma anche onesti cittadini che resistono o si oppongono al sistema camorristico, come don Peppino Diana (1958-1994), che paga con la vita il suo coraggio. SPECCHI di CARTA Chi non ha mai visto una tradizionale cartolina di Napoli, con il Vesuvio sullo sfondo e il golfo lungo cui si distende la città? «Vedi Napoli e poi muori , recita un vecchio detto attribuito a Goethe, intendendo che dopo aver ammirato questa splendida città si può anche morire in pace. Questo panorama è spesso chiamato a introdurre una carrellata di banalità sulla città partenopea: il paese del sole, abitato da gente canterina, povera e felice, inguaribilmente pigra ma sempre in grado di cavarsela grazie alla fantasia, come Pulcinella, la maschera locale. In Gomorra Saviano porta alla luce invece un lato nascosto della città, svelandone la faccia livida, febbrile e affannata controllata dalla malavita, quella che insegue ciecamente il benessere e che è disposta a raggiungerlo con qualunque mezzo, compresi fucili e mazzette. Chi non si orienta è perduto: basta uno sgarro, una scintilla per far scoppiare l incendio. Vedi Napoli e poi muori? A qualcuno è andata così. Ma non avrebbe senso passare da uno stereotipo all altro, dalla pizza al kalashnikov. A Napoli c è di più, molto di più. 355

Specchi incantati - volume A
Specchi incantati - volume A
Narrativa