2. LA LINGUA VARIA IN BASE AL LUOGO

2 | LA LINGUA VARIA IN BASE AL LUOGO

Scopri la grammatica!

Rifletti e rispondi alle domande.

  • Pensa all’oggetto che usi per appendere una giacca nell’armadio: come lo chiami? Chiedi ad altri tuoi compagni oppure ad amici originari di altre regioni come chiamano quell’oggetto.
  • Ripeti la stessa operazione non con un oggetto, bensì con un verbo: pensa all’azione che fai quando togli la tovaglia dalla tavola, dopo aver mangiato, e la muovi per far cadere in terra le briciole. Quale verbo usi per esprimere quell’azione e quale, invece, usano i tuoi amici provenienti da una regione diversa dalla tua?

Se hai contatti con persone che vivono in regioni diverse dalla tua, avrai notato che l’italiano che parlano è lievemente diverso dal tuo, anche se non si esprimono in dialetto. L’italiano, dunque, cambia in base al luogo in cui viene parlato.


Oltre all’italiano standard, cioè quello studiato nelle grammatiche, esistono vari italiani regionali, cioè tipi di italiano lievemente diversi a seconda dell’area geografica. Mentre il dialetto (che deriva dal latino esattamente come l’italiano) ha regole e usi molto diversi dall’italiano (sia nella pronuncia e nel lessico, sia nella morfologia e nella sintassi), l’italiano regionale è un tipo di italiano con poche caratteristiche diverse soprattutto nella pronuncia e nel lessico.


Tutte le lingue variano a seconda del luogo in cui vengono parlate. Il variare di una lingua in base al luogo si chiama variazione, o variabilità, diatopica (o diatopìa); ciascun italiano regionale è dunque una diversa varietà diatopica.

Parole al microscopio
Parole con prefisso -dià

I termini che indicano le diverse variazioni e varietà linguistiche iniziano tutti con il prefisso dià, che viene dal greco e significa ‘attraverso’. Diatopico, ad esempio, è un termine tecnico costruito su base greca che significa ‘che varia attraverso il luogo’ (luogo in greco si dice topos).

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 LO SAPEVI? 

Come si è formato l’italiano standard? Per rispondere a questa domanda occorre riflettere sulla storia d’Italia. Dalla caduta dell’Impero romano, l’Italia è stata divisa e dominata da diverse popolazioni. Per queste e altre ragioni, in Italia si sono sempre parlate lingue diverse, dette dialetti, tutte derivanti dal latino.


L’italiano standard si è sviluppato a partire dalla lingua fiorentina nel Trecento e si è subito diffuso nella lingua scritta, mentre nella lingua parlata la sua diffusione presso tutta la popolazione avviene soltanto nel corso del Novecento. Fino a non molto tempo fa, quindi, in Italia c’era una grande differenza tra lingua scritta (italiano) e lingua parlata (i vari dialetti). I dialetti sopravvivono ancora oggi, ma vengono usati raramente, per comunicare tra parenti e amici e in situazioni informali.

       Differenze linguistiche regionali

Le differenze più forti tra un italiano regionale e un altro e tra i vari italiani regionali e l’italiano standard riguardano:

  • la fonetica, soprattutto nell’apertura o chiusura delle vocali toniche e e o che cambia spesso tra Nord, Centro e Sud. Per esempio, la parola lettera si pronuncia quasi sempre da Firenze in su con la e tonica aperta, mentre da Roma in giù con la e chiusa;
  • il lessico: nelle diverse regioni lo stesso concetto può essere espresso con parole diverse, i cosiddetti geosinonimi. Ad esempio, per indicare il negozio, o il negoziante, che vende le sigarette da Roma in su si usa il termine tabaccaio, mentre a Sud di Roma si usa tabacchino.
    Esistono anche geoomonimi, cioè parole che, a seconda delle zone d’Italia in cui vengono usate, hanno significati diversi: la forma familiare di padre in Toscana, Umbria e in qualche altra zona è espressa dal termine babbo (mentre nel resto d’Italia è espressa da papà), che in Sicilia invece vuol dire ‘sciocco’.
Più raramente le differenze linguistiche riguardano la morfologia e la sintassi: per esempio, nelle regioni centro-settentrionali è diffuso l’uso di te al posto di tu come soggetto: Vieni anche te; nelle regioni del Sud è frequente la costruzione del complemento oggetto (se rappresentato da una persona) preceduto dalla preposizione a (Ascolta a tuo padre).

Fissa i concetti

Il variare di una lingua in base al luogo si chiama variazione diatopica.
Gli italiani regionali sono le varietà diatopiche dell’italiano, dal quale differiscono soprattutto per la fonetica e il lessico.

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In pratica

                      1  Abbina correttamente i geosinonimi.


1. Foruncolo

2. Marinare (la scuola)

3. Cacciare (fuori da)

4. Ciotola

5. Zita

6. Lavabo

7. Tapparella

8. Termosifone

a. Morosa

b. Bigiare

c. Serranda

d. Acquaio

e. Scodella

f. Togliere

g. Brufolo

h. Calorifero


                      2  Indica se nelle frasi gli elementi in corsivo segnalano tratti di italiano regionale di tipo lessicale (L), morfosintattico (M), fonetico (F).

1. Ho comprato una collana d’arzento la scorsa settimana. (..........) 2. Mi sono fatto male, ho dovuto mettere uno sparatrappo sulla ferita. (..........) 3. Vengo mica a teatro! Preferisco andare al cinema. (..........) 4. Carolina ha una borzetta bellissima. (..........) 5. Lorenzo e Antonio si sono acchiappati perché Lorenzo aveva copiato la tesina di Antonio. (..........) 6. Sono privo di mangiare cibi pesanti perché il medico me li ha proibiti per un paio di settimane. (..........) 7. Ieri la temperatura superava i 35°, ho inteso molto caldo. (..........) 8. Quanno ho fame divento nervoso. (..........)

                      3  Nelle seguenti frasi riconosci le espressioni e le costruzioni sintattiche regionali; trasformale, quindi, in italiano standard e indica di quale area geografica sono tipiche (Nord, Centro-Nord, Centro-Sud, Sud, Sardegna). Se ne hai bisogno, aiutati con un vocabolario, che di solito riporta anche queste informazioni.

1. Oggi mi sono capitate le peggio cose: una giornata infernale!

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2. Quando che penso a tutti i compiti da fare, mi prende lo sconforto!

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3. Ce lo dico sempre di non fare tardi, ma Marta e Anna non mi ascoltano mai!

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4. Ti ho detto di fare il buono, capito mi hai?

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5. Il cane mio si chiama Polly.

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6. Nicola, vieni anche te al mare con noi?

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7. Marco, andasti a fare colazione al bar stamattina?

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La Grammatica Treccani - volume B
La Grammatica Treccani - volume B
Lessico, semantica, testualità, comunicazione