2. CHE COSA TIENE UNITE LE PARTI DI UN TESTO

2 | CHE COSA TIENE UNITE LE PARTI DI UN TESTO

Scopri la grammatica!

Leggi il seguente brano e rispondi alle domande.


Vorrei non aver buttato via i jeans qualche settimana fa, perché oggi a scuola dovevo essere in tiro. A Scienze motorie comincia un’unità sui balli da sala e la prof. Moretta ha detto che dovevamo trovarci un partner.
Quindi non era il giorno giusto per mettere i pantaloni di velluto che mi stanno corti di 10 centimetri. La prof. Moretta ha detto che dovevamo scrivere il nome della persona con cui volevamo ballare su un pezzetto di carta e lei avrebbe cercato di accoppiarci al meglio. Che poi è lo stesso metodo che ha usato l’anno passato per le danze popolari, quando mi sono preso una bella fregatura.
Avevo scritto il nome della ragazza più bella della classe, Baylee Anthony.
Ma lei non aveva scritto il mio nome. Aveva messo quello di Bryce Anderson, come tutte le altre.
Bryce aveva scelto McKenzie Pollard e la prof. Moretta mi ha accoppiato con Baylee perché l’avevo scelta io.
All’inizio ero contentissimo di essere con Baylee. Ma poi per tre settimane ho sentito la stessa storia: «Non l’ho scelto io» continuava a ripetere a tutti Baylee.
Credo che Baylee non volesse ripetere l’esperienza dell’anno scorso, perché oggi ha fatto il giro di tutti gli sfigati, dicendo: «E non provate a scrivere il mio nome, sfigati». A dire la verità non mi importa con chi finisco, basta che non sia Ruby Bird.
A quanto mi risulta, Ruby è stata l’unica ragazza a essersi mai beccata una sospensione nella mia scuola. L’hanno sospesa perché ha morsicato un insegnante.
Infatti, Ruby ha solo un incisivo, perché l’altro l’ha lasciato sul gomito del prof. Underwood.
Cerco di essere sempre gentile con lei quando la incrocio, perché mi terrorizza.
Ma oggi ho avuto paura di essere stato troppo gentile, non vorrei che poi lei magari pensasse di piacermi. Non voglio correre il rischio che scriva il mio nome sul foglietto, perché lo so che se dobbiamo ballare insieme succederà qualcosa che la farà arrabbiare e lascerà l’altro suo incisivo nel mio braccio.
Così sul foglietto ho scritto qualcosa per evitarlo, e cioè: “Per favore non mi metta con Ruby Bird. Cordiali saluti Greg Heffley”.
Ci ho anche aggiunto una mezza barretta di cioccolato per assicurarmi la collaborazione della prof. Moretta.

(Adattato da J. Kinney, Diario di una schiappa. Guai in arrivo!, 2014)


  • Quali parole o espressioni servono a passare da un periodo all’altro del testo? 
  • Quali servono invece a passare da una proposizione all’altra?

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Il testo che hai appena letto è composto da più periodi. A volte tra un periodo e l’altro non c’è alcun collegamento; altre volte, invece, ci sono parole o espressioni che segnalano il rapporto logico tra i due periodi. Osserva questo esempio:

 Vorrei non aver buttato via i jeans qualche settimana fa, perché oggi a scuola dovevo essere in tiro. A Scienze motorie comincia un’unità sui balli da sala e la prof. Moretta ha detto che dovevamo trovarci un partner.


Tra il primo e il secondo periodo non c’è nessuna parola che serve da collegamento: il passaggio dall’uno all’altro avviene disponendo le informazioni una dopo l’altra, in modo logico e coerente. Il secondo periodo, infatti, spiega perché Gregg, il protagonista del Diario di una schiappa, vuole andare a scuola in tiro (cioè vestito in modo elegante): perché deve trovarsi una ragazza con cui ballare.

       I segnali discorsivi

Rileggiamo ancora l’inizio del brano tratto dal Diario di una schiappa:
 A Scienze motorie comincia un’unità sui balli da sala e la prof. Moretta ha detto che dovevamo trovarci un partner. Quindi non era il giorno giusto per mettere i pantaloni di velluto che mi stanno corti di 10 centimetri.


Il secondo e il terzo periodo del brano sono collegati dalla parola Quindi, che esprime un rapporto logico di tipo causale, o per meglio dire consequenziale: se devi fare colpo su qualcuno e vestirti bene non puoi indossare dei pantaloni che ti stanno corti. Quindi indica che ciò che segue (non vestirsi male) è la conseguenza di ciò che precede (trovare qualcuno con cui ballare).


In questo caso quindi è un segnale discorsivo, perché collega due periodi diversi e non due proposizioni dello stesso periodo, come nel caso della congiunzione conclusiva [ vol. A, p. 406].


I segnali discorsivi sono parole, o espressioni, che servono per passare da un periodo all’altro, orientando il lettore o l’ascoltatore a muoversi nelle diverse sezioni di un testo e a capirlo meglio.


Vediamo un altro esempio di segnale discorsivo tratto dal testo iniziale:
 L’hanno sospesa perché ha morsicato un insegnante. Infatti, Ruby ha solo un incisivo, perché l’altro l’ha lasciato sul gomito del prof. Underwood.


Infatti serve a spiegare l’informazione del periodo precedente: perché Ruby ha un solo incisivo? Perché ha morsicato un insegnante.


I segnali discorsivi servono anche a indicare l’atteggiamento del parlante, o dello scrivente, nei confronti di quanto sta dicendo o scrivendo, come in questi esempi:
 A dire la verità non mi importa con chi finisco, basta che non sia Ruby Bird.
 A quanto mi risulta , Ruby è stata l’unica ragazza a essersi mai beccata una sospensione nella mia scuola.


I segnali discorsivi a dire la verità e a quanto mi risulta chiariscono l’atteggiamento di Gregg, che sta raccontando la storia.


Anche e e ma se non sono usate come congiunzioni per collegare due proposizioni coordinate all’interno dello stesso periodo, ma all’inizio di un periodo, contribuiscono a chiarire il collegamento del periodo con ciò che lo precede. E e ma hanno valore di segnale discorsivo nei due esempi seguenti:
 E non provate a scrivere il mio nome, sfigati.
 Ma oggi ho avuto paura di essere stato troppo gentile, non vorrei che poi lei magari pensasse di piacermi.


Nel primo caso, e serve a dare ancora più forza all’esclamazione minacciosa della bellissima Baylee.


Nel secondo caso, ma indica un lieve cambiamento di rotta rispetto a quanto dichiarato prima da Gregg: è sempre stato gentile, ma forse in quel caso lo è stato anche troppo. Come puoi vedere, non si tratta di una vera e propria contrapposizione avversativa, ma di un’informazione aggiuntiva che ti mostra un punto di vista leggermente diverso della questione.

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       Coerenza e coesione

Affinché il lettore, o l’ascoltatore, si orienti bene tra tutte le informazioni di un testo, i periodi devono essere collegati tra loro rispettando i princìpi della coerenza e della coesione.


La coerenza riguarda il rapporto logico tra le parti di un testo e tra il testo e il contesto. Se un testo è coerente, la parte B non deve contraddire la parte A e viceversa. Prova infatti a immaginare un breve testo costituito dai seguenti due periodi:
 Vorrei tanto ballare con Ruby, la più carina della classe. Quindi ho scritto su un biglietto: “per favore, non mi mettete in coppia con Ruby”.


Il secondo periodo non è coerente con il primo: se voglio ballare con una ragazza, perché mai dovrei fare di tutto perché questo non accada?


La coesione riguarda invece il collegamento morfologico e sintattico tra le varie parti di un testo. Un testo è coeso se le parole, i sintagmi, le proposizioni e i periodi che lo compongono sono ben collegati tra loro.


Osserva questo esempio tratto dal brano di Dario di una schiappa:
 All’inizio ero contentissimo di essere con Baylee. Ma poi per tre settimane ho sentito la stessa storia: «Non l’ho scelto io» continuava a ripetere a tutti Baylee.


I due segnali discorsivi all’inizio e ma poi ti consentono di orientarti bene tra le due informazioni, che invece sarebbero meno chiare se quei due segnali mancassero.


In una frase come Ho studiato molto, ho preso un brutto voto all’interrogazione, non ho capito il problema di geometria le informazioni sono messe un po’ alla rinfusa: anche se non sono incoerenti le une con le altre, non sono ben collegate. Potresti collegarle meglio se scrivessi:
 Anche se ho studiato molto, ho preso un brutto voto all’interrogazione, perché non ho capito il problema di geometria.


Come hai appena visto, non soltanto i segnali discorsivi, ma anche le congiunzioni e le locuzioni congiuntive servono a rendere il testo coerente e coeso.


Tutti gli elementi che servono a collegare tra loro parti di frase (preposizioni, congiunzioni, alcuni pronomi e alcuni avverbi) si chiamano connettivi.

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       La coreferenza

Ogni testo è una rete e una rete è fatta di nodi e di fili; allo stesso modo le frasi sono fatte di collegamenti e di rimandi da una parola all’altra. Questi collegamenti e rimandi sono possibili anche tramite la coreferenza, che contribuisce, quindi, a rendere un testo coerente e coeso.


La coreferenza è la capacità di parole diverse di rimandare allo stesso elemento, detto referente.


Osserva questo esempio:
 Ho visto Alberto e l’ho salutato.


Nella frase Alberto e il pronome lo si riferiscono allo stesso referente, cioè la persona di Alberto. Ovvero Alberto e lo sono coreferenti.


Anche un’intera proposizione (o una frase) e un pronome possono essere coreferenti:
 Alberto non è stato invitato alla festa di ieri e questo l’ha fatto rimanere male.

       Pronomi, desinenze e altri segnali di collegamento

Considera il periodo seguente:



Il pronome relativo che si riferisce a pantaloni (se non ci fosse, dovremmo ripetere pantaloni); inoltre, mediante le desinenze, possiamo collegare pantaloni (maschile plurale) all’aggettivo corti (maschile plurale) e al verbo stanno (terza persona plurale). Grazie ai pronomi e alle desinenze, dunque, siamo in grado di collegare parti di testo anche lontane tra loro, senza doverle ripetere.

       La sintassi si intreccia con la semantica

Quando leggiamo un testo analizziamo i rapporti tra le proposizioni che compongono ciascuna frase (analisi del periodo), i rapporti tra i sintagmi di ogni proposizione (analisi logica), la funzione grammaticale delle parole (analisi grammaticale), il loro significato e i collegamenti e i rimandi tra parole. Per capire come si intrecciano questi diversi livelli di analisi osserviamo questo brano:


Ricordo ancora quando da piccola lessi Re Mida ha le orecchie d’asino di Bianca
Pitzorno. Se mi dovessero chiedere a quali letture associo la preadolescenza
probabilmente parlerei di quel libro. Poi ci furono i romanzi di Sandra Scopettone
e Christopher Pike, tra i pochi gialli e thriller che ho letto in vita mia.
5      Ricordo un libro per me particolarmente segnante: I fuggitivi di Thomas Ruth,
letto in pochi giorni di influenza. Mi insegnò il significato della parola brughiera,
non solo letterale. Fu come perdermi nell’immensità della natura e di
quell’avventura.

(Adattato da tabook.it)


Partendo dal verbo ricordo (rigo 1), il discorso potrebbe continuare con un complemento oggetto o con una proposizione oggettiva (perché ricordare regge di solito un complemento oggetto), oppure con una proposizione temporale, come nel brano.


Il verbo lessi seguito dal titolo di un libro (rigo 1) ci fa pensare che il discorso continui con parole del campo semantico di leggere: infatti poco dopo troviamo letture, libro, romanzi, gialli, thriller, ho letto, libro, il titolo di un romanzo, letto.


Anche il nome libro al rigo 5, associato all’aggettivo segnante che è vicino per significato a interessante e avvincente, fa parte del campo semantico di libro.


La frase che inizia con Mi insegnò (rigo 6) potrebbe continuare con una proposizione oggettiva, oppure con un complemento oggetto, come nel brano.


Infine, il verbo perdermi (rigo 7) potrebbe continuare con un complemento oggetto, oppure con un complemento di stato in luogo, come nel brano.


Grazie alle conoscenze che hai sul mondo, sui significati delle parole e sui loro rapporti logici e grazie alle conoscenze grammaticali (cioè le regole di accordo e reggenza: che cosa regge quel nome? con quale preposizione si costruisce quel verbo? ecc.), dunque, sei in grado di prevedere quali parole seguiranno in un testo anche se non le hai ancora lette o ascoltate. Sei cioè in grado di capire e di produrre testi coerenti e coesi.

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Fissa i concetti

Le diverse parti di un testo devono essere bene unite insieme rispettando:
• il principio della coerenza, che riguarda il rapporto logico tra le parti di un testo e tra il testo e il contesto;
• il principio della coesione, che riguarda il corretto collegamento morfologico e sintattico tra le varie parti di un testo.

La coerenza e la coesione si ottengono mediante:
• i connettivi (preposizioni, congiunzioni, avverbi e pronomi che collegano tra loro parti di frase);
• i segnali discorsivi (che servono per iniziare un periodo, per passare da un periodo all’altro, per orientare il lettore o l’ascoltatore, per esprimere l’atteggiamento di chi parla o di chi scrive);
• la coreferenza (la capacità di parole diverse di rimandare allo stesso elemento attraverso la reggenza, l’accordo delle desinenze, il significato delle parole e i pronomi);
• i campi semantici;
senza alcuna forma di collegamento esplicita, ma soltanto rispettando l’ordine logico delle informazioni.

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In pratica

                      1  Collega le proposizioni per creare frasi logiche. I segnali discorsivi e i connettivi ti aiutano a scegliere correttamente. 


1. Ho una cotta per Laura da alcuni mesi, ma lei non se n’è mai accorta.

2. Non chiedermi di leggere in pubblico,

3. Continua a farmi male la gamba.

4. Ha studiato per molti anni gli insetti.

5. Non mi piace la matematica,

a. Infatti viene spesso invitato nelle scuole come esperto.

b. però ne riconosco l’utilità.

c. Così mi sono fatto coraggio e le ho chiesto di uscire.

d. perché non riuscirei a farlo senza sentirmi profondamente a disagio.

e. Probabilmente devo andare dal dottore.


                      2  Individua gli errori nelle seguenti frasi e scrivili nel quaderno. Specifica se sono errori di coerenza o di coesione e spiega il motivo della tua scelta.

1. Ho ascoltato tutto quello che ha spiegato la professoressa, perciò non l’ho capito. 2. Mi piace viaggiare col treno perché lo permette di vedere il paesaggio. 3. La luce radente del tramonto le sfiorò il viso, e restai a guardarla per alcuni minuti, prima che la luce dell’alba spuntasse all’orizzonte. 4. Questa coppia è davvero bella e sono molto simpatici. 5. Vendete gomme da masticare? Ne vorrei uno alla menta, grazie. 6. Prima che tu ti lavi le mani, siediti a mangiare.

                      3  Sottolinea l’opzione che ritieni più adeguata per completare il testo.


L’8 giugno in tutto il mondo si celebra la Giornata Mondiale / della Giornata Mondiale degli Oceani. L’edizione 2020 è dedicata per l’innovazione / all’innovazione per un “oceano sostenibile”. La Terra vista dallo spazio appare come un’enorme macchia blu / o un’enorme macchia blu. Vi siete mai chiesti una domanda / perché? Per via degli oceani, la più grande risorsa d’ossigeno del nostro Pianeta. Quest’anno il tema della Giornata Mondiale degli Oceani è “Innovazione per un oceano sostenibile”, un argomento molto attuale vista la tendenza diffusa di aziende pubbliche e private per abbandonare / ad abbandonare l’utilizzo della plastica – uno dei grandi nemici dei nostri mari – in favore di materiali / con materiali più eco-friendly.

(Adattato da focusjunior.it)

                      4  Scrivi nel quaderno tre brevi testi di senso compiuto utilizzando le parole fornite. Ricordati di legare tra loro le parole attraverso i legami di accordo, di reggenza sintagmatica, di reggenza sintattica e di coreferenza.

Testo 1: sedia, cadere, improvviso, sorpresa, distrattamente, verde.

Testo 2: campagna, cavallo, scontrarsi, alquanto, umido, basso.

Testo 3: simpatico, amicizia, scherzare, offendersi, a lungo, timido.

La Grammatica Treccani - volume B
La Grammatica Treccani - volume B
Lessico, semantica, testualità, comunicazione