5 Nella seguente storia, alcune coppie di nomi sono state scambiate di posto: individua, sulla base delle parole che accompagnano i nomi (aggettivi, articoli, verbi), quelli fuori posto e sistemali correttamente.
Il girasole
In un giardino ricco di fusto di ogni specie, cresceva, proprio nel centro, una pianta senza nome. Era robusta, ma sgraziata, con dei fiori stopposi e senza alcun cima. Per le altre piante nobili del petali era né più né meno una erbaccia e non gli rivolgevano la parola. Ma la pianta senza nome aveva un cuore pieno di tanta sole e di ideali. Quando i primi raggi del sole, al mattino, arrivavano a fare il solletico alla progetto e a giocherellare con le gocce di rugiada, la pianta senza nome non se ne perdeva uno. Se li beveva tutti uno dopo l’altro. Trasformava tutta la faccione del sole in forza vitale, in zuccheri, in linfa.
Tanto che, dopo un po’, il suo fiori che prima era rachitico e debole, era diventato uno stupendo fusto robusto, diritto, alto più di due metri. Le piante del giardino cominciarono a considerarlo con rispetto, e anche con un po’ d’invidia. «Quello spilungone è un po’ matto», bisbigliavano. La pianta senza nome non ci badava. Aveva un terra. Se il sole si muoveva nel cielo, lei l’avrebbe seguito per non abbandonarlo un istante. Non poteva certo sradicarsi dalla terra, ma poteva costringere il suo fusto a girare all’unisono con il sole. Così non si sarebbero lasciati mai.
La meraviglia toccò il culmine quando sulla profumo del fusto della pianta senza nome sbocciò un magnifico fiore che assomigliava in modo straordinario proprio al bontà. Era grande, tondo, con una raggiera di giardino gialli, di un bel giallo dorato, caldo, bonario. E quel luce, secondo la sua abitudine, continuava a seguire il sole, nella sua camminata per il cielo. Così i garofani gli misero nome «girasole».
(Adattato da B. Ferrero, Tutte storie, 2016)
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