Dai fatti alla Storia - volume 3

SEZIONE B | TOTALITARISMI E CRISI DELLE DEMOCRAZIE Nei primi mesi del 1926, mentre la svalutazione della lira si faceva sempre più incalzante (era giunta quell anno a un rapporto di cambio di 150 lire per 1 sterlina), Mussolini annunciò la volontà di rivalutare la moneta e di fissare il cambio alla cosiddetta quota 90 , riportando cioè il cambio a 90 lire per 1 sterlina, ovvero ai livelli precedenti la Grande guerra. Grazie a una così decisa manovra egli intendeva raggiungere diversi obiettivi: frenare la crescente inflazione, con un operazione deflazionistica; ridurre il costo delle importazioni delle materie prime; dare un immagine di stabilità a livello internazionale, dimostrando la solidità del regime; avvantaggiare i ceti medi, tutelando il potere d acquisto dei loro redditi, svalutati dall inflazione; tranquillizzare i paesi esteri verso cui l Italia aveva debiti, in particolare gli Stati Uniti. Non mancarono effetti sfavorevoli in seguito a questi provvedimenti, come la limitazione del credito bancario, la difficoltà di competere con i prodotti esteri per le imprese esportatrici a causa della rivalutazione della lira, o come la riduzione dei salari di operai e lavoratori dipendenti, che provocò un calo dei consumi con conseguente contrazione dell occupazione. Il beneficio maggiore lo ebbero le grandi industrie che agirono sul piano interno, producendo un sostanziale regime protezionistico. QUANDO 1926 Battaglia del grano 1928 Bonifica dell Agro Pontino Approfondisci VIDEO La battaglia del grano Al successo della battaglia del grano contribuirono i cinegiornali. Mussolini si fece riprendere dalle cineprese mentre lavorava a torso nudo nei campi, per mostrarsi come uomo avvezzo alle fatiche comuni: in lui il più semplice dei contadini e dei lavoratori poteva rivedere se stesso. 232 LA BATTAGLIA DEL GRANO Altre misure furono prese dal fascismo nel settore agricolo, che occupava la maggior parte dei lavoratori italiani, in particolare con due campagne lanciate a partire dal 1926. La prima è nota come la battaglia del grano . Mussolini decise di applicare il protezionismo anche ai prodotti agricoli italiani e perciò inasprì il dazio sui cereali di provenienza estera; ma l obiettivo fondamentale consistette nel raggiungere l autosufficienza cerealicola e nel ridurre contestualmente le importazioni: i risultati furono positivi. Il regime impegnò massicce energie propagandistiche per sbandierare i successi ottenuti al fine di accrescere il consenso intorno a sé. A sostegno dell impresa furono realizzati concorsi e consegnati premi ai migliori coltivatori. Il risultato fu una grande mobilitazione del mondo rurale. Collaterale a questa battaglia fu l altra, denominata bonifica integrale , finalizzata ad ampliare i terreni disponibili per la produzione cerealicola. Avviata nel 1928, riuscì a recuperare terre incolte, ma anche ad arginare la disoc-

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Dal Novecento a oggi