3 IL “BIENNIO ROSSO”

SEZIONE A | L ESORDIO DEL NOVECENTO: GUERRE E RIVOLUZIONI 3 QUANDO 1919-20 Biennio rosso Operai armati occupano una fabbrica nel 1920. La falce e il martello erano l insegna del movimento proletario che appoggiava sia le proteste contadine sia quelle operaie. Serrata Azione di lotta sindacale degli imprenditori che comporta la chiusura delle aziende, rifiutando la prestazione e conseguentemente il pagamento dei propri dipendenti per abbassarne le rivendicazioni. 160 IL BIENNIO ROSSO LE OCCUPAZIONI DI TERRE E DI FABBRICHE Con l acuirsi della crisi economica, prese vita una serie di lotte sociali particolarmente significative tra il 1919 e il 1920, cui è stato dato il nome di biennio rosso . Già all inizio del 1919 i contadini del Nord del paese, attraverso scioperi e altre forme di resistenza, riuscirono a conquistare alcuni importanti risultati, tra cui l imponibile di manodopera. Era questo uno strumento che consentiva di stabilire un numero concordato di assunzioni in relazione al terreno da coltivare, mentre non ebbe successo l obiettivo massimo: la divisione e distribuzione delle terre. Anche i contadini meridionali agirono con decisione e occuparono le terre dei latifondisti. Nel Sud Italia il sistema agricolo era ancora lontano dal modello delle aziende moderne. Ma anche qui la riforma agraria restò un miraggio, in quanto si ottenne solo una parziale redistribuzione delle terre. Nelle loro lotte i contadini furono appoggiati in particolar modo da un organizzazione sindacale di ispirazione cattolica, la Cil (Confederazione italiana dei lavoratori). Intanto, si stavano muovendo con determinazione e vigore gli operai delle fabbriche del Nord che, inizialmente, con le proteste puntavano a ottenere aumenti salariali contro il caro-vita. Ma dopo aver raggiunto nel febbraio 1919 un accordo sulla giornata lavorativa ridotta a otto ore, il movimento operaio prese una piega più radicale e lo scontro si spostò sul terreno della gestione delle fabbriche. A questo punto gli industriali negarono ogni trattativa di fronte alla richiesta dei sindacati di rinnovare i contratti di lavoro. Torino, la città dove si concentravano le maggiori fabbriche, fu il centro delle mobilitazioni operaie nel settembre 1920, e quando gli industriali attuarono la serrata, cioè chiusero gli stabilimenti di fronte alle richieste dei lavoratori, questi decisero di occupare le fabbriche, sostenuti dai sindacati. LE INDECISIONI DELLA SINISTRA Nell arco di pochi giorni lo stesso fenomeno si replicò in molte altre aree industriali del Nord, con il coinvolgimento di circa 500 000 operai, assumendo dimensioni impreviste dagli stessi sindacati. A questo punto si cominciarono a configurare i consigli di fabbrica, organismi rappresentativi di tutti gli operai, il cui scopo era il controllo dell intero processo produttivo sul modello dei soviet. Essi ebbero l appoggio di alcuni dirigenti socialisti: intellettuali che si raccoglievano intorno alla rivista L Ordine Nuovo , quali Antonio Gramsci (1891-1937), Palmiro Togliatti (1893-1964), Angelo Tasca, che guardavano all esperienza dei soviet come a un esempio da riprodurre anche in Italia e che su questa base avrebbero fondato di lì a poco il Partito comunista. Gli eventi sembravano in alcuni momenti ormai destinati a volgere verso una direzione rivoluzionaria. Tutto ciò provocò nel mondo imprenditoriale e nella borghesia il forte timore che stesse per realizzarsi anche in Italia l attacco del proletariato allo Stato. D altra parte la Cgdl, la Confederazione generale del lavoro (> C1.2), il sindacato che raccoglieva in quel biennio la più alta adesione di lavoratori iscritti, era orientata su posizioni moderate e voleva che la lotta rimanesse su un piano sindacale.

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi