Dai fatti alla Storia - volume 3

Il dopoguerra in Italia e l avvento del fascismo | CAPITOLO 6 Illustrazione pubblicata il 19 gennaio 1919 sul giornale satirico L Asino , a sostegno delle lotte e delle rivendicazioni di contadini e braccianti. Bracciante Lavoratore agricolo la cui attività non richiede particolari conoscenze tecniche. Mezzadro Agricoltore che lavora i campi di un proprietario terriero in cambio della metà dei raccolti. RICAPITOLANDO 1 In quale situazione si trovarono i reduci italiani di ritorno dalla Grande guerra? 2 Quale possibile sbocco si prospettò per il mondo rurale nel fronteggiare le difficili condizioni lavorative postbelliche? 3 Quali erano le caratteristiche del ceto medio italiano nel dopoguerra? IL MONDO RURALE Il mondo agricolo italiano si presentò nel dopoguerra ancor più carico di tensioni rispetto alla situazione esistente prima del conflitto. L Italia restava un paese sostanzialmente agricolo, nonostante importanti fenomeni di industrializzazione che, tuttavia, rimasero localizzati nell area nord-occidentale della penisola. Il latifondo e la piccola proprietà contadina costituivano il modello rurale prevalente. La perdita di forza lavoro, dovuta alla chiamata in guerra di tanti contadini, bloccò, inoltre, la produzione agricola, che in quegli anni conobbe un forte calo. L emigrazione costituì per molti una soluzione e una necessità. Ma proprio all inizio degli anni Venti, gli Stati Uniti, che erano il maggior destinatario del flusso migratorio, diedero una forte stretta all accoglienza dei migranti. La classe dirigente liberale non era riuscita a realizzare la tanto attesa riforma agraria che avrebbe dovuto ridistribuire le terre incolte ai contadini; né era stata mantenuta la promessa, fatta dai comandi militari all indomani della sconfitta di Caporetto, con cui si assicurava ai soldati (in gran parte contadini) l assegnazione di terre per motivarli a riprendere la guerra con maggiore spirito combattivo. C erano, dunque, tutte le ragioni per un conflitto sociale che aveva come punto nodale la rivendicazione delle terre. Si formarono leghe di braccianti e di mezzadri che lottarono per concordare nuovi contratti di lavoro e nuove condizioni con i grandi e piccoli proprietari, i quali diedero una risposta durissima in difesa dei propri interessi. IL CETO MEDIO Un altro gruppo sociale che visse condizioni di forte disagio fu il ceto medio, anche se per ragioni del tutto differenti da quelle dei contadini. Erano piccoli commercianti e proprietari, impiegati e professionisti di livello inferiore, che si erano visti declassati alla fine della guerra, perdendo vantaggi sociali ed economici goduti in precedenza. L inflazione ne divorò i risparmi e la capacità d acquisto, portandoli spesso in condizioni al limite della povertà. Nonostante le perdite economiche, queste persone, la maggior parte delle quali nel 1915 aderirono ai richiami nazionalistici in favore dell intervento in guerra dell Italia, non si rassegnarono a perdere il loro ruolo sociale e anzi pretesero di essere riconosciuti dallo Stato quali artefici decisivi della vittoria pur avvertendo un chiaro senso di frustrazione economica e sociale. In sintesi si possono cogliere i tratti distintivi comuni al ceto medio: l avversione alla classe operaia e l opposizione al socialismo, il movimento e l ideologia che rappresentava gli operai; il timore dell avvento di una rivoluzione sul modello sovietico anche in Italia; l affermazione di valori patriottici, ma nella versione dei movimenti nazionalisti e combattentisti; il biasimo per la borghesia imprenditoriale che in buona parte aveva costruito i suoi profitti grazie alle vicende belliche; il disprezzo per la classe politica liberale, che giudicavano corrotta; lo scetticismo e il disprezzo per i sistemi parlamentari e democratici. Con questo bagaglio ideologico molta parte del ceto medio confluirà nel fascismo. 159

Dai fatti alla Storia - volume 3
Dai fatti alla Storia - volume 3
Dal Novecento a oggi