Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO Enrico Cadolini, Ritratto di Giuseppe Garibaldi, XIX secolo. QUANDO 5 e 6 maggio 1860 Inizio della spedizione dei Mille 354 una spedizione militare nell isola e aizzare la popolazione verso l insurrezione, che poi avrebbe dovuto estendersi al continente. Memori della disfatta di Pisacane a Sapri, Crispi e Pilo si adoperarono per organizzare una rivolta locale prima ancora dello sbarco dei volontari. Pilo si recò di persona in Sicilia per dirigere l insurrezione, duramente soffocata a Palermo ma ben presto estesasi alle campagne e sviluppatasi in una lunga guerriglia. Crispi si mosse invece per convincere Giuseppe Garibaldi ad accettare il comando militare della spedizione: rivoluzionario, patriota, con decenni di esperienza di rivoluzioni e guerre alle spalle (tra Italia e Sud America), allontanatosi con il tempo da Mazzini e dalle sue idee e unitosi alla Società nazionale, Garibaldi (> A ) era l opzione migliore a disposizione. Oltrettutto, godeva anche di un certo credito presso i piemontesi, dopo il ruolo che aveva svolto alla testa dei Cacciatori delle Alpi durante la Seconda guerra d indipendenza. Quanto a Cavour, da un lato non diede esplicito appoggio all impresa, temendo oltretutto che avrebbe potuto mettere a rischio il nuovo equilibrio tanto faticosamente ottenuto e che avrebbe riportato alla ribalta quei gruppi democratici ed estremisti da lui avversati. Dall altro lato, era comunque convinto che dall impresa il Piemonte avrebbe avuto tutto da guadagnare, sia se fosse andata a buon fine, sia se, come sembrava probabile, fosse stata repressa, permettendogli di denunciare la velleitarietà delle iniziative dei gruppi democratici e repubblicani. In concreto, il primo ministro piemontese non fece nulla per ostacolare la spedizione garibaldina, così come Vittorio Emanuele II, che guardava con simpatia all impresa, non poté fare molto in suo favore. GARIBALDI IN SICILIA Preparata in poco tempo e con scarsi mezzi finanziari, la spedizione di Garibaldi iniziò la notte tra il 5 e il 6 maggio 1860 dalle coste di Quarto, vicino Genova. Con lui, poco più di mille volontari, di varia provenienza geografica (per lo più settentrionali) e in larga parte già impegnati nelle campagne militari del 1848 e del 1859. Si impadronirono di due navi a vapore, il Piemonte e il Lombardo, per poter raggiungere la Sicilia e il porto di Marsala. A differenza di quanto era accaduto a Pisacane tre anni prima, Garibaldi e i Mille furono accolti con entusiasmo dalla popolazione locale nel loro viaggio verso l interno dell isola. Il 15 maggio, a Calatafimi, il corpo di spedizione raccolse, con l aiuto di poche centinaia di insorti siciliani, la sua prima vittoria contro le truppe borboniche, nonostante una netta inferiorità numerica. Sulle ali dell entusiasmo, Garibaldi e i suoi proseguirono il loro cammino verso Palermo: alla vista dell avanguardia delle truppe, la città insorse, e dopo tre giorni di combattimenti soldati e personale fedele ai Borbone dovettero fuggire. Garibaldi, che subito dopo lo sbarco aveva assunto la dittatura in nome di Vittorio Emanuele II, proclamò così la decadenza della monarchia borbonica. Venne dunque formato un nuovo governo provvisorio, sotto la guida di Francesco Crispi, ma per portare a termine l occupazione dell isola occorrevano rinforzi. Fra giugno e luglio sbarcarono quasi 15 000 volontari provenienti dal nord, con i quali Garibaldi poté puntare verso la parte nord-orientale dell isola e affrontare il resto delle truppe borboniche. A Milazzo, il 20 luglio, il nuovo successo dei patrioti costrinse gli uomini fedeli a Francesco II di Borbone a rifugiarsi sul continente.

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento