Dai fatti alla Storia - volume 2

Il Risorgimento | CAPITOLO 13 QUANDO 1848-49 Prima guerra d indipendenza italiana Il treno dell Assemblea costituente della Repubblica romana caccia Pio IX verso Gaeta, in una vignetta satirica. QUANDO 23-25 luglio 1848 Battaglia di Custoza Approfondisci Pio IX, il mito del papa liberale L INTERVENTO PIEMONTESE Nello stesso giorno, 23 marzo 1848, in cui gli austriaci si ritirarono da Venezia e da Milano, il Regno di Sardegna dichiarò guerra all Austria. Varie furono le motivazioni che spinsero Carlo Alberto a intervenire: le pressioni interne di liberali, democratici e patrioti, decisi ad approfittare del momento di difficoltà degli austriaci; la storica ambizione dei piemontesi di espandersi verso est e di ampliare i confini della monarchia sabauda; il timore, per il sovrano e per gli ambienti più conservatori, che il LombardoVeneto potesse stabilizzarsi come un centro di propagazione di idee e agitazioni di stampo repubblicano. Ebbe così inizio la Prima guerra d indipendenza italiana (1848-49). Preoccupati che le rivendicazioni patriottiche e democratiche potessero minacciare anche i loro troni, si unirono alla guerra di Carlo Alberto anche Ferdinando II delle Due Sicilie, Leopoldo II di Toscana e papa Pio IX. L entusiasmo iniziale, accresciuto dalla presenza di migliaia di volontari da tutta la penisola, durò tuttavia poco: le intenzioni piemontesi, che si limitavano alla volontà di annettere il Lombardo-Veneto e non certo di creare uno Stato italiano democratico, furono subito evidenti. Gli altri sovrani, per nulla disposti a combattere per la gloria di Carlo Alberto, decisero, uno dopo l altro, di ritirare le proprie truppe dal conflitto, tra la fine di aprile e la metà di maggio. Rimasero invece a combattere molti soldati regolari che non obbedirono all ordine di ritirata dei rispettivi sovrani, oltre ai numerosi volontari: tra di essi, si distinse il contingente toscano, guidato da Giuseppe Montanelli, eroico protagonista della battaglia di Curtatone e Montanara (29 maggio 1848). Dal Sud America era inoltre rientrato Giuseppe Garibaldi, messosi a disposizione del governo provvisorio lombardo. CUSTOZA E LA RESISTENZA DELLE FORZE DE MOCRATICHE Nelle prime settimane, le sorti del conflitto sembrarono pendere dalla parte dei piemontesi, vittoriosi in alcuni scontri, per esempio a Pastrengo (30 aprile) e a Goito (30 maggio). Nei territori liberati, inclusa Venezia, furono prematuramente indetti dei plebisciti per sancire l annessione al Regno di Sardegna. Ma la superiorità dell esercito austriaco, alla lunga, emerse chiaramente: nella prima battaglia campale, a Custoza, presso Verona, le truppe piemontesi furono nettamente sconfitte (23-25 luglio). Il 9 agosto successivo, Carlo Alberto fu costretto a firmare l armistizio. Nonostante la sconfitta piemontese, i fronti di lotta democratica e patriottica rimasero accesi in gran parte della penisola. Protagonisti furono soprattutto i ceti urbani, tanto borghesi quanto popolari, mentre molto scarsa fu la partecipazione delle masse rurali, che costituivano la grande maggioranza della popolazione italiana dell epoca. Trascorsa l estate del 1848, la Sicilia continuava a essere nelle mani dei separatisti, che si erano dati un governo e una propria Costituzione democratica. A Venezia, la repubblica guidata da Manin era ancora in piedi nonostante la sconfitta di Custoza, mentre in Toscana il granduca fu forzato a formare un governo democratico capeggiato dai democratici Montanelli e Guerrazzi. Dopo l omicidio del primo ministro Pellegrino Rossi, papa Pio IX fu addirittura costretto ad abbandonare Roma, in novembre, e a rifugiarsi a Gaeta, sotto la protezione di Ferdinando di Borbone. Nel gennaio 1849, si tennero nello Stato pontificio elezioni a suffragio universale per la composizione di un Assemblea 329

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Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento