4 IL 1848 E LA PRIMA GUERRA D’INDIPENDENZA

Il Risorgimento | CAPITOLO 13 4 Carlo Alberto di Savoia firma lo Statuto albertino nel 1848. QUANDO 8 febbraio 1848 Statuto albertino Milano durante i combattimenti nelle cinque giornate . QUANDO 18-22 marzo 1848 Cinque giornate di Milano Approfondisci Carlo Cattaneo IL 1848 E LA PRIMA GUERRA D INDIPENDENZA INSURREZIONI E COSTITUZIONI Il clima di agitazione rivoluzionaria e di richieste di regimi democratici e costituzionali che aveva caratterizzato gli Stati della penisola italiana sin dalla chiusura del Congresso di Vienna continuò a crescere negli anni Quaranta dell Ottocento. In anticipo rispetto alla primavera dei popoli scoppiata in Francia e nell Europa centro-orientale (> C12), il 1848 italiano iniziò il 12 gennaio 1848 con la sollevazione di Palermo, legata soprattutto alle tradizionali rivendicazioni autonomistiche siciliane. Nel tentativo di porre fine alle proteste, Ferdinando II di Borbone annunciò, il 29 gennaio, la concessione di una Costituzione valida per l intero Regno delle Due Sicilie, ma il gesto non solo non valse a spegnere il moto in Sicilia, ma diede coraggio ed entusiasmo ad analoghi fronti di protesta in tutta Italia. Ancor prima dello scoppio della rivoluzione di febbraio in Francia, sovrani quali Carlo Alberto di Savoia, Leopoldo II di Toscana e papa Pio IX concessero costituzioni ispirate al modello francese del 1830, e dunque di carattere moderato. Tra tali costituzioni, lo Statuto (> F , pag. 328) promosso da Carlo Alberto l 8 febbraio era destinato a diventare uno dei testi fondamentali nella storia d Italia. Esso prevedeva una Camera dei deputati eletta a suffragio censitario molto ristretto e un Senato di nomina regia, e una situazione istituzionale in cui il governo era dipendente dal sovrano. VENEZIA E MILANO Se la battaglia per il costituzionalismo e per le riforme liberali aveva prodotto risultati già agli inizi di febbraio, la notizia dello scoppio della rivoluzione a Parigi e a Vienna diede ancora maggior vigore ai moti italiani, riportando in primo piano le forze democratiche e la questione nazionale, fino a quel momento rimasta in secondo piano. Nel Lombardo-Veneto, la prima grande città a ribellarsi fu Venezia, il 17 marzo, quando una grande manifestazione popolare costrinse il governatore austriaco a ordinare la liberazione dei detenuti politici, fra cui il leader democratico Daniele Manin. Dopo pochi giorni, fu una rivolta degli operai dell Arsenale militare, ai quali si aggiunsero molti marinai e ufficiali veneti della marina asburgica, a costringere alla resa le forze austriache. Il 23 marzo, un governo provvisorio presieduto da Manin proclamò la nascita della Repubblica veneta. A Milano, l altro grande centro del Lombardo-Veneto, la rivoluzione iniziò un giorno dopo Venezia, il 18 marzo. Ne seguirono cinque giornate di combattimenti, le celebri cinque giornate di Milano, in cui le strade della città lombarda si riempirono di barricate: da un lato, il contingente austriaco, composto da circa 15 000 uomini e comandato dal maresciallo Radetzky; dall altro, un fronte rivoluzionario eterogeneo, in cui combatterono fianco a fianco aristocratici liberali, borghesi e popolani, soprattutto operai e artigiani. Durante gli scontri, la direzione delle operazioni fu presa da un consiglio di guerra, guidato dal repubblicano Carlo Cattaneo. A partire dal 22 marzo si instaurò un governo provvisorio, mentre Radetzky, timoroso di trovarsi impreparato a un eventuale intervento piemontese, ordinò la ritirata delle sue truppe al confine fra Lombardia e Veneto, all interno del quadrilatero formato dalle fortezze di Verona, Legnago, Mantova e Peschiera. 327

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento