APPROFONDIAMO - ARTE E CULTURA - Giuseppe Verdi e il

SEZIONE D | IL SECOLO DELLA BORGHESIA E L ET DELL IMPERIALISMO Fedecommesso Disposizione testamentaria che obbliga l erede o legatario a conservare i beni ricevuti per trasmetterli, a sua volta, ai propri discendenti. I Savoia, re di Sardegna, non solo rientrarono in possesso del Piemonte, ma acquisirono anche i territori della scomparsa Repubblica di Genova. Una volta tornato al potere, re Vittorio Emanuele I ristabilì l ordine prerivoluzionario in svariati ambiti, per esempio epurando esercito e burocrazia dai tanti soggetti sospettati di nutrire simpatie per la Rivoluzione, abrogando la legislazione napoleonica, restituendo alla Chiesa i suoi antichi privilegi, ridando vita alle corporazioni e ripristinando istituti feudali come la primogenitura e il fedecommesso. Allo stesso tempo, il sovrano e i suoi ministri mantennero invece quelle novità, introdotte dal governo napoleonico, che potevano risultare utili alla gestione dello Stato, come i tribunali e il sistema dei prefetti. Furono infine represse con durezza le istanze autonomiste provenienti da certi ambienti dell ex Repubblica di Genova, non intenzionati ad accettare l annessione al Regno di Sardegna. Il Regno Lombardo-Veneto, annesso all Impero d Austria, comprendeva i territori della Lombardia, già dominio asburgico da prima dell epopea napoleonica, e della scomparsa Repubblica di Venezia. Il ripristino delle norme in vigore nell Impero asburgico non comportò, nemmeno in questo caso, il rifiuto di quelle novità, portate dal dominio francese, che rendevano efficiente e moderna l amministrazione statale. APPROFONDIAMO ARTE E CULTURA GIUSEPPE VERDI E IL RISORGIMENTO Dal punto di vista musicale, l Ottocento fu caratterizzato dal melodramma. Con questo termine si indica un preciso genere letterario e musicale, nato dall incontro tra un testo, il libretto, e una composizione musicale. Noto anche con il termine opera o opera lirica , il melodramma ebbe grande successo soprattutto in Italia, dove si affermarono generazioni di grandi compositori. Tra di essi, un posto di rilievo è senz altro occupato da Giuseppe Verdi (1813-1901), la cui produzione, specie quella compresa tra il 1842 e il 1849, è stata spesso letta come una sorta di colonna sonora della stagione risorgimentale. IL NABUCCO In particolare il Nabucco, terza opera lirica di Verdi composta su libretto di Temistocle Solera ed eseguita per la prima volta al Teatro alla Scala di Milano nel 1842, rappresenta l opera più risorgimentale dell artista. In realtà, come studi successivi hanno dimostrato, l intenzione di Verdi era semplicemente quella di realizzare un melodramma capace di dargli visibilità e successo, dopo anni difficili dal punto di vista personale e finanziario, e la lettura in chiave risorgimentale della sua opera è stata per lo più fatta da altri e successivamente. Il parallelo tra le peripezie vissute dal popolo ebraico, costretto in prigionia sotto il re babilonese Nabucodonosor, e il popolo italiano e milanese, sottomessi al dominio straniero, fece certamente comodo a Verdi, che da quel momento godette di incredibile e crescente popolarità. All interno dell opera, celeberrimo divenne in particolare il coro Va , pensiero, sull ali dorate. LE ALTRE OPERE Il compositore continuò a cavalcare il tema, musicando testi che si prestavano a parallelismi con la situazione politica di quel momento: è il caso de I Lombardi alla prima Crociata (1843), di Ernani (1844) e de La battaglia di Legnano (1849). Quest ultima opera, in particolare, venne eseguita per la prima volta il 27 gennaio presso il Teatro Argentina di Roma, pochi giorni prima che venisse proclamata la Repubblica romana. Il grande successo di quei giorni costò all opera un trattamento ostile o negli anni successivi, quando fu u spesso sottoposta a censura e al cambiaa mento di titolo, ambientazione o e personaggi. Un ritratto di Giuseppe Verdi del pittore t italiano Giuseppe Boldini. Approfondisci gtvp.it/21storia02-08 320

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento