Dai fatti alla Storia - volume 2

SEZIONE C | L ET DELLE RIVOLUZIONI La nobiltà, il clero e il Terzo Stato in una stampa settecentesca. Ciascuno dei personaggi è rappresentato con i tipici simboli del proprio Stato: le armi, le insegne nobiliari e il castello per il nobile, il pastorale e la chiesa per il vescovo, l ancora e la cornucopia, simboli dell intraprendenza del Terzo Stato. Pamphlet Libello o opuscolo scritto con intenti polemici o satirici. TI RICORDI? Nel corso del Settecento i sovrani di paesi europei come l Austria, la Russia e la Prussia avevano avviato una politica di riforme per ridurre i privilegi dell aristocrazia e del clero e ammodernare l apparato dello Stato. 208 e Mazzarino e poi seguendo l esempio di Luigi XIV, il Re Sole (> C1.4, C1.5 e C1.6). Giovane e inesperto, Luigi XVI era, secondo molti testimoni dell epoca, un sovrano poco abile nelle attività di governo, spesso in balia dei cortigiani che lo circondavano. Su di lui e sulla regina, Maria Antonietta d Austria, si diffusero sin da subito articoli, fogli volanti, scritti satirici e altri tipi di testi, tutti molto negativi, che li ritraevano come tiranni scansafatiche, che vivevano nel lusso a scapito dei loro sudditi. Accuse simili venivano mosse anche al clero e alla nobiltà, vale a dire ai due ceti privilegiati. Clero e nobiltà rappresentavano, nella Francia dell Antico Regime, rispettivamente il Primo e il Secondo Stato, mentre il resto della popolazione francese era compreso nel Terzo Stato. All interno di quest ultimo vastissimo gruppo, vi era un élite, a livello economico e culturale, composta da avvocati, medici, professori: persone dunque non solo benestanti, ma soprattutto dotate delle conoscenze e delle competenze necessarie per chiedere un cambiamento del sistema sociale e politico. Fu questo ceto medio, all interno del Terzo Stato, a costituire il motore degli eventi rivoluzionari, un gruppo consapevole dei propri diritti e pronto a reclamare maggior potere a scapito dei ceti privilegiati. Ma a volere il cambiamento non erano solo loro. Vi erano anche membri del clero e della nobiltà, esclusi dai circoli di potere e lontani dal favore del sovrano, che spingevano affinché la situazione mutasse: tra di essi, ricordiamo Luigi Filippo duca d Orléans, parente del re, primo nobile del regno e principale proprietario terriero dell intera Francia. UN CLIMA CULTURALE FAVOREVOLE Naturalmente, l evoluzione della crisi e il successivo inizio della Rivoluzione non sarebbero stati possibili senza un clima culturale favorevole. Le idee illuministiche avevano infatti conosciuto una radicale diffusione nel paese in cui erano nate, attraverso gazzette, pamphlet, fogli anonimi e testi satirici, ma soprattutto nei salotti, nei caffè e nei circoli, frequentati da nobili, ecclesiastici e da tanti membri del Terzo Stato. Le teorie politiche introdotte da autori quali Montesquieu e Jean-Jacques Rousseau (> C5.4) avevano minato alle basi il governo assolutista dei re di Francia, proponendo invece la necessità della divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) e del principio secondo cui tutti i cittadini dovevano essere rappresentati e prendere parte al governo del paese. Inoltre, l influenza dell esempio della Rivoluzione inglese (> C2.3 e C2.4), combattuta più di un secolo prima, ma soprattutto della Rivoluzione americana (> C8) fu molto forte. Tanti protagonisti della prima fase della Rivoluzione in Francia avevano combattuto in Nord America al fianco dell esercito dei coloni, venendo largamente influenzati dai principi che avevano ispirato la Guerra d indipendenza americana. D altra parte, l impegno finanziario del conflitto contro l Inghilterra e a sostegno delle colonie americane va ricordato come un importante concausa del dissesto finanziario di quegli anni.

Dai fatti alla Storia - volume 2
Dai fatti alla Storia - volume 2
Dalle rivoluzioni alla fine dell’Ottocento