Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE D | LA COSTRUZIONE DEGLI STATI EUROPEI IL DUCATO DI SAVOIA Lo Stato sabaudo si era rafforzato per opera del duca Emanuele Filiberto (1528-80), che aveva riottenuto i territori posti tra la Savoia e il Piemonte (precedentemente in mano francese) grazie ai suoi meriti militari al servizio degli Asburgo e alla capacità di destreggiarsi nelle alleanze con le grandi potenze. Il duca spostò la capitale nel 1563 da Chambéry a Torino, dando un preciso indirizzo italiano ai suoi interessi politici. Il figlio Carlo Emanuele I (1562-1630) continuò la politica paterna con la conquista nel 1588 del Marchesato di Saluzzo, togliendolo alla Francia che, dopo brevi conflitti, lasciò via libera alle ambizioni italiane dei Savoia in cambio di alcuni territori d Oltralpe. Nella prima metà del Seicento fu avviato, ma senza successo, un ulteriore tentativo di espansione nel Monferrato, volto a consolidare l asse italiano del dominio sabaudo. Giambologna (Jean de Boulogne), Statua equestre di Cosimo I de Medici, 1589. IL GRANDUCATO DI TOSCANA Dopo l esperienza della repubblica, nel 1530 il ducato toscano era stato riaffidato ai Medici, tornati a Firenze con l appoggio di Carlo V (> C15.2). Sotto la guida di Cosimo I (1519-74) lo Stato si era consolidato e ingrandito, con l acquisizione della Repubblica di Siena nel 1555 (> C15.5). Cosimo riuscì inoltre nel 1569 a ottenere dal papa il titolo di granduca, rafforzando una linea politica avviata verso l accentramento e poi proseguita dai suoi successori: cancellato ogni residuo di istituzione repubblicana, fu intrapresa la strada di un ferreo potere autoritario e di un governo assoluto. Sul piano economico, nella prima metà del Seicento il sistema manifatturiero si indebolì, tendenza che si accentuò man mano che i ceti più ricchi indirizzavano come si è visto gli investimenti verso le attività agrarie. Particolare del Trionfo della Divina Provvidenza, monumentale affresco realizzato nel 1636-39 da Pietro da Cortona in Palazzo Barberini, la residenza che papa Urbano VIII (Maffeo Barberini) volle per sé e per la sua famiglia dopo l elezione a papa nel 1623. Le api, che compaiono nello stemma di famiglia, sono simbolo di operosità, dedizione ed eloquenza. LA REPUBBLICA DI GENOVA La Repubblica di Genova era lo Stato maggiormente legato alla Spagna attraverso molteplici interessi finanziari, essendo i banchieri genovesi tra i primi e più consistenti finanziatori della corona iberica. Dal punto di vista del potere politico, la Repubblica risentì dell instabilità generata dai frequenti conflitti fra i nobili locali che, come altrove, orientarono i propri investimenti nelle terre, con una particolare predilezione per quelle del Sud Italia, a Napoli e in Sicilia. La condizione di Stato satellite rispetto alla politica spagnola consentì a Genova di cogliere diverse opportunità ma significò anche il rischio di subirne i contraccolpi politici ed economici, come accadde con le dichiarazioni di bancarotta dei sovrani spagnoli che mandarono in dissesto le banche cittadine (> C18.5). LO STATO DELLA CHIESA Con l attuazione della Controriforma la figura del pontefice e lo stesso Stato pontificio, pur avendo ormai perso ogni portata universalistica, avevano trovato una rinnovata centralità nelle lotte politiche e religiose d Europa (> C17.6). Erano infatti frequenti le interferenze da parte della Chiesa nelle vicende dei paesi dove era significativa la presenza del cattolicesimo, ma con esiti diversi: in Italia e (con i limiti che abbiamo visto) Spagna fu più facile imporre la politica controriformistica, molto meno nella gallicana Francia, nell anglicana Inghilterra e nello stesso Impero germanico, per la presenza delle Chiese protestanti. Decisivo in proposito era stato il contributo dei gesuiti nello svolgere, attraverso una capillare presenza soprat- 524 77636R_0000E01_INTE_BAS@0524.pgs 15.09.2021 14:52

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna