Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE D | LA COSTRUZIONE DEGLI STATI EUROPEI La crisi demografica ebbe conseguenze sul piano economico portando al calo dei consumi e della produzione, che coinvolse in qualche misura molte aree del continente anche per via dell ormai fitta rete di rapporti commerciali a carattere internazionale. Per la prima metà del Seicento si ritiene concordemente che si sia trattato di una fase di stagnazione economica a livello europeo, in particolare nel settore tessile. A esserne colpiti maggiormente furono i paesi che avevano un primato in quest ambito: il commercio dei tessuti inglesi si ridusse di 2/3 nei primi 40 anni del secolo; l Italia, che da secoli vantava la maggiore produzione di tessuti di lusso, di sete, di panni di lana, subì un drastico calo, che portò alla chiusura di numerose fabbriche di lana nel milanese o al crollo della produzione di tessuti a Firenze. Secondo alcuni studiosi la peste che colpì l Italia centro-settentrionale nel 1630, causando la morte di circa 1350 000 abitanti, fu all origine del rallentamento economico che colpì gran parte della penisola nel Seicento. Il quadro eseguito intorno al 1650 ritrae un importante mercante della Compagnia delle Indie orientali con la moglie. L uomo indica con il bastone una flottiglia olandese in procinto di lasciare Batavia (l odierna Giacarta) per rientrare in patria. RICAPITOLANDO 1 Quali fattori determinarono le carestie in Europa? Quali paesi riuscirono ad attenuarne le conseguenze? 2 Quali città furono maggiormente colpite dalle pestilenze? 3 Quali aree europee furono interessate dal calo demografico? Come detto, l intrecciarsi di tutti questi fattori negativi ha fatto sì che si parlasse a lungo di crisi generale del Seicento. Tuttavia le diverse situazioni critiche innescarono processi trasformativi: in alcuni casi prefigurando una volontà di partecipazione politica attiva da parte dei ceti emergenti (Inghilterra, Napoli) o portando all affermazione di quei ceti che ottenevano sempre maggiore visibilità all interno dell amministrazione centralizzata degli Stati (Francia), in altri casi spingendo le forze economiche più dinamiche verso l acquisizione di libertà religiose e politiche (Paesi Bassi). PROSPETTIVE DI CAMBIAMENTO Calamità e fenomeni recessivi evidenziarono contrasti e differenze sociali e politiche, ma stimolarono anche la ricerca di possibili soluzioni per uscire dalle situazioni di instabilità o stagnazione. Un contrasto che attraversò l intera Europa, con esiti differenti, fu quello tra i tradizionali ceti nobiliari che vivevano di rendite e privilegi e i ceti già da tempo protagonisti delle dinamiche economiche (imprenditori, mercanti, artigiani), che vedevano nell operosità un valore per l ascesa sociale e che aspiravano ora a un ruolo politico adeguato alla loro importanza. Differenti soluzioni si presentarono dal punto di vista istituzionale: mentre i sovrani di grandi potenze come Francia e Spagna percorrevano la strada della centralizzazione del potere, in contrapposizione con questo indirizzo si avanzavano istanze di autonomia politica; ancora, si reclamavano spazi di tolleranza religiosa che frequentemente entravano in contrasto con modelli di potere assoluto. Sul piano economico, mentre gli Stati divoravano enormi risorse per sostenere le spese militari o per mantenere la crescita della macchina amministrativa, non mancarono spinte straordinarie verso l accumulazione di capitali, all origine delle prime forme di capitalismo. Dal punto di vista culturale, alle forme oppressive messe in atto da alcune istituzioni si rispose con nuove elaborazioni artistiche, filosofiche e soprattutto scientifiche che alimentavano la libertà di pensiero. 520 77636R_0000E01_INTE_BAS@0520.pgs 15.09.2021 14:51

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna