Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE C | NUOVI MONDI, NUOVE VISIONI DEL MONDO QUANDO 1559 Istituzione dell Indice dei libri proibiti Una pagina della Institutio principis christiani (L educazione del principe cristiano), opera dell umanista Erasmo da Rotterdam, con le cancellature imposte dall Indice per eliminare passaggi ritenuti non ortodossi. QUANDO 1588 Riforma della curia romana L INTOLLERANZA PAPALE E L INDICE DEI LIBRI PROIBITI A sostegno dell opera repressiva verso ogni forma di dissenso la Chiesa adottò nel 1559 un ulteriore strumento, l Indice dei libri proibiti, un elenco che indicava le opere ritenute pericolose per la dottrina cattolica e che quindi non si potevano né stampare né possedere e nemmeno leggere. L indirizzo fortemente intollerante voluto da papa Paolo IV fece inserire nell Indice non solo gli scritti di autori protestanti ma ogni opera di qualunque natura che potesse anche minimamente deviare dall ortodossia cattolica. Nel 1572 vide la luce la Congregazione dell Indice, che aggiornò la lista dei libri proibiti. Finirono nelle maglie dell Inquisizione le opere di pensatori come Erasmo e Machiavelli, ma anche di letterati illustri come il francese Fran ois Rabelais, Ludovico Ariosto e perfino Boccaccio con il suo Decameron. Anche le versioni in volgare della Bibbia furono vietate. Il danno per la diffusione della cultura e la manifestazione del libero pensiero fu enorme. Iniziarono ad alzarsi, inquietanti, i roghi dei libri proibiti, in un clima di intimidazione e di fanatismo estremo: ogni minimo sospetto portava al processo e alla condanna. Questa continua minaccia fece maturare un atteggiamento di autocensura: gli autori tentavano di prevenire possibili accuse e condanne amputando volontariamente le proprie elaborazioni intellettuali, con grave danno per il dibattito e l accrescimento culturale. Soprattutto in Italia, dove il controllo era più efficace, si ebbero gli effetti peggiori, che infiacchirono lo spirito intellettuale generale con conseguenze anche sull attività tipografica (tra i settori di eccellenza dell Italia dell epoca) e ancor più sul processo di istruzione di base, sempre più impoverito dai divieti di lettura, mentre nel Nord Europa si andava in direzione contraria proprio grazie alla dottrina luterana. LA RIORGANIZZAZIONE ECCLESIASTICA Per meglio gestire il potere i papi avviarono una consistente riorganizzazione della curia, lo strumento di governo dello Stato pontificio. Nel 1588 Sisto V la divise in 15 congregazioni permanenti, commissioni di prelati che funzionavano come veri e propri ministeri. Al di sopra di tutte, sotto la diretta potestà del papa, era posta la Congregazione del Sant Uffizio, da cui dipendeva il tribunale dell Inquisizione. LA PROPAGANDA CATTOLICA E L ARTE L azione della Controriforma prevedeva anche un intensa attività propagandistica. Mentre la stampa, soprattutto in Germania, aveva dato un notevole contributo alla diffusione della Riforma, la Chiesa cattolica adottò strategie differenti. Secondo le rigide norme stabilite dal concilio, l arte fu coinvolta in un grande progetto per la diffusione della dottrina cattolica e l educazione dei fedeli. Le sculture, i dipinti, l architettura dovevano impegnarsi a istruire le persone meno colte (cioè la larghissima maggioranza analfabeta) sostituendo alle parole immagini semplici e facilmente comprensibili con cui rappresentare soggetti tratti dalla Bibbia, momenti della vita della Chiesa e temi della dottrina cattolica. Le immagini, più che le parole, dovevano stimolare la spiritualità e favorire la devozione religiosa. C era in questa scelta 440 77636R_0000E01_INTE_BAS@0440.pgs 15.09.2021 13:58

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna