LA FONTE - Machiavelli e la Chiesa

SEZIONE B | LA TRANSIZIONE ALLA MODERNIT LA FONTE Machiavelli e la Chiesa Tra gli scritti politici di Machiavelli, oltre al Principe, il suo testo più noto, vanno ricordati i Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, composti tra il 1513 e il 1517. L opera si presenta come una serie di riflessioni originate dal commento ai primi dieci libri della storia di Roma di Tito Livio (I a.C.-I d.C.). Il testo latino è occasione di un continuo confronto con il mondo romano, visto come modello di riferimento per un analisi delle vicende politiche italiane. Di particolare rilievo sono i capitoli dedicati alla religione, al suo ruolo nella vita pubblica e al suo rapporto con il potere. Nel brano che segue, in particolare, Machiavelli analizza il peso avuto dalla Chiesa nelle vicende a lui contemporanee. Ma ne abbiamo ancora uno maggiore, il quale è la seconda cagione della rovina nostra: questo è che la Chiesa ha tenuto e tiene questa provincia [l Italia] divisa. E veramente alcuna provincia non fu mai unita o felice, se la1 non viene tutta alla ubbidienza d una repubblica o d uno principe, come è avvenuto alla Francia ed alla Spagna. E la cagione che la Italia non sia in quel medesimo termine2, né abbia anch ella o una repubblica o uno principe che la governi, è solamente la Chiesa: perché avendovi quella abitato e tenuto imperio temporale, non è stata sì potente né di tanta virtù che l abbia potuto occupare la tirannide3 d Italia e farsene principe, e non è stata, dall altra parte, sì debole che per paura di non perdere il dominio delle sue cose temporali la non abbia potuto convocare uno potente che la difenda contro a quello che in Italia fusse diventato troppo potente: [ ] quando ne tempi nostri ella tolse la potenza a Viniziani con l aiuto di Francia; dipoi ne cacciò i Franciosi con l aiuto de Svizzeri. Non essendo adunque stata la Chiesa potente da potere occupare la Italia, né avendo permesso che un altro la occupi, è stata cagione che la non è potuta venire sotto uno capo, ma è stata sotto più principi e signori, da quali è nata tanta disunione e tanta debolezza che la si è condotta a essere stata preda, non solamente de barbari potenti, ma di qualunque l assalta. In precedenza Machiavelli ha sottolineato come la religione degli dèi avesse dato ai cittadini romani il senso dell onestà, del rispetto per la legge, fornendo un alto valore civico; il cristianesimo invece per lui è stato causa di mollezza e di scarse virtù civiche. Ora l autore rintraccia una seconda causa della sciagura per l Italia: la Chiesa è responsabile della divisione politica e della debolezza degli Stati della penisola. Il potere temporale della Chiesa non è stato abbastanza forte da imporre il proprio dominio né di tanta abilità e qualità politica da assumere il controllo della penisola. Pur di far prevalere il proprio interesse politico la Chiesa aveva messo in secondo piano il rischio che la penisola finisse in mano a nazioni più potenti mutando di volta in volta alleanze con esse in base alla sua convenienza anche a costo di affidarsi a interventi stranieri. O per mancanza di una reale condizione di forza o per non aver consentito ad altri capi di realizzare un solido Stato, la Chiesa ha contribuito alla debolezza d Italia provocando, secondo Machiavelli, il dominio degli stranieri ( i barbari ) per cui la penisola è divenuta una preda facile da assaltare. Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio, Einaudi, Torino 2000 1 la: essa (toscanismo). 2 termine: stato, condizione. INTERROGHIAMO LA FONTE 3 tirannide: controllo. 1 Perché Machiavelli ritiene la Chiesa la seconda causa della rovina d Italia? 2 Cosa hanno fatto alcuni papi per salvaguardare gli interessi politici dello Stato della Chiesa? 274 77636R_0000E01_INTE_BAS@0274.pgs 15.09.2021 14:49

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna