Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE Dazio Imposta indiretta sui consumi, che si applica a prodotti che si muovono da uno Stato (o città) all altro. Vennero creati appositi strumenti che accompagnarono questa rinnovata dimensione culturale e professionale, come le scuole laiche in cui si insegnava a leggere, a far di calcolo, a saper usare le lingue straniere. Vi si apprendevano anche le cosiddette pratiche di mercatura , per le quali erano nati specifici manuali che indicavano i termini propri del mondo commerciale e le tipologie di merci, o confrontavano le unità di peso e misura dei vari paesi e i dazi imposti. LA SOCIET DEI TRE ORDINI Il dinamismo innescato dal mondo mercantile ebbe ripercussioni sulla struttura della società medievale, che vide un significativo mutamento del sistema fino ad allora stabilito. Secondo un modello sociale creato agli inizi dell XI secolo, la società era divisa in tre ordini che, in base alle funzioni svolte, avevano l obbligo di darsi reciproca assistenza. Il clero, i guerrieri e i contadini formavano una triade ordinata gerarchicamente e, secondo quanto si pensava allora, stabilita da Dio. Il clero (coloro che pregano) aveva il compito di pregare per tutti al fine di portare gli esseri umani alla salvezza; ai cavalieri (coloro che combattono) spettava l obbligo di difendere la Chiesa e proteggere i deboli; i lavoratori, in particolare i contadini, dovevano garantire nutrimento e sussistenza a tutta la società con la loro fatica. Solo a loro toccava il lavoro manuale, ritenuto tipico dei servi e considerato socialmente ed eticamente proprio di una condizione umana inferiore. Si trattava di uno schema sociale rigido e semplificato, elaborato dai vescovi Adalberone di Laon e Gerardo di Cambrai, che non prevedeva ripartizioni interne a ciascun ordine: è evidente che con l affermazione dei nuovi ceti urbani la teoria dei tre ordini già non rispondeva più alla realtà dei fatti. I tre ordini della società medievale: a sinistra l orator, il monaco riccamente vestito; al centro il bellator ( combattente ), il cavaliere addobbato nella sua elegante armatura; a destra il laborator, il contadino nei suoi umili panni e con la vanga. Miniatura del XII secolo. I NOBILI Nobili e cavalieri costituivano l aristocrazia della società medievale. In particolare i nobili rappresentavano la parte più statica, meno disponibile ai movimenti di tipo sociale. La loro ricchezza consisteva nella proprietà terriera ed era fondamentalmente determinata dalle rendite che ne derivavano attraverso lo sfruttamento del lavoro contadino. I nobili si caratterizzarono sempre per la loro affinità e vicinanza alla corte del sovrano, da cui ricevevano gli incarichi di governo o di gestione amministrativa che ricoprirono nel corso dei secoli. Un altro segno della condizione sociale dei nobili erano i privilegi e le immunità di cui godevano: dalle esenzioni fiscali ai benefìci economici fino alle dispense di tipo giudiziario, la nobiltà si assicurò, sia pure in forme diversificate a seconda dei luoghi e delle epoche, vantaggi e favori di ogni tipo. All interno di questo ceto esistevano vari gradi di potere e ricchezza, in base ai quali per comodità si usa suddividerla in grande e piccola nobiltà. In situazioni di crisi fu frequente vedere nobili decaduti ed economicamente indeboliti, come accadde nel momento in cui i mercanti divennero i nuovi produttori di ricchezza. Non tutti i nobili infatti seppero modificare il proprio modo di pensare né trasformare la gestione dei patrimoni; molti subirono perciò un progressivo decadimento da cui non sempre si ripresero, al contrario di quanto accadde a quanti riuscirono a innestarsi nel percorso di ammodernamento suscitato dal dinamismo urbano, collocando nelle città il baricentro del loro potere e ricchezza. 130 77636R_0000E01_INTE_BAS@0130.pgs 15.09.2021 13:27

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna