Dai fatti alla Storia - volume 1

SEZIONE A | RINASCITA E CRISI DELL EUROPA MEDIEVALE I domini imperiali sotto Federico II Mare del Nordd rB Ma M Mar Tirreno Mar M edi ter ra n ar eA dr iat ico al t ico Divenuto imperatore, Federico non si sentì più vincolato alle rassicurazioni che aveva dovuto fare a Innocenzo, morto nel 1216, e poté seguire una sua linea politica: tenne per sé il Regno di Sicilia e affidò al figlio Enrico, di soli nove anni, il Regno di Germania. In questo modo, pur mantenendo una formale differenza con il Regno di Sicilia, assicurò alla casa sveva il controllo delle due anime dell Impero: la parte italiana e quella tedesca. LA POLITICA DI FEDERICO IN GERMANIA E IN ITALIA Negli anni del suo regno Federico II fu sostanzialmente assente dalla Germania, dove le rinnovate e continue contese fra ghibellini e guelfi misero a dura prova la reale capacità dell imperatore di tenere sotto controllo la feudalità locale. Quando il sovrano svevo comprese il punto a cui era giunto il livello di disgregazione del potere nei territori germanici e si rese conto dell incapacità di ricondurre sotto il suo scettro i vari potentati, prese atto della situazione e con un decreto concesse notevoli privilegi ai principi laici ed ecclesiastici, riconoscendo anche a livello giuridico ciò che ormai stava nei fatti. Ma la distanza fisica di Federico II dalla sua terra d origine alimentò il potere dei nobili feudatari tedeschi che riuscirono a mettere il giovane re Enrico contro suo padre. Federico fu così costretto a deporre il figlio e a far eleggere al trono Corrado, suo secondogenito. eo IL MODELLO CENTRALISTICO DI FEDERICO Tale esito fu dovuto anche alla precisa scelta di Federico II di Lavoro sulla carta trascurare le vicende politiche dell area germanica dell Im1 Quali conseguenze avrebbe avuto, per lo Stato della pero per puntare sul ruolo del regno italiano quale Chiesa, l unificazione del Regno di Sicilia con i territori imperiali? epicentro della sua attività politica. L obiettivo dell imperatore era fondare uno Stato fortemente centralizzato, in cui il potere doveva risiedere esclusivamente nelle mani del sovrano ridimensionando ogni tentativo autonomistico. In realtà in Sicilia il nuovo re non trovò un ambiente politico favorevole, in quanto la nobiltà normanna scalpitava di fronte a un sovrano di origine tedesca e premeva per ottenere spazi di autonomia. Neanche i musulmani ancora presenti in Sicilia erano del tutto domati, tanto che Federico ne deportò molti in Puglia, segregandoli a Lucera, visto che continuavano a opporre resistenza. Fu dunque obiettivo primario del re svevo ridurre gli spazi particolaristici, da qualunque parte venissero. Melfi DOVE LA CONCEZIONE POLITICA FEDERICIANA Federico II non trascurò nulla per realizzare la sua politica. Per dare corpo alle sue ambizioni si ispirò, come aveva fatto suo nonno, alla tradizione giuridica romana che esaltava il ruolo dello Stato e si opponeva alle tendenze particolaristiche. Con l ausilio di illustri giuristi, e in particolare del notaio Pier delle Vigne (1190-1249), nel 1231 Federico emanò le Costituzioni di Melfi (o Liber augustalis > F ). 112 77636R_0000E01_INTE_BAS@0112.pgs 15.09.2021 14:54

Dai fatti alla Storia - volume 1
Dai fatti alla Storia - volume 1
Dal Medioevo all’Età moderna