Tua vivit imago - volume 1

GLOSSARIO l excursus etnogra co sugli usi e costumi dei Galli e dei Germani su cui Cesare si dilunga nel libro VI del De bello Gallico. riamur et in media arma ruamus, moriamo e slanciamoci in mezzo alle armi (Virgilio, Eneide II, 353). Explicit Letteralmente termina, si conclude , è propriamente la formula che nei manoscritti indica la conclusione del testo copiato. Il termine è passato poi con il tempo a indicare, più genericamente, la parola o le parole con cui si conclude un opera, in maniera speculare rispetto a incipit ( ). I F Figura Più comunemente nota come gura retorica , indica un operazione di abbellimento stilistico-formale che non comporta, a differenza del tropo ( ), un utilizzo di vocaboli o locuzioni in un senso traslato rispetto a quello proprio. Si distingue normalmente fra gure di pensiero, che consistono in particolari modi di articolare il pensiero e possono sussistere anche con il mutamento delle parole adoperate ( apostrofe, aposiopèsi, personi cazione, ossimòro), e gure di parola, che si basano sulla particolare collocazione delle parole adoperate e possono procedere per aggiunta o ripetizione ( anafora, omoteleuto, poliptoto, polisindeto), per sottrazione o omissione ( asindeto, zeugma), inversione o posizionamento ( anastrofe, chiasmo, iperbato). Figura etimologica Consiste nell utilizzare, a stretta distanza, due o più vocaboli riconducibili etimologicamente alla medesima radice; per esempio: mirum atque inscitum somniavi somnium (Plauto, Rudens, v. 597). G Gnome Una massima, una breve espressione di ambito etico-morale e dal carattere sentenzioso e didascalico. H Hàpax (legòmenon) Letteralmente (detto) una volta , indica un termine che ricorre una volta soltanto, o in un singolo testo o nell intera opera di un autore o addirittura in una lingua. Hy`steron pròteron Locuzione greca che signi ca letteralmente successivo precedente e con cui si indica una gura retorica che consiste nell enunciare due fatti o avvenimenti ponendo come primo quello che sarebbe logicamente e cronologicamente successivo, ottenendo l effetto di dare a quest ultimo maggiore evidenza. Un esempio classico è il virgiliano [...] mo- Idillio Originariamente indica, nella letteratura greca, qualsiasi opera descrittiva di breve estensione; in seguito, il termine viene adoperato speci catamente per indicare i singoli componimenti di Teocrito, gli Idilli, che sono perlopiù di argomento bucolico, e assume dunque il connotato distintivo di idealizzazione della vita campestre , trascorsa nella contemplazione, in un ambiente appartato e rassicurante. Incipit Letteralmente comincia , è propriamente la formula che nei manoscritti indica l inizio del testo copiato. Il termine è passato poi con il tempo a indicare, più genericamente, la parola o le parole con cui si apre un opera, in maniera speculare rispetto a explicit ( ). Inconcinn tas Costruzione ricercatamente asimmetrica del periodo, ottenuta tramite il ricorso a espressioni brachilogiche ( brachilogia) e alla variatio ( ). Nella prosa latina, ne sono massimi esempi Sallustio e Tacito che si oppongono alla concinn tas ( ) tipicamente ciceroniana. Inno Componimento in onore di una divinità. Può avere un effettiva destinazione liturgica oppure può essere concepito come creazione puramente ttizia e letteraria. Ipallage Particolare tipologia di enallage ( ), limitata, nell uso, ad aggettivi e sostantivi; si veri ca quando un aggettivo viene concordato con un sostantivo diverso, benché contiguo, da quello a cui andrebbe propriamente associato. Così nel v. 2 dell ode III, 30 di Orazio, regalique situ pyramidum altius ( più alto della mole regale delle piramidi ), l aggettivo regalis andrebbe logicamente riferito a pyramidis, non a situs, con cui è invece concordato. Iperbato Collocazione dei termini secondo un ordine inconsueto. Consiste, in particolare, nella separazione di due parole che logicamente e grammaticalmente dovrebbero essere unite (come un sostantivo e il relativo aggettivo) tramite l inserimento, fra di esse, di una o altre parole. Così per esempio in Cesare (De bello Gallico VI, 13, 4): [...] magnoque hi sunt apud eos honore. Molto frequente in poesia, anche per ragioni imposte dal metro, ne viene elaborata una tipologia particolare, molto raf nata e frequente soprattutto negli autori dotti: il doppio iperbato intrecciato, composto da due coppie di aggettivi e sostantivi in iperbato che, a loro volta, si intrecciano fra di loro. Per esempio: silvestrem tenui Musam meditaris avena (Virgilio, Bucoliche I, 2) (schema: ab AB). Un applicazione ancor più ricercata di questo schema si ha nel cosiddetto verso aureo ( ). Iperbole Adozione di un espressione che prospetta l esagerazione ai limiti del verosimile di un azione, di un concetto o delle qualità di una persona o di un oggetto; così, per esempio, nell espressione virgiliana uctusque ad sidera tollit (Virgilio, Eneide I, 103), nel descrivere gli effetti della tempesta scatenata da Eolo contro i profughi Troiani, il poeta afferma in maniera iperbolica che questa è così violenta che addirittura solleva le onde alle stelle . Ipotassi Detta anche subordinazione , è il procedimento sintattico per cui le proposizioni che compongono un periodo vengono ordinate secondo dei rapporti di dipendenza, sia temporale che causale, in opposizione al procedimento opposto della paratassi ( ). Ironia Consiste nell utilizzare un espressione tramite cui si lasci intendere il signi cato opposto di quanto si dice. Tropo frequente nell oratoria e nella poesia satirica ed epigrammatica, in quanto generi che ben si prestano al riferimento sarcastico, se ne può indicare un esempio nel carme 49 di Catullo, in cui il poeta, de nisce ironicamente il suo interlocutore, Cicerone, optimus omnium patronum, intendendo probabilmente affermare tutto il contrario. L Litote Dal greco litòtes, semplicità, attenuazione , consiste nell affermazione di un concetto tramite la negazione del suo contrario, mettendo in atto una mitigazione formale che nisce però per rafforzare semanticamente il giudizio espresso; ne è un celebre esempio il carme 43 di Catullo, i cui primi versi sono fondati proprio sulla ricorrenza insistita di questo tropo: Salve, nec minimo puella naso / nec bello pede nec nigris ocellis / nec longis digitis nec ore sicco / nec sane nimis elegante lingua (43, 1-4). M Metafora Dal greco metaphorà, trasferimento , è un tropo di uso molto frequente che, come indica l etimologia del nome, 845

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Età arcaica e repubblicana