Tua vivit imago - volume 1

L autore Cesare 15 4. Pauca eiusdem generis addit cum excusatione Pompei coniuncta. Ea dem fere atque eisdem verbis praetor Roscius agit cum Caesare sibique Pompeium commemorasse demonstrat. 4. Aggiunge altri pochi argomenti del genere unendovi le scuse di Pompeo. Press a poco le stesse esortazioni, con gli stessi argomenti, rivolge a Cesare il pretore Roscio, mostrando esplicitamente di essere un portavoce di Pompeo. (trad. A. La Penna) proposizione consecutiva introdotta da adeo graviter ( tanto violentemente da ). cum speret: subordinata avversativa (cum = mentre ). 4. Pauca commemorasse demon- strat eiusdem generis: dello stesso genere . Ea dem eisdem verbis: lett. quasi le stesse cose e con le stesse parole . praetor Roscius: si tratta di Lucio Roscio Fabato, personaggio legato a Ce- sare e schierato con lui nella guerra civile, che però fece di tutto per cercare di evitare; qui, in effetti, agisce su mandato di Pompeo. commemorasse: forma sincopata per commemoravisse. Analisi dei testi La versione di Cesare I due brani riportano il discorso di Cesare ai suoi soldati e quei momenti che, secondo la sua versione, sono immediatamente precedenti all atto da cui scaturirà lo scoppio della guerra civile: il passaggio del Rubicone. Il discorso ai soldati (T18), riferito in oratio obliqua, prende avvio dalla constatazione delle offese rivolte a Cesare (rr. 2-3) per arrivare, in una sorta di crescendo, alle gravi violazioni commesse ai danni delle istituzioni dai suoi avversari. Si arriva quindi alla menzione del senatoconsulto con cui venivano attribuiti pieni poteri ai magistrati in carica, provvedimento adottato in passato solo in occasione di eventi particolarmente gravi, ma ingiusti cabile nelle presenti circostanze (parr. 7, 4-6). Nel secondo passo riportato (T19) l azione si sposta a Rimini con l arrivo del giovane Lucio Cesare, latore di un messaggio di Pompeo, apparentemente conciliante, e del pretore Lucio Roscio Fabato. L autore dunque sceglie di non soffermarsi sull atto che di fatto dava origine alla guerra civile, quel passaggio del con ne all alba del 12 gennaio del 49 a.C. Le altre fonti che riferiscono l episodio (in particolare Svetonio e Plutarco) sono, al contrario, molto più ricche di particolari, dando spazio ai dubbi di Cesare e a una maggiore drammatizzazione. La versione di Svetonio Svetonio, storico e biografo latino (I-II secolo d.C.), non solo riporta la famosa frase alea iacta est ( il dado è stato lanciato ), probabilmente risalente al racconto di Asinio Pollione (amico e collaboratore di Cesare e autore di una storia delle guerre civili andata perduta), ma narra come una singolare apparizione avrebbe indotto Cesare a rompere gli indugi e ad attraversare il Rubicone: «Cesare dunque, appena avvertito che l intercessione dei tribuni era stata respinta e che questi avevano abbandonato la capitale, dato immediatamente ordine alle coorti di precederlo di nascosto per non destare sospetti, se ne andò, allo scopo di deviare ancor più l attenzione, ad assistere a un pubblico spettacolo [ ] errò a lungo, no a quando, all alba, trovata una guida, riprese a piedi il cammino attraverso angusti sentieri. Raggiunte le sue coorti sulla riva del Rubicone, umiciattolo che segnava il con ne della sua provincia, si fermò un momento e, meditando sull importanza di quella decisione, rivolto a chi gli stava vicino, esclamò: Per ora possiamo ancora tornare indietro, ma, una volta attraversato questo ponticello, tutto dovrà essere deciso con le armi! . Mentre stava ancora esitando, ebbe un apparizione. Un uomo di bellezza e di statura straordinarie apparve improvvisamente, sedendosi lì vicino a suonare il auto. Dei pastori accorsero a sentirlo, e anche una frotta di soldati dai loro posti e alcuni trombettieri. Quell uomo, presa la tromba a uno di questi, si slanciò verso il ume e, suonando il segnale di battaglia con straordinaria forza, passò sull altra riva. Allora Cesare ordinò: Avanti, per quella strada sulla quale ci chiamano i prodigi degli dèi e l ingiustizia dei nostri nemici. Il dado è gettato! (trad. F. Dessì). La versione di Plutarco A Plutarco, biografo e storico greco (I-II secolo d.C.), autore delle famose Vite parallele, si deve un altra narrazione dell episodio (nella Vita di Cesare), che, a eccezione dell apparizione, al posto della quale si trova qui un «so- 751

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Età arcaica e repubblicana