Tua vivit imago - volume 1

BRANI CRITICI 15 20 25 30 35 40 oggettivo, in contrapposizione all utile personale, da cui nasce il dovere (of cium dirigit: De of ciis III, 89). L humanitas finisce così per essere indissolubilmente legata ad un altro valore onnicomprensivo della cultura romana: la pietas, che in Cicerone è spesso richiamata in coppia alla stessa humanitas, come la diversa polarità di uno stesso concetto. Ma il contributo ciceroniano senza dubbio destinato ad avere maggiore fortuna nella storia della cultura è l aver individuato nell humanitas la natura umana universale. [ ] Riecheggiando la citata massima di Terenzio,2 Cicerone afferma nel De nibus III, 63: [ ] «da ciò deriva che è naturale anche la comune solidarietà degli uomini con gli uomini, così che un uomo non può sembrare estraneo a un altro uomo, per il semplice fatto che è un uomo . In Cicerone si trova perfino l espressione caritas generis humani, che indica il «vincolo di affetto tra il genere umano (De nibus V, 65), e l idea che la natura umana può essere compresa fino in fondo solo in confronto con la natura divina. Entrambi i concetti saranno sviluppati dalla cultura cristiana, nella riflessione sulla persona di Cristo. Ci si potrebbe domandare, invece, perché in Cicerone si trovi già il concetto, caro all età umanistica, di studia humanitatis,3 ma non quello, altrettanto importante, di res publica litteraria.4 Certamente, nell orazione Pro Archia, si trova già un concetto che prefigura tale ideale: non a caso l orazione, scoperta nel 1333 dal Petrarca a Liegi, divenne uno dei testi più considerati dagli umanisti. In essa Cicerone afferma che il poeta Archia avrebbe avuto diritto alla cittadinanza romana, a prescindere da qualsiasi altra considerazione giuridica, per il semplice fatto di essere un poeta. La letteratura e la poesia sono infatti l essenza della humanitas, e ogni comunità dovrebbe dirsi onorata di accogliere un poeta. Come diverse città greche si contendevano l onore di avere dato i natali ad Omero, così Roma avrebbe dovuto essere onorata di dare la cittadinanza ad Archia, tanto più considerando il fatto che il poeta aveva cantato le glorie di Roma. Ma il ragionamento di Cicerone si ferma qui. Nell antichità non si trova mai la menzione di una res publica litteraria, una comunità universale dei dotti, perché per la civiltà romana la res publica, cioè l impero, si identificava con l intero mondo civilizzato. Certamente, gli antichi riconoscevano l esistenza di saggi anche al di fuori del loro mondo, ma non li consideravano come parte di una stessa comunità intellettuale. Una res publica litteraria che si estendesse oltre i confini dell impero era cioè impensabile: la res publica si identificava totalmente con la civiltà. La stessa humanitas era il tratto distintivo tra le province romane e il resto del mondo. (R. Oniga, L idea latina di humanitas, in Contro la post-religione. Per un nuovo umanesimo cristiano, Fede & Cultura, Verona 2009) 2. citata massima di Terenzio: il riferimento è al v. 77 dell Heautontimorume nos: «Io sono un uomo; e non mi è estraneo tutto ciò che accade ad un altro uomo (trad. O. Bianco p. 244). 3. studia humanitatis: con tale espressione ciceroniana (Pro Murena 61; Pro Archia 3) si indica, a partire dall Umanesimo, lo studio delle lingue e delle letterature classiche (e poi, più in generale, delle discipline umanistiche), considerate come strumento di elevazione spirituale per l uomo. 4. res publica litteraria: con res publica litteraria o res publica litterarum gli umanisti indicavano l insieme dei letterati e degli uomini di cultura di qualsiasi nazionalità, ideologia o tendenza, in quanto partecipi, con uguali diritti e assoluta libertà, del mondo delle lettere e degli studi. Comprendere il PENSIERO CRITICO 1. Quali sono i tre meriti che Oniga riconosce a Cicerone rispetto alla definizione del concetto di humanitas? 2. Perché, secondo il critico, Cicerone non arrivò a propugnare una res publica litteraria, cioè una «comunità universale di dotti (r. 38)? 666

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana