Tua vivit imago - volume 1

L autore Cicerone Analisi del testo L importanza della ragione per lo sviluppo della civiltà Cicerone muove dalla constatazione del fatto che tutti gli esseri animati hanno ricevuto dalla natura tre doni: l istinto di conservazione (ut se, vitam corpusque tueatur, rr. 1-2), che li porta a evitare i pericoli e a ricercare il necessario per la sopravvivenza (quae sint ad vivendum necessaria, rr. 2-3), il desiderio di accoppiarsi (coniunctionis appetitus, r. 4), nalizzato alla riproduzione della specie, e la cura dei gli. L uomo si distingue dagli animali in virtù della ragione, che gli consente di analizzare i rapporti di causa ed effetto degli eventi, di stabilire analogie tra i casi simili, di mettere in stretta relazione il presente con il futuro. Le bestie percepiscono solo il presente, agiscono secondo l istinto (sensu movetur, r. 6) e si limitano a ricercare i mezzi per soddisfare i bisogni materiali; l uomo invece grazie alla ragione è consapevole della realtà in cui è immerso, la scruta (cernit, videt), la comprende, supera i limiti del presente. La ragione garantisce all uomo il senso della storia (totius vitae cursum videt, rr. 10-11) e la capacità di orientamento nel tempo e nello spazio lo aiuta a volgersi al passato e a proiettare lo sguardo verso il futuro. Favorendo lo sviluppo della lingua, sulla quale si fondano la comunicazione e la socializzazione (et ad orationis et ad vitae societatem, r. 12), la ragione induce l uomo a simpatizzare con i suoi simili (hominem conciliat homini, r. 12); lo dota inoltre di un istintivo amore profondo per i gli e ingenera in lui il bisogno di partecipazione alla vita sociale. L inizio della civiltà nel De inventione Anche nel De inventione (I, 2-3 T12) Cicerone, basandosi sulle teorie di Posidonio (importante esponente della Media Stoà vissuto tra il II e il I secolo a.C.) sugli inizi della civiltà, mette in risalto l importanza della ragione e dell eloquenza quali promotrici dell incivilimento, affermando che a porre ne allo stato ferino fosse stato un uomo veramente grande e saggio (quidam magnus videlicet vir et sapiens), il quale «seguendo un disegno razionale, spinse e riunì in un luogo gli uomini dispersi per i campi e nascosti in tane selvagge e, inducendoli a fare ogni cosa in modo utile e onesto, sebbene in un primo momento ricalcitrassero, perché non vi erano abituati, li rese poi, da feroci e bestiali quali erano, docili e mansueti, giacché erano divenuti più sensibili alla persuasione e alla parola . E aggiunge: «Ritengo, effettivamente, che una saggezza muta e priva di eloquenza non avrebbe potuto ottenere un tale risultato, sì da distogliere, quasi d incanto, gli uomini da vecchie abitudini e da portarli ad un diverso modo di vivere (trad. M. Greco). Per garantire un tenore di vita civile a sé stesso e ai propri cari, l uomo cerca di procurarsi le comodità (cultus) e ciò che è necessario per vivere e sostentarsi (victus): ad cultum e ad victum (r. 15) richiamano rispettivamente l idea di conciliare homines inter se e dell amore per le proprie creature. Mosso dal senso di responsabilità, l uomo si sente stimolato e determinato a svolgere al meglio il proprio ruolo di cittadino nella società. Laboratorio sul testo COMPRENSIONE 1. Quali sono le azioni comuni a tutti gli esseri viventi? A che cosa sono volte? 2. Quali sono, invece, le differenze tra l uomo e l animale nella conservazione di sé? ANALISI 3. Individua tutte le proposizioni finali del passo e spiega come sono costruite. 4. Nel testo vengono utilizzate delle perifrasi. Dopo averle individuate, rintraccia la loro matrice comune. COMPETENZE ATTIVE Per confrontare «Basta vivere da uomini, cioè cercare di spiegare a se stessi il perché delle azioni proprie e altrui, tenere gli occhi aperti, curiosi su tutto e tutti, sforzarsi di capire; ogni giorno di più l organismo di cui siamo parte, penetrare la vita con tutte le nostre forze di consapevolezza, di passione, di volontà; non addormentarsi, non impigrire mai; dare alla vita il suo giusto valore in modo da essere pronti, secondo le necessità, a difenderla o a sacrificarla. La cultura non ha altro significato (A. Gramsci, Quaderni del carcere, Einaudi, Milano 2014). Dopo aver svolto una ricerca sul pensiero filosofico e politico di Antonio Gramsci (1891-1937), commenta con i tuoi compagni questo testo, cogliendo i punti di contatto o di divergenza rispetto alla riflessione di Cicerone. 641

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana