Intrecci filosofia - Dalle virtù platoniche alle virtù

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI ! repetita iuvant p. 642 15 ut hominum coetus et celebrationes et esse et a se obiri velit ob easque causas studeat parare ea quae supped tent ad cultum et ad victum nec sibi soli, sed coniugi, liberis ceterisque quos caros habeat tuerique debeat; quae cura exsusc tat etiam animos et maiores ad rem gerendam facit. teciparvi (a se obiri, lett. che da lui siano frequentati ) . Da impellit dipende la coordinata completiva ut velit; velit a sua volta regge l in nitiva, i cui predicati sono esse e obiri. studeat: retto dall ut di r. 14, è una proposizione completiva coordinata a ut velit. ad cultum et ad victum: cultus sono le raf natezze, le comodità tipiche di un tenore di vita civile, mentre victus indica i mezzi con cui l uomo fa fronte alle ne- cessità della vita e al sostentamento. nec sibi ceterisque: dativi di vantaggio retti da parare. caros: è predicativo di quos. filosofia Dalle virtù platoniche alle virtù cardinali Il termine virtù non ha, in origine, significato specificamente morale: sia il greco aretè sia il latino virtus indicano, infatti, una particolare capacità o una condizione di eccellenza. Non a caso nei poemi omerici e in generale nella Grecia arcaica la virtù (aretè) è essenzialmente valore militare, forza, capacità di combattere con coraggio. Anche i Romani in origine intendono la virtus virtù militare, la dote specifica del vir ( uomo ), e la venerano come divinità (Virtus, insieme a Honos, Onore ). Sono stati i filosofi greci a interrogarsi su che cosa sia la virtù e a elaborare di essa una visione etica e morale: la svolta avviene con Socrate (470/469399 a.C.), per il quale la virtù è una sola e coincide con la conoscenza, dal momento che si comporta virtuosamente solo colui che sa cosa deve fare; così la definizione di virtù diventa discussione dell ideale di comportamento pratico che l uomo deve seguire: il problema centrale dell etica. Platone (428/427348/347 a.C.), sviluppando questa idea, individua quattro virtù particolari (prudenza, coraggio, moderazione e, a coronamento, giustizia), che rimandano però tutte al sapere come conoscenza del bene. La diversità delle virtù è determinata dalle differenti funzioni cui deve adempiere l anima umana e ha il suo corrispettivo nel buon funzionamento dello Stato, che è costituito da diverse classi di cittadini con varie funzioni che si armonizzano tra loro. Secondo Aristotele (384/383-322 a.C.), la virtù si identifica nel giusto mezzo , cioè in quel senso della misura che porta a eliminare i comportamenti estremi e a scegliere 640 un punto di equilibrio. Compito della razionalità dell uomo è proprio quello di dare una misura e un limite all elemento irrazionale: il coraggio, per esempio, è una virtù in quanto è il giusto mezzo tra gli opposti della viltà e della temerarietà. La riflessione greca sul concetto di virtù arriva ai cristiani anche attraverso la mediazione dello stoicismo: secondo la dottrina stoica il saggio deve combattere e sconfiggere le passioni, intese come forze che turbano quello stato di pura razionalità in cui l uomo coincide con il Lògos, cioè con il principio razionale divino che permea e governa l intero Cosmo. Questo stato ideale è definito, in greco, atarassìa, imperturbabilità , o apatìa, assenza di passioni : quello stato di sereno equilibrio in cui l uomo è libero da desideri, bisogni e sentimenti troppo forti e vincolanti. , tuttavia, soprattutto il pensiero platonicoaristotelico a essere alla base della codificazione cristiana del concetto di virtù, che si deve a san Tommaso d Aquino (1225/1226-1274), il quale distingue le virtù umane in intellettuali e morali; tra queste ultime le virtù cardinali (cioè principali) sono proprio quelle indicate da Platone: la saggezza (o prudenza), il coraggio, la temperanza (o moderazione) e la giustizia. Queste quattro virtù, dettate dalla ragione, sono sufficienti per la vita terrena dell uomo, ma non bastano per raggiungere la felicità soprannaturale e la salvezza eterna; di qui la necessità delle tre virtù teologali, provenienti direttamente da Dio che le infonde nell anima dell uomo: fede, speranza e carità.

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana