Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI utra via prudentiae deligenda, tamen, etiamsi cui videbitur illa in optimis studiis et artibus quieta vitae ratio beatior, haec civilis laudabilior est certe et illustrior, «se [ ] si dovesse scegliere o l una o l altra delle due vie che conducono alla saggezza, anche se a qualcuno sembrerà più felice il modo di vivere quieto immerso negli studi delle discipline più nobili, certo è più degna di lode e comporta maggior gloria la vita politica , trad. F. Nenci), tanto che il governante perfetto può essere assimilato a un dio: «non c è nessuna impresa in cui la virtù umana si avvicini di più alla grandezza degli dei che fondare nuovi Stati o salvaguardare quelli già fondati (De republica I, 12). Iustitia e pietas Non basta però l impegno politico ad assicurare un posto nella sede dei beati, ma, come Emilio Paolo ricorda al glio, è fondamentale praticare la giustizia, la più grande perfezione del carattere umano, e la pietas (iustitiam cole et pietatem, «segui giustizia e pietà , rr. 1-2, T19), improntare il negotium alla virtus. Per Cicerone quindi i futuri beati sono i magistrati e gli oratori virtuosi, quegli uomini che mettono in atto la virtù, secondo un principio affermato nel proemio del De re publica (I, 2): nec vero habere virtutem satis est quasi artem aliquam nisi utare; etsi ars quidem cum ea non utare scientia tamen ipsa teneri potest, virtus in usu sui tota posita est, «possedere la virtù come un arte non basta, se non ne fai uso; se un arte, anche quando non la eserciti, può essere posseduta per sé stessa come conoscenza teorica, la virtù invece consiste tutta nell uso di sé (trad. F. Nenci). Le parole dell Africano mirano a sublimare il destino ultraterreno dei governanti virtuosi e vogliono essere da sprone all azione per il princeps, che, come il Sole, dux et princeps et moderator luminum reliquorum, mens mundi et temperatio («la guida, il principe e colui che governa gli altri corpi luminosi, la mente dell universo e il principio ordinatore , par. 17), deve armonizzare le diverse parti e garantire l equilibrio politico-sociale. Altrove nel Somnium si afferma che il bene cio della vita eterna non è prerogativa dei politici attivi. Al paragrafo 18 infatti troviamo che la sede dei beati spetta ai musici e ad «altri che, grazie a doti superiori di ingegno, durante la loro vita umana coltivarono scienze divine . In ne, prima che l Emiliano si risvegli, il nonno adottivo conferma che l impegno per la 622 collettività garantisce una rapida ascesa al cielo; qui però Cicerone prospetta per gli epicurei, che considera disinteressati al bene dello Stato, un periodo di espiazione e pene, e in tal modo garantisce a tutti gli uomini il ritorno alla Via Lattea e la possibilità di godere della beatitudine eterna. Le fonti loso che Il passo proposto costituisce un buon esempio dell eclettismo di Cicerone e della sua capacità di elaborare e strati care nei ragionamenti diversi concetti loso ci. Numerose sono le tracce di in usso del pitagorismo e dell or smo. Pitagorica è la credenza secondo cui le anime dei grandi sapienti ritornano nella Via Lattea; Platone invece aveva riservato un analogo destino ai giusti (Repubblica 614c), ai loso capaci di rinunciare ai piaceri derivanti dalla corporeità e grazie alla sapienza di elevare lo spirito; l identi cazione degli eletti con i grandi statisti che hanno aiutato, conservato e ingrandito la propria patria è probabilmente di Cicerone. Di ascendenza pitagorica è la dottrina dell anima (rr. 18-20, T18), recepita da Platone (Timeo 38b-e; 41d-42b), secondo la quale essa è originata dai fuochi eterni che animano le stelle, sede della mente divina. Delle concezioni or co-pitagoriche risente fortemente Platone, a cui si devono l idea e la struttura dell opera. Mentre però la Repubblica platonica si chiude con il mito escatologico di Er (614b-621d), il soldato che, resuscitato dodici giorni dopo la morte, narra la propria esperienza ultraterrena come un viaggio reale, Cicerone, volendo evitare le critiche di inverosimiglianza mosse degli epicurei al losofo greco (cfr. De rep. V, fr. 2 = Favonio Eulogio, p. 1, 5 Holder), sceglie la forma del sogno profetico e iniziatico, che gli consente di colorare di suggestioni e pàthos la narrazione, di storicizzare la vicenda narrata e di veicolare una lettura politica dei contenuti. Da Platone sono attinti i temi escatologici: in T18, il primato dell anima sul corpo riecheggia il mito del demiurgo (Timeo, 34 b-c), l idea che la vita degli uomini sia in realtà morte (hi vivunt, qui e corporum vinculis tamquam e carcere evolaverunt, vestra vero, quae dicitur, vita mors est, rr. 8-9) deriva dal Gorgia (493a), anche se essa è già in Eraclito (fr. 47 M = 62 DK). Il ri uto del suicidio sostenuto dall Africano poggia sulla dottrina platonica (Fedone 61d-62c) secondo cui l uomo non deve affrettare la liberazione dal carcere del corpo ma attendere il giorno stabilito dalla divinità. La rappresentazione

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Età arcaica e repubblicana