T16 ITA - Utilità e bellezza

L autore Cicerone et sententiam, r. 2) e ricorre ad allusioni che sintetizzano il sentimento (signi catione, r. 2). La gestualità, e in generale l actio, oratoria, diversamente da quella teatrale, deve risultare leggera, quasi naturale, e in armonia con il pensiero (menti congruens esse debet, r. 17). Essa inoltre deve essere virile, per cui si imiteranno i movimenti dignitosi e eri dei soldati e degli atleti (laterum in exione palaestra, rr. 3-4) e si eviterà l effeminatezza degli attori. La tensione alla virilità viene raccomandata anche in Orator 59, dove si indicano le regole relative alla postura dell oratore («starà ancora più attento nel regolare tutta la posizione del busto e il virile movimento dei anchi , trad. G. Norcio), e prescritta anche dall autore della Rhetorica ad Herennium (III 26): «conviene [ ] che nel gesto non vi sia né grazia né sguaiataggine, per non parere che siamo istrioni o braccianti (trad. F. Cancelli). Il vultus Più importanti del gestus per Crasso sono, dopo la voce (secundum vocem, r. 19), le espressioni del volto, che è lo specchio dell anima (imago animi, r. 9). La maschera teatrale, non lasciando trasparire i sentimenti dell attore, copre l animo: è questa la ragione dello scarso entusiasmo provato dal pubblico romano per un attore mascherato, anche quando si trattava di Roscio, apprezzato per la perfezione dei gesti, l estrema grazia e la capacità di dare emozione e piacere (De oratore I, 130). Crasso pronuncia una sorta di inno al potere espressivo degli occhi e a dimostrazione della loro importanza nella comunicazione ricorre all exemplum negativo di Taurisco, un attore che ssando gli occhi su un oggetto dava l impressione di parlare dando le spalle al pubblico. L ef cacia dell actio L actio, che è una sorta di discorso del corpo (sermo corporis, r. 17) in Orator 55 essa è detta quasi corporis quaedam eloquentia («per così dire una certa eloquenza del corpo ) , in virtù di una una forza che le deriva dalla natura (inest data, r. 20) può risultare ef cace su coloro che per varie ragioni non comprendono totalmente le parole dell oratore. Grazie all universalità del linguaggio del corpo l actio, potendo manifestare le emozioni, che sono uguali in tutti gli uomini (isdem concitantur, rr. 24-25), esercita il fascino anche su chi non può essere raggiunto dal sermo. Un vero e proprio trionfo della comunicazione non verbale sul linguaggio verbale. Mettiti alla prova Laboratorio sul testo ONLINE T16 Utilità e bellezza tratto da De oratore III, 178-181 ITALIANO Nell eloquenza, come in natura, il bello e l utile vanno di pari passo; per questa ragione gli ornamenti della costruzione oratoria devono contribuire alla sua stabilità. 5 10 178. Nel discorso, come nella maggior parte delle cose, la natura stessa, con incredibile abilità, ha fatto sì che le cose che maggiormente sono utili siano al tempo stesso le più dignitose, e spesso anche le più belle. [ ] 179. [ ] Fissate ora l attenzione sulle forme e sulle figure degli uomini e degli altri esseri animati: scoprirete che nessuna parte del corpo è superflua, priva di una funzione specifica, e che l intera struttura è, per così dire, un opera d arte e non del caso. Guardate gli alberi: il tronco, i rami, le foglie non hanno altra funzione, in fin dei conti, che quella di mantenere e preservare la loro essenza; e tuttavia non c è nessuna delle loro parti che non sia bella. 180. Abbandoniamo adesso la natura, ed esaminiamo le arti. In un imbarcazione, le fiancate, le stive, la prora, la poppa, le antenne, le vele, gli alberi sono indispensabili; tuttavia, essi sono belli anche a vedersi, tanto da far pensare che siano stati inventati non solo per motivi di sicurezza ma anche per il piacere estetico. Le colonne sostengono templi e portici, ma la loro utilità è pari 613

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana