Tua vivit imago - volume 1

L autore Lucrezio Analisi dei testi Il moto atomico e i concilia L inizio dell argomentazione è organizzato nei modi tipici dell occupatio retorica (consistente nel prevenire l obiezione dell avversario), a cui fa seguito la deduzione da una premessa già nota (quoniam per inane vagantur, v. 83) della validità del demonstrandum, di ciò che deve essere dimostrato (necessest). La disgiunzione espressa nei vv. 84-85 (aut gravitate sua ferri primordia rerum / aut ictu forte alterius) resta per adesso isolata: delle due possibili spiegazioni alternative dell origine del moto atomico peso e urti , quella della gravitas è espressa per prima ed è da ritenersi condizione generale valida in ogni caso, mentre l ictus è un evento possibile, ma non necessariamente presente (forte, v. 85). I vv. 89-94 intendono richiamare alla mente del lettore le dimostrazioni avanzate nel primo libro, e corroborano quindi l affermazione del v. 83 secondo cui il fatto che gli atomi vagano nel vuoto comporta che il loro movimento è incessante. L universo, infatti, non è limitato in nessuna direzione, e non può quindi offrire alcun punto di resistenza o di sosta agli atomi in movimento (vv. 92-94). Al v. 95 la dimostrazione riprende di fatto dal principio, e i vv. 95-96 ampliano quanto già affermato ai vv. 83-84. Ma subito dopo (dal v. 100), anziché riproporre l alternativa fra moto per gravitas e moto risultante da urti, il primo caso viene per il momento abbandonato: Lucrezio si dedica invece all illustrazione delle diverse conseguenze che possono risultare dall incontro fra gli atomi. Tali conseguenze vengono distinte in vari gruppi. Di questi, solo il primo e il secondo rientrano in questa prima parte dell argomentazione: si tratta di atomi che, urtandosi, rimbalzano in misura limitata, a causa della loro stessa forma (perplexis... guris, v. 102) e danno quindi origine ad aggregati solidi e resistenti (vv. 100-104); e di atomi che di natura sottile e leggera mantengono anche nei concilia che creano con il loro incontro un ampia libertà di movimento, e formano quindi corpi estremamente diffusi come l aria o la luce solare (vv. 105-108). Sino a questo punto la dimostrazione lucreziana ha trattato del moto atomico e dei diversi tipi di concilia che possono risultarne, ma è evidente che non tutti gli atomi muovendosi in numero in nito possono creare concilia. necessario postulare che una quantità di atomi non risulti raggruppata in concilia e continui a vagare con moto incessante. Questa terza categoria è brevemente introdotta nei vv. 109-111, e poi analizzata nel dettaglio ai vv. 112-141. L esempio della polvere I vv. 109-111 espongono tema e spiegazione insieme: che una parte degli atomi continui a vagare reiecta dai concilia è postulabile in base a premesse già note, cioè come diretta conseguenza dell in nità della materia e dell assoluta casualità che ne domina il comportamento. Lucrezio illustra questa realtà con un analogia basata su un fenomeno visibile: i granelli di polvere che si muovono sospesi nell aria, e che si possono discernere soltanto quando un raggio di sole illumina una striscia di spazio circondata dall oscurità, offrono una rappresentazione utile di corpi minuscoli agitati senza ordine, e senza dar luogo a processi di aggregazione in un movimento continuo e apparentemente privo di cause. La terminologia è signi cativa. Lucrezio dichiara subito che il fenomeno che sta per presentare è simulacrum et imago (v. 113) della realtà atomica che ha presentato, mentre al v. 124, racchiudendo a cornice la descrizione, parla di exemplare e vestigia. Lo sfruttamento dell immagine della polvere in movimento sembra concluso al v. 124, quando Lucrezio ne ribadisce il valore analogico già indicato al v. 113 e chiude così ad anello la dimostrazione. I vv. 125 e seguenti, però, invitano il lettore a soffermarsi ancora sullo stesso fenomeno. La prospettiva di indagine è ora del tutto diversa; non si tratta più di offrire al discepolo un modello che illustri per analogia il comportamento degli atomi, ma piuttosto di isolare un fenomeno in cui sia ancora possibile scorgere direttamente le conseguenze di quel moto nascosto, e per questo motivo risulta ancora più degno di osservazione (v. 125). L agitarsi dei granelli di polvere, infatti, indica il sottostante moto degli atomi. Dopo l invito all osservazione (vv. 125-128), Lucrezio descrive brevemente i caratteri essenziali del movimento della polvere (vv. 129-131), ne prospetta la spiegazione (v. 132) e si impegna poi a esporre in dettaglio una teoria generale in grado di renderla plausibile (vv. 133-141). 501

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Età arcaica e repubblicana