Tua vivit imago - volume 1

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI 120 125 130 135 140 in molteplici modi nel vuoto nella luce stessa dei raggi,1 e come in un eterna contesa muovere contrasti e battaglie scontrandosi a torme, senza mai trovar pace, continuamente agitati da rapidi congiungimenti o effrazioni;2 così che puoi arguire da ciò quale sia l eterno agitarsi degli elementi primordiali delle cose nell immenso vuoto; per quanto un piccolo fenomeno può offrire l immagine di grandi eventi e una traccia per la loro conoscenza.3 Tanto più giusto è perciò che tu volga il tuo animo a questi corpuscoli che appaiono rimescolarsi nei raggi del sole, poiché tutto quel turbinio rivela per di più che in essi si celano moti segreti e invisibili della materia.4 Infatti ivi ne vedrai molti senza visibile spinta mutare percorso e respinti indietro invertirlo or qui or là in tutte le direzioni d attorno. Certamente un simile vagolare si comunica a tutti dai corpi primi. Danno inizio al movimento di per sé gli elementi basilari delle cose; indi quei corpuscoli formati da una piccola struttura, che sono quasi prossimi all energia dei semi della materia, si muovono sospinti dai loro invisibili moti, ed essi stessi a vicenda ne stimolano altri un poco più grandi. Così il moto sale dalle particelle elementari e a poco a poco giunge ai nostri sensi, così che si scorga il movimento anche dei corpi che possiamo vedere alla luce del sole, pur se non appaia con evidenza per quali impulsi si produca.5 (trad. L. Canali) 1. Di tale fenomeno raggi: Lucrezio ricorre all analogia con la polvere per spiegare il fenomeno per il quale un numero in nito di atomi vaga nel vuoto senza essere raccolti in aggregati (vv. 109-111). 2. congiungimenti o effrazioni: i due termini latini, rispettivamente concilium e discidium, sono termini tecnici coniati da Lucrezio per esprimere due concetti essenziali della sica epicurea. Gli atomi, vagando nel vuoto, talora si incontrano con altri atomi e si uniscono a loro in concilia, aggregazioni , che costituiscono i corpi. Tali corpi cessano di esistere quando la massa atomica si disgrega e gli atomi che la costituiscono si disperdono nuovamente (discidium, separazione, disgregazione ). 3. per quanto conoscenza: questa è la conclusione della parte propriamente 500 analogica della spiegazione; Lucrezio mette in guardia contro i limiti intrinseci a ogni ragionamento di questo tipo. C è infatti una differenza incolmabile tra il fenomeno assai circoscritto che il poeta ha illustrato e la realtà che intende spiegare, ovvero l agitarsi di masse in nite di atomi nei vuoti dell universo. 4. Tanto più materia: inizia qui la seconda parte della spiegazione. Lucrezio si sofferma ancora sul fenomeno dei grani di polvere messi in evidenza dal raggio di sole, e informa il lettore che tale fenomeno non è solo un immagine, un esempio della realtà atomica, ma ne è piuttosto conseguenza diretta. Nella sica epicurea, infatti, gli atomi sono in perpetuo movimento, causato non solo dal loro peso, ma anche dagli scontri cui sono soggetti. Una volta che alcuni atomi si sono aggregati in un composto, cioè un corpo, perdono sì una parte del loro moto a causa dell ostacolo rappresentato dall unione con gli altri atomi, ma conservano una certa mobilità. Questa sarà tanto maggiore nel caso di corpi piccoli e leggeri come i granelli di polvere, i cui atomi rimarranno relativamente liberi e mobili, e tanto minore in composti più stabili, come per esempio le pietre. 5. Così si produca: Lucrezio conclude circolarmente la sua spiegazione riferendosi al fenomeno da cui aveva preso le mosse (vv. 114-124). L apparente inspiegabilità del moto della polvere viene meno se si pensa ai princìpi generali del moto atomico.

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Età arcaica e repubblicana