Tua vivit imago - volume 1

L autore Lucrezio 65 70 75 Nunc age, quo motu genitalia materia i corpora res varias gignant genitasque resolvant et qua vi facere id cogantur quaeque sit ollis reddita mobilitas magnum per inane meandi, expediam: tu te dictis praebere memento. Nam certe non inter se stipata cohaeret materies, quoniam minui rem quamque videmus et quasi longinquo fluere omnia cernimus aevo ex oculisque vetustatem subducere nostris, cum tamen incolumis videatur summa manere propterea quia, quae decedunt corpora cuique, unde abeunt minuunt, quo vene re augmine donant. Illa senescere, at haec contra florescere cogunt, nec remorantur ibi. Sic rerum summa novatur semper, et inter se mortales mutua vivunt. Augescunt aliae gentes, aliae minuuntur, inque brevi spatio mutantur saecla animantum et quasi cursores vitai lampada tradunt. 62-66. Nunc age memento E adesso spiegherò (expediam) con quale moto (quo motu) i corpi genitali della materia (genitalia materia i corpora) originano (gignant) le varie cose (res varias), e, una volta generate (gen tas), le dissolvano (resolvant), e da quale forza (qua vi) siano costretti a far questo (facere id cogantur), e quale velocità (quae mobilitas) sia data loro (sit ollis reddita) di muoversi (meandi) nel grande vuoto (magnum per inane): tu ricordati (memento) di prestare ascolto alle mie parole . Nunc age: la formula introduce spesso in Lucrezio una nuova parte dell argomentazione. ollis: olle e ollus sono forme arcaiche di ille che sopravvivono quasi solo in contesti tecnici (per esempio nel linguaggio giuridico). Lucrezio usa solo il dativo plurale, e, in VI, 687, l ablativo. In alcuni casi è possibile spiegare l uso di ollis al posto di illis in base a fattori stilistici, ma in altri, come in questo, nessuna particolare spiegazione è plausibile. magnum per inane: inane è termine tecnico epicureo: grazie all esistenza di un vuoto in nito gli atomi possono continuare a muoversi senza ne. expediam: è il verbo reggente dell intero periodo, che si trova però solo a questo punto, dopo la serie di interrogative indirette. tu te: la ripetizione (tecnicamente detta poliptoto*) accentua l enfasi dell appello al lettore. praebere: il verbo regge l accusativo te e signi ca letteralmente porgiti , ma in italiano è meglio aggiungere un complemento oggetto quale attenzione o ascolto . 67-79. Nam certe tradunt Come ultimo preliminare alla trattazione vera e propria del moto atomico, dal v. 80 in avanti, Lucrezio ribadisce qui l esistenza del vuoto, che era stata dimostrata estesamente nel primo libro (vv. 329-399). solo grazie all esistenza del vuoto che gli atomi possono muoversi, e quindi formare i vari composti. Senza il vuoto, in ultima analisi, nulla potrebbe esistere. Nam certe nostris: Certo infatti la materia (materies) non aderisce (non cohaeret) compatta a sé stessa (inter se stipata), perché vediamo (videmus) che ogni cosa si assottiglia (minui rem quamque) e vediamo (cernimus) che tutto per così dire scorre via ( uere) nel lungo corso del tempo (longinquo aevo), e che la vecchiaia (vetustatem) lo sottrae ai nostri occhi (oculis subducere nostris) . ancora l esperienza a dimostrare che i corpi si assottigliano, cioè perdono una parte degli atomi di cui sono composti; questo dimostra nuovamente che gli atomi si muovono, e che quindi il vuoto esiste. Vetustatem è il soggetto dell in nitiva (subducere): la vetustas diventa in una certa misura personi cata. L og- getto sottinteso è omnia del v. 69. cum tamen ibi: mentre la somma (summa) sembra rimanere intatta (incolumis videatur manere), perché tutto ciò che si separa da ogni corpo (quae decedunt corpora cuique) diminuisce (minuunt) il corpo da cui si allontana (unde abeunt), ma accresce (augmine donant) quello cui si aggiunge (quo vene re). E costringe (cogunt) quei corpi (illa) a invecchiare (senescere), questi invece (at haec), al contrario, a orire ( orescere), e non si fermano lì . La summa della materia resta sempre la stessa (incolumis), anche se la vetustas riduce e poi distrugge i corpi; infatti la materia atomica sottratta ai corpi in decadimento si aggiunge ad altri corpi in crescita: nel sistema epicureo gli atomi non possono mai distruggersi, ma solo separarsi dai concilia ( aggregati ) che via via formano. Questo spiega l eterno ciclo di nascita, crescita, decadenza e morte che domina l esistenza dell uomo e del mondo. saecla animantum: perifrasi* poetica. Augescunt tradunt: alcune specie si accrescono, altre diminuiscono, e in un breve spazio di tempo mutano le stirpi degli esseri animati, e come i corridori si scambiano la accola della vita . Gli ultimi versi elaborano il concetto prima esposto in termini più tecnici. 495

Tua vivit imago - volume 1
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Età arcaica e repubblicana