T6 LAT - Il progetto e lo stile dell’opera

LA CRISI DELLA REPUBBLICA E LE GUERRE CIVILI T6 Il progetto e lo stile dell opera tratto da De rerum natura I, 102-145 LATINO Il racconto dell uccisione di I genìa sfocia in un duro atto di accusa contro quegli indovini-profeti che soggiogano le menti con paure infondate circa il destino dell anima dopo la morte. Superando le dif coltà date dalla mancanza di un lessico tecnico in latino, Lucrezio si pre gge di aiutare Memmio a fugare questi timori che avvelenano la vita. Metro: esametri 105 110 115 Tu te me t a no b s | ia m quo v s te mpo re va tu m Tute met a nobis iam quovis tempore vatum terriloquis victus dictis desciscere quaeres. Quippe etenim quam multa tibi iam fingere possunt somnia, quae vitae rationes vertere possint fortunasque tuas omnis turbare timore! Et merito; nam si certam finem esse viderent aerumnarum homines, aliqua ratione valerent religionibus atque minis obsistere vatum. Nunc ratio nulla est restandi, nulla facultas, aeternas quoniam poenas in morte timendumst. Ignoratur enim quae sit natura anima i, nata sit an contra nascentibus insinuetur, et simul intereat nobiscum morte dirempta an tenebras Orci visat vastasque lacunas an pecudes alias divinitus insinuet se, 102-103. Tute met a nobis quaeres Questo riferimento alla possibilità che Memmio si ritragga spaventato (a nobis desciscere quaeres) introduce esplicitamente la gura del vates, l indovino-profeta che costituiva l emblema stesso della religio tradizionale, proprio come Calcante, l indovino che fece uccidere I genìa, millantandolo come unico rimedio alla bonaccia che impediva la partenza della otta greca verso Troia ( T5). tute met: forma arcaica, raddoppiata e rafforzata, del pronome tu (nominativo singolare). a nobis: da noi ; indica in senso lato la setta epicurea. quovis tempore: una volta o l altra . 104-109. Quippe obsistere vatum L accusa principale che Lucrezio rivolge ai vates è quella di saper creare favole (somnia) che possono sconvolgere la vita dell uomo (vitae rationes vertere possunt). Viene qui messo in evidenza uno dei nodi concettuali più importanti dell opera: se gli uomini fossero persua- 486 si razionalmente che dopo la morte nulla sopravvive (si certam nem esse viderent / aerumnarum), e abbandonassero così l idea di una punizione nell aldilà, potrebbero vivere privi di ogni paura, e liberarsi dalle superstizioni che la religio tenta in ogni modo di perpetuare. quam multa: quante...! , collegato a somnia. vertere: è usato nel senso di evertere: spesso in poesia la forma semplice del verbo viene preferita a quella composta (una tendenza che si suole indicare con l espressione simplex pro composito). aliqua ratione: in qualche modo . religionibus atque minis: endiadi* ( alle superstizioni e alle minacce , dunque alle minacciose superstizioni ). 110-111. Nunc ratio timendumst restandi: sta per resistendi ( di resistere ). poenas timendumst: Lucrezio usa spesso la costruzione del gerundio seguito da accusativo, preferendola all attrazione del gerundivo, che diventa consueta in poesia classica (poenas... timendas). Timendumst sta per timendum est; l aferesi di est, come in questo caso, è comune in tutto il poema. 112-116. Ignoratur insinuet se Lucrezio espone in forma dubitativa alcune tesi sulla natura (quae sit natura anima i) e sul destino dell anima. Quanto alla sua origine, egli contrappone la teoria epicurea (secondo la quale anima e corpo si formano insieme e sono parimenti composti di atomi e vuoto: nata sit) a quella platonica (che sostiene che l anima preesista al corpo e vi si introduca al momento della nascita: nascentibus insinuetur). Sul destino dell anima dopo la morte Lucrezio elenca tre ipotesi: 1) che l anima venga distrutta dalla morte e muoia con il corpo (la tesi epicurea: simul intereat nobiscum); 2) che sopravviva nell oltretomba (tenebras Orci visat), una credenza sostenuta da varie scuole e, in generale, molto diffusa in ambito popolare; 3) che l anima sopravviva al corpo e si reincarni in altri esseri animati (pecudes insinuet se): è questa la cosiddetta metempsicosi ( transmigrazione delle anime ), teoria elaborata principalmente dai pitagorici. Ignoratur: regge i successivi an (vv. 113, 115, 116). anima i: genitivo tipico della letteratura latina arcaica ( dell anima ). Orci: Orcus è una divinità infernale romana indigena, a differenza di Dis pater, corrispondente romano di Plutone. pecudes: indica propriamente gli animali.

Tua vivit imago - volume 1
Tua vivit imago - volume 1
Età arcaica e repubblicana